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Sicet Cisl: una legge quadro per rendere la rigenerazione urbana più «sociale»

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Una legge quadro per la rigenerazione urbana a sostegno dei programmi di edilizia residenziale pubblica di interesse nazionale. A lanciare la proposta è il Sicet. Secondo il sindacato inquilini della Cisl la legge dovrebbe prevedere una percentuale minima delle superfici realizzate da destinare all’ampliamento del patrimonio di ERP e l’istituzione di una banca dati del patrimonio abitativo degradato, sia pubblico che privato, da utilizzare in tempi rapidi per incrementare l’offerta di case popolari. Da tempo le organizzazioni di settore hanno stimato in oltre 600 mila il numero di nuclei familiari in lista di attesa per un alloggio popolare. Un problema strutturale, quello della penuria di abitazioni a basso costo, che secondo il segretario generale del Sicet Fabrizio Esposito affonda le sue radici nelle scelte politiche assunte alla fine degli anni ’90, con la liquidazione dei fondi ex Gescal che finanziavano l’intero comparto dell’edilizia residenziale pubblica e con la totale liberalizzazione del mercato delle locazioni private da parte della legge 431/98. «Nell’ultimo quarto di secolo sono poi intervenuti molti altri fattori che hanno aggravato la situazione – spiega Esposito – portandola all’attuale paradosso per cui rischiamo di essere un paese con tante case senza persone e tante persone senza casa».
 
Deleterie per il segretario del Sicet sono state la cartolarizzazione per la vendita degli immobili degli enti previdenziali, che ha contribuito all’aumento incontrollato dei canoni di mercato sottraendo un patrimonio immobiliare che faceva da cuscinetto fra l’edilizia residenziale pubblica e il mercato privato, e la devoluzione della competenza legislativa in materia di ERP alle Regioni senza prima aver determinato i livelli essenziali delle prestazioni, col risultato di «un grave e diffuso disimpegno istituzionale rispetto agli obblighi di servizio». Secondo il sindacato inquilini della Cisl anche molte recenti misure per l’inclusione, la coesione sociale e la rigenerazione urbana delle città, non ultime quelle finanziate con le risorse del PNRR, sottostimano la problematica abitativa. 
 
«Nel caso dei progetti PINQUA, il piano innovativo per la qualità dell’abitare, a fronte di un investimento complessivo di 2,8 miliardi per la realizzazione di 16.500 alloggi, soltanto un 20 per cento sarà destinato alla locazione a canone sociale che invece sarebbe quella da sostenere maggiormente in considerazione di una domanda inevasa che riguarda circa 650 mila famiglie», spiega il segretario generale del Sicet, evidenziando che «si tratta di un rischio che grava parimenti su tutti i progetti di rigenerazione urbana perché con il cofinanziamento pubblico-privato è del tutto logico e naturale che gli investimenti vadano soprattutto nella direzione maggiormente remunerativa sul piano economico, processo spesso favorito dagli enti territoriali, più interessati all’attrattività commerciale delle città che al radicamento sul loro territorio dei nuclei familiari economicamente e socialmente più fragili».
 
Foto di Brandon Griggs su Unsplash

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