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Casa: sindacati inquilini, a Roma si sfrattano otto famiglie al giorno e manca assistenza

A Roma in media otto famiglie in emergenza abitativa vengono sfrattate ogni giorno. E' quanto emerge da un'indagine realizzata dai sindacati inquilini di Roma Sicet Cisl, Sunia Cgil, Uniat Uil e Unione Inquilini secondo cui 14 mila famiglie a Roma sono in attesa di un alloggio popolare - stima ferma al 2020 -, circa 2.500 nuclei vivono in occupazioni di immobili non residenziali, un migliaio ancora vivono nei residence e una media quotidiana di otto famiglie viene sfrattata e non riceve alcuna alternativa alloggiativa. A questo proposito nel corso della conferenza stampa “Case popolari e dismissioni a Roma", i sindacati hanno fatto il punto sulla disponibilità degli alloggi di edilizia residenziale pubblica nella Capitale, presentando uno studio condotto dall'Osservatorio Casa di Roma. All'appuntamento, nella sala delle conferenze della Cisl Lazio di via Crescimbeni a Roma, erano presenti Emiliano Guarneri di Sunia Cgil, Paolo Rigucci della Sicet Cisl, Micol Pietrini di Uniat Uil e Massimo Pasquini di Unione Inquilini.

Nella città di Roma "emerge una contraddizione: da una parte abbiamo un piano straordinario per l'emergenza abitativa importante, che il Comune ha messo in essere con un robusto investimento in stock immobiliare e dall'altra sono presenti tre piani vendita del Comune di Roma che vendono potenzialmente circa 14 mila alloggi", ha spiegato Rigucci. E la maggior parte di questi sono concentrati nell'area all'interno dell'anello ferroviario. Secondo quanto emerso dal rapporto dell'Osservatorio Casa di Roma, infatti, mentre i quartieri con la maggior concertazione di edilizia pubblica si trovano in zone periferiche i Piani di dismissione di Ater e del Comune di Roma, si concentrano nelle zone centrali della città. "Molti dei quartieri centrali sono stati oggetto in passato di Piani vendita - ha spiegato Enrico Puccini, dell'Osservatorio Casa Roma -. Un caso emblematico è ad esempio Testaccio dove c'erano 2 mila alloggi pubblici e ora se ne trovano solo poche centinaia, a loro volta oggetto di dismissione".

A Roma "abbiamo una crisi abitativa ininterrotta e persistente con oltre 14 mila famiglie in attesa, da anni, di un alloggio popolare. Alloggi che, al momento, semplicemente non ci sono", hanno sottolineato i sindacati. "I piani di dismissione di case popolari avviati anni fa vanno avanti, anche se sono stati sensibilmente ridotti rispetto a quanto disposto per legge nel lontano 1993. Nel frattempo, il Comune ha deciso di procedere ad una campagna acquisti iniziando con 120 case dell’Inps. Ma oltre a essere una risposta esigua vista l’enorme domanda, non scioglie la contraddizione di fondo: ci chiediamo se abbia ancora senso vendere il proprio patrimonio abitativo mentre c’è un estremo bisogno di case".

Per questo motivo "chiediamo al Comune, e poi estenderemo la richiesta anche alla Regione, di chiarire se questi Piani abbiano un termine, e se si può invece decidere anche di fare altro - ha concluso Rigucci -. La lezione sociale formidabile dal nostro punto di vista ci dice che questi Piani vanno sostanzialmente a estinguere la presenza in pochi anni di case popolari all'interno dell'anello ferroviario. Bisogna chiedersi che tipo di città vogliamo. Se vogliamo una città in cui dentro all'anello ferroviario vive solo chi ha i soldi e i turisti. O se vogliamo una città che sa rispondere alle tante disuguaglianze che l'attanagliano". (Agenzia Nova)

CALENDARIO RISCALDAMENTO 2022/2023

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