Decreto del Presidente della Repubblica
27 aprile 1999, n. 158
Regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire 
la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'articolo 87 della Costituzione;
Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 
22, concernente attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE 
sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, 
come modificato ed integrato dal 
decreto legislativo 8 novembre 1997, n. 389, e 
dalla legge 9 dicembre 1998, n. 426, ed in particolare l'articolo 49, che istituisce 
la tariffa per la gestione dei rifiuti urbani e disciplina l'elaborazione di un 
metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa 
di riferimento;
Considerato che la tariffa di riferimento costituisce la base per la determinazione 
della tariffa, nonché per orientare e graduare nel tempo gli adeguamenti tariffari;
Tenuto conto dell'esigenza di prevedere una fase transitoria per l'applicazione 
del nuovo sistema tariffario, al fine di raggiungere gradualmente la copertura del 
cento per cento dei costi di gestione del servizio; di applicare sistemi di regolazione 
dinamica differenti a seconda dello scarto esistente tra gettito della preesistente 
tassa per lo smaltimento dei rifiuti e costo totale dei servizi; di incentivare 
e organizzare l'introduzione della raccolta differenziata; di raccogliere i dati 
e gli elementi necessari per mettere a punto gli standard minimi di servizio, gli 
standard dei costi per singole attività attinenti il ciclo dei servizi di gestione 
dei rifiuti ed un'eventuale definitiva parametrizzazione presuntiva di riferimento 
del quantitativo di rifiuti conferito dalle singole tipologie di utenza, da approvarsi 
con provvedimento successivo;
Considerato, altresì, che la tariffa è determinata dagli enti locali, anche in relazione 
al piano finanziario degli interventi relativi al servizio, ed applicata dai soggetti 
gestori nel rispetto della convenzione e del relativo disciplinare;
Vista la legge 25 gennaio 1994, n. 70, recante norme per la semplificazione degli 
adempimenti in materia ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica, nonché per 
l'attuazione del sistema di ecogestione e di audit ambientale;
Acquisito il parere della Conferenza unificata, istituita ai sensi del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli 
atti normativi nell'adunanza del 27 luglio 1998;
Ritenuto di doversi adeguare alle osservazioni formulate dalla Corte dei conti in 
data 30 settembre 1998;
Viste le deliberazioni del Consiglio dei Ministri, adottate nelle riunioni del 6 
agosto 1998 e del 16 aprile 1999;
Sulla proposta del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro dell'industria, 
del commercio e dell'artigianato;
Emana il seguente regolamento:
Art. 1
Metodo normalizzato
  - È approvato il metodo normalizzato per 
  la definizione delle componenti di costo da coprirsi con le entrate tariffarie 
  e per la determinazione della tariffa di riferimento relativa alla gestione dei 
  rifiuti urbani, riportato nell'allegato 1 al presente decreto.
 
 
Art. 2
Tariffa di riferimento
  - La tariffa di riferimento rappresenta l'insieme dei criteri e delle condizioni 
  che devono essere rispettati per la determinazione della tariffa da parte degli 
  enti locali.
 
  - La tariffa di riferimento a regime deve coprire tutti i costi afferenti al 
  servizio di gestione dei rifiuti urbani e deve rispettare la equivalenza di cui 
  al punto 1 dell'allegato 1.
 
 
Art. 3
Determinazione della tariffa
  - Sulla base della tariffa di riferimento di cui all'articolo 2, gli enti locali 
  individuano il costo complessivo del servizio e determinano la tariffa, anche 
  in relazione al piano finanziario degli interventi relativi al servizio e tenuto 
  conto degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità del 
  servizio fornito e del tasso di inflazione programmato.
 
  - La tariffa è composta da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti 
  essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per 
  le opere e dai relativi ammortamenti, e da una parte variabile, rapportata alle 
  quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione.
 
  - Le voci di costo da coprire rispettivamente attraverso la parte fissa e la 
  parte variabile della tariffa sono indicate al punto 3 dell'allegato 1.
 
 
Art. 4
Articolazione della tariffa
  - La tariffa, determinata ai sensi dell'articolo 3, è articolata nelle fasce 
  di utenza domestica e non domestica.
 
  - L'ente locale ripartisce tra le categorie di utenza domestica e non domestica 
  l'insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa secondo criteri razionali, 
  assicurando l'agevolazione per l'utenza domestica di cui all'articolo 
  49, comma 10, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.
 
  - A livello territoriale la tariffa è articolata con riferimento alle caratteristiche 
  delle diverse zone del territorio comunale, ed in particolare alla loro destinazione 
  a livello di pianificazione urbanistica e territoriale, alla densità abitativa, 
  alla frequenza e qualità dei servizi da fornire, secondo modalità stabilite dal 
  comune.
 
 
Art. 5
Calcolo della tariffa per le utenze domestiche
  - Stabilito, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, l'importo complessivo dovuto 
  a titolo di parte fissa dalla categoria delle utenze domestiche, la quota fissa 
  da attribuire alla singola utenza domestica viene determinata secondo quanto specificato 
  nel punto 4.1 dell'allegato 1 al presente decreto, in modo da privilegiare i nuclei 
  familiari più numerosi e le minori dimensioni dei locali.
 
  - La parte variabile della tariffa è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati 
  e differenziati, specificata per kg, prodotta da ciascuna utenza. Gli enti locali 
  che non abbiano validamente sperimentato tecniche di calibratura individuale degli 
  apporti possono applicare un sistema presuntivo, prendendo a riferimento la produzione 
  media comunale procapite, desumibile da tabelle che saranno predisposte annualmente 
  sulla base dei dati elaborati dalla Sezione nazionale del Catasto dei rifiuti.
 
  - [Per il 2000 i comuni tenuti, ai sensi dell'articolo 11, comma 3, del presente 
  decreto, a dare immediata applicazione al metodo normalizzato, prendono a riferimento 
  la produzione media procapite ricavata sulla base di quanto comunicato per l'anno 
  1998 ai sensi della legge 25 gennaio 1994, n. 70].
 
  - La quota variabile della tariffa relativa alla singola utenza viene determinata 
  applicando un coefficiente di adattamento secondo la procedura indicata nel punto 
  4.2 dell'allegato 1 al presente decreto.
 
 
Art. 6
Calcolo della tariffa per le utenze non domestiche
  - Per le comunità, per le attività commerciali, industriali, professionali e 
  per le attività produttive in genere, la parte fissa della tariffa è attribuita 
  alla singola utenza sulla base di un coefficiente relativo alla potenziale produzione 
  di rifiuti connessa alla tipologia di attività per unità di superficie assoggettabile 
  a tariffa e determinato dal comune nell'ambito degli intervalli indicati nel punto 
  4.3 dell'allegato 1 al presente decreto.
 
  - Per l'attribuzione della parte variabile della tariffa gli enti locali organizzano 
  e strutturano sistemi di misurazione delle quantità di rifiuti effettivamente 
  conferiti dalle singole utenze. Gli enti locali non ancora organizzati applicano 
  un sistema presuntivo, prendendo a riferimento per singola tipologia di attività 
  la produzione annua per mq ritenuta congrua nell'ambito degli intervalli indicati 
  nel punto 4.4 dell'allegato 1.
 
 
Art. 7
Agevolazioni e coefficienti di riduzione
  - Gli enti locali assicurano le agevolazioni per la raccolta differenziata previste 
  al comma 10 dell'articolo 49 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, attraverso 
  l'abbattimento della parte variabile della tariffa per una quota, determinata 
  dai medesimi enti, proporzionale ai risultati, singoli o collettivi, raggiunti 
  dalle utenze in materia di conferimento a raccolta differenziata.
 
  - Per le utenze non domestiche, sulla parte variabile della tariffa è applicato 
  un coefficiente di riduzione, da determinarsi dall'ente locale, proporzionale 
  alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato 
  a recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l'attività 
  di recupero dei rifiuti stessi.
 
  - L'ente locale può elaborare coefficienti di riduzione che consentano di tenere 
  conto delle diverse situazioni relative alle utenze domestiche e non domestiche 
  non stabilmente attive sul proprio territorio.
 
 
Art. 8
Piano finanziario
  - Ai fini della determinazione della tariffa ai sensi dell'art. 49, comma 8, 
  del decreto legislativo n. 22 del 1997, il soggetto gestore del ciclo dei rifiuti 
  urbani di cui all'art. 23 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive 
  modificazioni e integrazioni, ovvero i singoli comuni, approvano il piano finanziario 
  degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani, tenuto conto 
  della forma di gestione del servizio prescelta tra quelle previste dall'ordinamento.
 
  - Il piano finanziario comprende:
    - il programma degli interventi necessari;
 
    - il piano finanziario degli investimenti;
 
    - la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonché 
    il ricorso eventuale all'utilizzo di beni e strutture di terzi, o all'affidamento 
    di servizi a terzi;
 
    - le risorse finanziarie necessarie;
 
    - relativamente alla fase transitoria, il grado attuale di copertura dei costi 
    afferenti alla tariffa rispetto alla preesistente tassa sui rifiuti.
 
  
   
  - Il piano finanziario deve essere corredato da una relazione nella quale sono 
  indicati i seguenti elementi:
    - il modello gestionale ed organizzativo;
 
    - i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa;
 
    - la ricognizione degli impianti esistenti;
 
    - con riferimento al piano dell'anno precedente, l'indicazione degli scostamenti 
    che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni.
 
  
   
  - Sulla base del piano finanziario l'ente locale determina la tariffa, fissa 
  la percentuale di crescita annua della tariffa ed i tempi di raggiungimento del 
  pieno grado di copertura dei costi nell'arco della fase transitoria; nel rispetto 
  dei criteri di cui all'articolo 12, determina l'articolazione tariffaria.
 
 
Art. 9
Adempimenti dei comuni
  - Il soggetto gestore del ciclo dei rifiuti urbani di cui all'art. 23 del decreto 
  legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni, 
  ovvero i singoli comuni, provvedono annualmente, entro il mese di giugno, a trasmettere 
  all'Osservatorio nazionale sui rifiuti copia del piano finanziario e della relazione 
  di cui all'articolo 8, comma 3.
 
  - I dati relativi alle componenti di costo della tariffa di cui al punto 2 dell'allegato 
  1 del presente decreto sono comunicati annualmente ai sensi dell'articolo 11, 
  comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, secondo le modalità previste 
  dalla legge 25 gennaio 1994, n. 70.
 
  - A decorrere dal 1û gennaio 2000 i comuni avviano, con forme adeguate, l'attivazione 
  di servizi di raccolta differenziata dei rifiuti - isole ecologiche, raccolta 
  porta a porta o similari, e di misure atte alla contestuale valutazione quantitativa 
  ai fini del compiuto delle agevolazioni previste dall'articolo 49, comma 10, del 
  decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, da corrispondere secondo modalità 
  che i comuni medesimi determineranno.
 
 
Art. 10
Riscossione della tariffa
  - Il soggetto gestore provvede alla riscossione della tariffa, ai sensi dell'articolo 
  49, commi 13 e 15, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22.
 
 
Art. 11
Disposizioni transitorie.
  - Gli enti locali sono tenuti a raggiungere la piena copertura dei costi del 
  servizio di gestione dei rifiuti urbani attraverso la tariffa entro la fine della 
  fase di transizione della durata massima cosi articolata:
    - tre anni per i comuni che abbiano raggiunto nell'anno 1999 un grado di copertura 
    dei costi superiore all'85%;
 
    - cinque anni per i comuni che abbiano raggiunto un grado di copertura dei 
    costi tra il 55 e 1'85%;
 
    - otto anni per i comuni che abbiano raggiunto un grado di copertura dei costi 
    inferiore al 55%;
 
    - otto anni per i comuni che abbiano un numero di abitanti fino a 5000, qualunque 
    sia il grado di copertura dei costi raggiunto nel 1999. [I comuni con popolazione 
    inferiore a 5000 abitanti che abbiano già raggiunto la copertura integrale dei 
    costi di gestione del servizio, fermo restando il mantenimento dei livelli di 
    copertura conseguiti, potranno raggiungere gli obiettivi di regolazione tariffaria 
    contemplati nel presente decreto nel termine di cinque anni dalla data di entrata 
    in vigore del sistema tariffario].
 
  
   
  - [Salva la graduazione del raggiungimento dell'obiettivo di integrale copertura 
  dei costi del servizio di cui al comma 1, i comuni applicano il metodo normalizzato 
  previsto dal presente decreto nei termini e con le modalità stabilite ai commi 
  3 e 4].
 
  - [I comuni che nell'anno 1999 hanno raggiunto un tasso di copertura del costo 
  del servizio di gestione dei rifiuti urbani pari almeno al 90% devono dare immediata 
  applicazione al metodo normalizzato di cui al presente decreto. Nel primo anno 
  di applicazione, nelle more dell'elaborazione della tariffa di cui al presente 
  decreto ed allo scopo di acquisire ogni opportuna proiezione sull'utenza, tali 
  comuni provvedono ad attribuire la tariffa alle singole utenze sulla base di quanto 
  riscontrabile dalle iscrizioni a ruolo relative al 1999, salvo conguaglio a chiusura 
  dell'anno contabile].
 
  - [I comuni che non rientrano tra quelli di cui al comma 3:
    - per i primi due anni, a partire dalla data di entrata in vigore del presente 
    decreto, sono esonerati dalla suddivisione della tariffa in parte fissa e in 
    parte variabile, ripartiscono l'importo totale da coprire attraverso la tariffa 
    tra utenze domestiche e non domestiche sulla base del rapporto riscontrabile 
    dalle iscrizioni a ruolo relative al 1999, ed articolano la tariffa stessa tra 
    le singole categorie di utenza nei seguenti modi: per le utenze domestiche la 
    tariffa è determinata con riguardo, rispettivamente, ai numero dei componenti 
    il nucleo familiare per un'incidenza percentuale, da determinarsi da parte del 
    comune, compresa tra il 20% e il 70%, e alla superficie dell'immobile occupato 
    o condotto, espressa in metri quadrati, per la rimanente misura percentuale; 
    per le utenze non domestiche la tariffa è determinata sulla base di parametri 
    relativi al coefficiente potenziale di produzione delle singole categorie di 
    cui alla tabella 3 e dell'allegato 1 al presente decreto, nonché in base alla 
    superficie occupata o condotta espressa in metri quadrati; il rapporto tra i 
    suddetti parametri è determinato da parte dei comuni nell'ambito degli stessi 
    valori minimi e massimi del 20% e del 70%;
 
    - dal terzo a tutto il quinto anno di applicazione della tariffa suddividono 
    i costi da coprire attraverso le entrate tariffarie determinando la parte fissa 
    e la parte variabile della tariffa. I costi imputati alla parte fissa e alla 
    parte variabile della tariffa sono ripartiti tra utenze domestiche e non domestiche 
    in modo da rispettare l'incidenza complessiva rilevabile dalle iscrizioni a 
    ruolo relative al 1999. La tariffa da attribuire alle singole utenze è determinata 
    secondo il metodo normalizzato di cui al presente decreto;
 
    - dal sesto anno di applicazione provvedono a determinare ed articolare la 
    tariffa dando integrale applicazione al metodo normalizzato di cui al presente 
    decreto].
 
  
   
 
Art. 12
Verifica sull'applicazione del metodo normalizzato
  - Durante i primi due anni di applicazione del presente decreto, l'Osservatorio 
  nazionale sui rifiuti, con la collaborazione dell'A.N.P.A., delle regioni, dell'U.P.I, 
  dell'A.N.C.I. e dell'U.N.C.E.M. effettua una verifica sull'applicazione del metodo 
  normalizzato e della contabilità per centri di costo analitici su un campione 
  di comuni eterogeneo su base regionale e statisticamente rappresentativo. Sulla 
  base dei risultati ottenuti potranno essere apportate eventuali modifiche al metodo 
  normalizzato.
 
(Si omettono gli allegati 1 e 2 contenenti il metodo normalizzato 
per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento ed 
il glossario e le formule)
 
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