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Milano, case popolari: i fondi immobiliari sono un problema non la soluzione

L'11 gennaio 2024 la Giunta del Comune di Milano con una delibera (28/2024) ha avviato la collaborazione con Invimit SGR per istituire fondi di investimento per la valorizzazione, la gestione e l'implementazione del patrimonio abitativo comunale presente e futuro (ERP e ERS). Il patrimonio cui qui si fa riferimento è quello delle Case Popolari, 28.000 alloggi, distribuiti in tutti i Municipi della Città, che hanno risposto negli anni alle molte emergenze in tema abitativo, dalla grande ondata dell'emigrazione interna negli anni '60 agli sfratti per finita locazione degli anni '80; in alcuni casi il ruolo del Comune è stato fondamentale per la nascita di interi quartieri, in altri la presenza di un limitato numero di alloggi popolari in quartieri ormai trasformati garantisce una piccola ma fondamentale quota di mix sociale.

Un patrimonio che negli anni ha perso migliaia di alloggi in seguito a piani vendita e che già oggi è insufficiente a dare una risposta alle famiglie che fanno domanda di casa (in media solo il 3% ottiene un'assegnazione). La grande maggioranza delle famiglie che abitano in queste case hanno un ISEE inferiore ai 15.000 euro e migliaia di famiglie sono in condizioni di povertà. Oltre agli alloggi questo patrimonio comprende anche spazi per usi diversi che molto spesso ospitano Associazioni di volontariato e di impegno sociale e culturale e negozi di prossimità che non potrebbero trovare nessuno spazio nel libero mercato degli spazi commerciali. Il percorso delineato modificherebbe non la gestione del patrimonio (che nelle intenzioni dichiarate resterebbe a MM spa) ma la proprietà di questo patrimonio che attraverso INVIMIT passerebbe direttamente ai fondi di d'investimento.

Invimit è infatti una società che, seppur di proprietà del Ministero delle Finanze è di diritto privato ed ha la finalità di cogliere le opportunità derivanti dal generale processo di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico operando in ottica e con logiche di mercato, come si può leggere nella sua presentazione. L'intero patrimonio sarebbe dunque messo a rendita. Ma non ci risulta che si stiano calcolando le ricadute sociali di questo processo. Anche se dovesse mantenere quote rilevanti dei fondi l'Amministrazione Pubblica ne perderebbe nei fatti il controllo. I fondi d'Investimento devono infatti rispondere prima di tutto al rendimento annuale programmato.

In queste condizioni quali garanzie possono avere gli inquilini coinvolti in programmi di vendita con mobilità forzosa? E gli inquilini, in particolare i più fragili, che si trovano in una condizione di morosità incolpevole? Quali spazi sociali e commerciali a costi accessibili saranno garantiti nei quartieri popolari? Quale futuro per la programmazione di risposte adeguate alle migliaia di famiglie che ogni anno fanno domanda per una casa popolare? E ancora: quale segnale si lancia a Regione Lombardia che già prevede un aumento delle valorizzazioni nel patrimonio ALER e che deve ancora scrivere il regolamento di modifica dei canoni con i conseguenti aumenti per gli inquilini delle case popolari?

Chiediamo al Sindaco Sala, all'Assessore Maran, all'Assessore Bertolè, ai consiglieri comunali di interrompere questo percorso e di aprire un confronto vero nella Città, coinvolgendo gli inquilini delle case comunali, i Municipi, i Sindacati, le Associazioni che operano nelle periferie, le Università per restituire il valore sociale di questo patrimonio fondamentale per la Città il cui futuro non può essere appaltato a una “due diligence”.

APPELLO PROMOSSO DAI SINDCATI INQUILINI
SICeT, SUNIA, UNIONE INQUILINI, ASIA, CONIA

Sulla questione Radio Popolare ha intervistato il segretario generale del Sicet Milano Mattia Gatti. Clicca per riascoltare l'intervista.

Allegati:
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