Legge 25 gennaio 1994, n. 86
Istituzione e disciplina dei fondi comuni di investimento immobiliare chiusi
Capo I
Società di gestione di fondi comuni di investimento immobiliare chiusi
Art. 1
Autorizzazione all’istituzione di fondi comuni di investimento immobiliare chiusi
- Il Ministro del tesoro, sentita la Banca d’Italia, autorizza le società per
azioni aventi per oggetto esclusivo la gestione di fondi comuni di investimento
collettivo in immobili o partecipazioni in società immobiliari, e in possesso
dei requisiti di cui al comma 3, ad istituire uno o più fondi comuni di investimento
immobiliare di tipo chiuso, con le modalità indicate al capo II della presente
legge. Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 3, 4 e 11, della
legge 23 marzo 1983, n. 77, e successive modificazioni.
- Il Ministro del tesoro comunica alla Commissione nazionale per le società
e la borsa (CONSOB) l’avvenuta autorizzazione.
- L’autorizzazione non può essere concessa nei casi indicati all’articolo 1,
comma 5, lettere b), c), d), e) ed f), della citata legge n. 77 del 1983, ed inoltre
se la società ha un capitale sociale versato inferiore a lire 10 miliardi, ovvero
al diverso ammontare determinato ai sensi dell’articolo 4, comma 3, della presente
legge, incrementati di un ulteriore ammontare di mezzi patrimoniali pari alla
quota obbligatoria di partecipazione della società a ciascuno dei fondi gestiti.
- Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 6 e 7, della citata
legge n. 77 del 1983, nonché le disposizioni di cui all’articolo 4, commi 1 e
2, e all’articolo 9, comma 12, della legge 2 gennaio 1991, n. 1, e successive
modificazioni. Il difetto del requisito di onorabilità di cui all’articolo 1,
comma 5, lettera f), della citata legge n. 77 del 1983 comporta, in caso di società
già autorizzate, la sospensione dell’esercizio del diritto di voto con gli effetti
di cui all’articolo 5 del decreto-legge 8 aprile 1974, n. 95, convertito, con
modificazioni, dalla legge 7 giugno 1974, n. 216, e successive modificazioni,
nonché all’articolo 9 della legge 4 giugno 1985, n. 281, e successive modificazioni.
- Le sostituzioni comportanti modifica della identità dei soggetti di cui all’articolo
1, comma 5, lettere c), d) ed e), della citata legge n. 77 del 1983 devono essere
comunicate dalla società di gestione non oltre quindici giorni alla Banca d’Italia
che, nel caso di accertata non conformità alle prescrizioni, fissa un termine
per la regolarizzazione e, in difetto, ne fa immediata relazione al Ministro del
tesoro, che provvede ai sensi dell’articolo 2.
- Qualora il capitale sociale o il patrimonio della società scendano al di sotto
del limite previsto al comma 3, si applica la procedura di cui al comma 5.
Art. 2
Decadenza dalla gestione del fondo, amministrazione straordinaria e liquidazione
della società
- Il Ministro del tesoro, su proposta della Banca d’Italia, pronuncia la decadenza
della società dalla gestione del fondo quando la Banca d’Italia, previa contestazione
degli addebiti, abbia accertato gravi irregolarità nella gestione della medesima
o gravi perdite patrimoniali della società o dei fondi da essa gestiti. La decadenza
deve essere sempre pronunciata in caso di insolvenza della società, giudizialmente
accertata.
- In caso di gravi violazioni delle disposizioni o delle regole di comportamento
prescritte ai sensi dell’articolo 4, comma 5, la proposta di cui al comma 1 può
essere avanzata dalla CONSOB.
- Contestualmente alla decadenza, il Ministro del tesoro, se non autorizza la
prosecuzione della gestione del fondo a cura di altra società, nomina un commissario
per la liquidazione del fondo secondo le direttive emanate dalla Banca d’Italia.
Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 2452, 2453 e 2455 del codice
civile.
- Il Ministro del tesoro determina con proprio decreto, da pubblicare nella
Gazzetta Ufficiale, i termini entro i quali, qualora venga autorizzata, ai sensi
del comma 3, la prosecuzione della gestione del fondo a cura di altra società,
questa deve adeguarsi ai requisiti di capitale e patrimoniali di cui all’articolo
1, comma 3.
- La società di gestione è soggetta alla disciplina dell’amministrazione straordinaria
e della liquidazione coatta amministrativa con esclusione del fallimento, ai sensi
delle disposizioni di cui alle sezioni I e III del capo I del titolo IV del decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385.
- Ai commissari nominati ai sensi del presente articolo si applicano le disposizioni
di cui all’articolo 3, comma 6, della citata legge n. 77 del 1983, e successive
modificazioni, nonché all’articolo 10, commi 1, 2 e 3, della presente legge.
Art. 3
Vigilanza
- Le società autorizzate alla gestione di fondi comuni di investimento immobiliare
chiusi sono iscritte in un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia.
- La Banca d’Italia esercita la vigilanza sulle società iscritte all’albo di
cui al comma 1 e sulla gestione dei fondi, ai sensi degli articoli 7, commi da
1 a 5, 52, 53, comma 3, lettere b) e c), e 54 del citato decreto legislativo n.
385 del 1993. Fermo restando quanto previsto all’articolo 13, comma 8, la Banca
d’Italia determina in via generale le modalità di investimento del patrimonio
delle società di gestione.
- Oltre a quanto previsto all’articolo 1, comma 4, le società di cui al comma
1 del presente articolo sono soggette, anche per l’attività dei fondi gestiti,
alla disciplina di cui agli articoli 3, primo comma, lettere b), c) e g), e 4
del citato decreto-legge n. 95 del 1974 , convertito dalla citata legge n. 216
del 1974, e successive modificazioni, ancorché non abbiano emesso titoli quotati
in borsa. Si applica la disciplina di cui all’articolo 18 del decreto del Presidente
della Repubblica 31 marzo 1975, n. 138 .
- Nell’esercizio della vigilanza la Banca d’Italia approva il regolamento del
fondo e le sue modificazioni, valutandone anche la completezza e compatibilità
con i criteri generali determinati ai sensi dell’articolo 4.
- L’istanza di approvazione del regolamento si intende accolta se il provvedimento
di diniego della Banca d’Italia non è adottato entro il termine di quattro mesi
dalla presentazione della domanda.
- La Banca d’Italia e la CONSOB non possono eccepire reciprocamente il segreto
d’ufficio.
Art. 4
Regolamentazione
- La Banca d’Italia determina in via generale, con propri regolamenti, i limiti
entro i quali i fondi possono investire le proprie attività in azioni o quote
di capitale emesse da società o enti tra i quali intercorre un rapporto di controllo
o di collegamento; i limiti degli investimenti in valori di pronta liquidabilità;
le modalità e i criteri in base ai quali la società di gestione può riportare
l’investimento entro i predetti limiti nonché entro i limiti previsti all’articolo
14 anche mediante dismissione dei titoli in eccedenza.
- Qualora le quote di partecipazione al fondo siano destinate esclusivamente
ad investitori istituzionali, la società di gestione fissa nel regolamento del
fondo stesso i limiti di cui al comma 1, anche in deroga alle disposizioni emanate
dalla Banca d’Italia, ferma restando l’approvazione di cui all’articolo 3, comma
4.
- La Banca d’Italia determina in via generale, con propri regolamenti, l’ammontare
minimo del patrimonio di ciascun fondo, purché non inferiore a quello indicato
all’articolo 12, comma 2, lettera d). Può, inoltre, determinare un ammontare minimo
del capitale sociale versato diverso da quello di cui all’articolo 1, comma 3,
purché non inferiore a quello ivi stabilito.
- La Banca d’Italia, sentita la CONSOB, determina in via generale, con propri
regolamenti, lo schema-tipo del bilancio e del conto dei profitti e delle perdite
delle società di gestione, lo schema-tipo del rendiconto e dei prospetti dei fondi
e i criteri di valutazione delle attività che li compongono, nonché i metodi di
calcolo del valore unitario delle quote. I prospetti devono in ogni caso contenere
analitiche informazioni rispetto a tutti gli elementi rilevanti ai fini della
valutazione e, in particolare, precisi riferimenti in ordine all’ubicazione, alle
prescrizioni urbanistiche, alla volumetria, all’epoca di costruzione, alla destinazione
e al reddito degli immobili.
- [La CONSOB determina in via generale, con propri regolamenti, le regole di
comportamento cui devono uniformarsi le società di gestione, compresa l’individuazione
delle situazioni di cui all’articolo 7, comma 4, lettera d), nonché i modelli
dei protocolli di autonomia ai fini dell’applicazione dell’articolo 1, comma 4].
- 6. Il Ministro del tesoro, con propri decreti, determina i criteri di individuazione
dei soggetti qualificabili, ai fini della presente legge, come investitori istituzionali
fra i quali non possono in ogni caso essere ricomprese le società aventi l’esercizio
di attività immobiliari quale oggetto principale dell’attività sociale e devono
invece considerarsi in ogni caso ricompresi lo Stato, gli enti locali, gli enti
pubblici previdenziali ed assistenziali, le fondazioni e le associazioni senza
scopo di lucro derivate da operazioni poste in essere nell’ambito della legge
30 luglio 1990, n. 218.
- I regolamenti e i decreti di cui al presente articolo sono adottati, in sede
di prima applicazione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge. I decreti, i regolamenti e le successive modifiche sono pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale.
Art. 5
Scritture contabili, revisione contabile e controllo
- In aggiunta alle scritture prescritte per le imprese dal codice civile, e
con le stesse modalità, la società di gestione deve redigere:
- il libro giornale del fondo, nel quale devono essere annotate, giorno per
giorno, le operazioni di emissione e di rimborso delle quote di partecipazione
e le operazioni relative alla gestione;
- entro quattro mesi dalla fine di ogni anno, il rendiconto della gestione
del fondo;
- entro sessanta giorni dalla fine di ogni semestre, la relazione semestrale
contenente il prospetto della composizione degli investimenti e del valore del
fondo, nonché del valore unitario delle quote.
- I documenti di cui alle lettere b) e c) del comma 1 sono depositati e affissi
nella sede della società di gestione, per almeno trenta giorni a decorrere da
quello successivo alla data della redazione. Qualora le quote di partecipazione
al fondo siano state oggetto di offerta al pubblico, l’ultimo rendiconto e l’ultima
relazione semestrale devono inoltre essere tenuti a disposizione del pubblico
presso la medesima sede, nonché presso le sedi della banca depositaria e delle
sue succursali indicate nel regolamento del fondo.
- I partecipanti al fondo hanno diritto di ottenere gratuitamente dalla società
di gestione, anche a domicilio, copia dell’ultimo rendiconto e dell’ultima relazione
semestrale.
- Il rendiconto, la relazione e i prospetti di cui al comma 1 sono compresi
fra le comunicazioni sociali agli effetti dell’articolo 2621, n. 1), del codice
civile.
- Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 6 della citata legge n. 77
del 1983, e successive modificazioni. La revisione contabile può essere effettuata
da un organo collegiale di tre revisori contabili iscritti al registro di cui
al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88, ovvero da una società di revisione
iscritta al medesimo registro.
Art. 6
Elenco dei periti.
- È istituito presso il Ministero del tesoro l’elenco dei periti dei fondi comuni
di investimento immobiliare di tipo chiuso.
- Possono essere iscritti all’elenco di cui al comma 1, su richiesta presentata
secondo le modalità stabilite dal decreto di cui al comma 5, coloro che siano
iscritti da almeno cinque anni agli albi degli ingegneri, degli architetti, dei
dottori agronomi, dei geometri, dei periti industriali edili, dei periti agrari
e degli agrotecnici.
- Non possono essere iscritti all’elenco coloro che:
- si trovano in stato di interdizione temporanea e di sospensione dagli uffici
direttivi delle persone giuridiche e delle imprese;
- sono stati sottoposti a misure di prevenzione ai sensi della legge 27 dicembre
1956, n. 1423, e successive modificazioni, e della legge 31 maggio 1965, n.
575, e successive modificazioni, salvi gli effetti della riabilitazione;
- hanno riportato condanna alla reclusione, anche se con pena condizionalmente
sospesa, salvi gli effetti della riabilitazione:
- per uno dei delitti previsti dalle disposizioni approvate con regio decreto
16 marzo 1942, n. 267, e successive modificazioni;
- per uno dei delitti previsti dal titolo II del libro quinto del codice
civile;
- per un delitto non colposo, per non meno di un anno;
- per un delitto contro la pubblica amministrazione, o contro l’economia
pubblica, per non meno di sei mesi.
- Il Ministro del tesoro provvede entro la fine del primo trimestre di ciascun
anno solare a pubblicare l’elenco aggiornato alla data del 31 dicembre dell’anno
precedente.
- Il Ministro del tesoro stabilisce con proprio decreto le modalità di presentazione
della domanda di iscrizione, le modalità di iscrizione all’elenco e le modalità
di cancellazione dallo stesso.
- Il Ministro del tesoro vigila sull’attività degli iscritti all’elenco. Il
Ministro del tesoro, quando accerta fatti che compromettono gravemente l’idoneità
e il corretto svolgimento delle funzioni demandate ai periti, ovvero quando accerta
l’insussistenza o il venir meno dei requisiti per l’iscrizione all’elenco, può
disporre, sentito l’interessato, la cancellazione dall’elenco con provvedimento
motivato e notificato all’interessato medesimo.
- Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro
del tesoro procede alla formazione dell’elenco dei periti dei fondi comuni di
investimento immobiliare di tipo chiuso, che è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Art. 7
Nomina e revoca del collegio dei periti.
- La società di gestione si avvale, per ciascuno dei fondi da essa gestiti,
di un collegio di tre periti designati, fra gli iscritti all’elenco di cui all’articolo
6, su richiesta del consiglio di amministrazione della società stessa, dal presidente
del tribunale competente per territorio. Il collegio è presieduto dal componente
più anziano per iscrizione all’elenco di cui all’articolo 6, ovvero, in caso di
pari anzianità di iscrizione, dal più anziano per età.
- L’incarico è conferito dalla società di gestione per la durata di un triennio
e può essere rinnovato per una sola volta, su conforme parere del presidente del
tribunale.
- Se nel periodo di durata dell’incarico cessano dalle funzioni, per qualsiasi
motivo, uno o più periti, il consiglio di amministrazione deve informare il Ministro
del tesoro, la Banca d’Italia e la CONSOB e deve immediatamente richiedere la
nuova designazione da parte del presidente del tribunale.
- L’incarico di componente del collegio dei periti non può essere conferito
a soggetti che:
- siano amministratori o sindaci della società che conferisce l’incarico o
di altre società o enti che la controllino, o che da essa siano controllati,
ovvero lo siano stati nel triennio antecedente al conferimento dell’incarico;
- siano legati alla società che conferisce l’incarico o ad altre società o
enti che la controllino, o che da essa siano controllati, da rapporto di lavoro
subordinato, ovvero lo siano stati nel triennio antecedente al conferimento
dell’incarico;
- siano parenti o affini entro il quarto grado degli amministratori, dei sindaci
o dei direttori generali della società che conferisce l’incarico o di altre
società o enti che la controllino, o che da essa siano controllati;
- si trovino in una situazione che, ai sensi del regolamento di cui all’articolo
4, comma 5, ne comprometta l’indipendenza nei confronti della società che conferisce
l’incarico.
- L’incarico può essere conferito a condizione che dopo la designazione di cui
al comma 1 i soggetti designati rendano al presidente del tribunale una dichiarazione
giurata attestante la non sussistenza delle situazioni di impedimento di cui al
comma 4. Nel caso di sopravvenienza di una di tali situazioni nel corso dell’incarico,
l’interessato è tenuto a darne immediata comunicazione alla società di gestione,
che provvede entro tre giorni dalla comunicazione stessa alla revoca dell’incarico,
dandone contestuale comunicazione al Ministro del tesoro, alla Banca d’Italia,
alla CONSOB e al presidente del tribunale. Nel caso di accertata violazione delle
disposizioni di cui al comma 4, la Banca d’Italia fissa alla società un termine
per la regolarizzazione. In difetto si applicano le disposizioni di cui all’articolo
1, comma 5.
Art. 8
Compiti del collegio dei periti.
- Il consiglio di amministrazione della società deve richiedere al collegio
dei periti un giudizio di congruità del valore di ogni bene immobile che intende
vendere nella gestione del fondo. Il giudizio di congruità dovrà essere corredato
da una relazione analitica contenente i criteri seguiti e la loro rispondenza
a quelli previsti dal regolamento del fondo.
- L’organo o la società di revisione di cui all’articolo 5, comma 5, verifica
il rispetto di quanto previsto al comma 1.
- Il collegio dei periti provvede, non oltre il trentesimo giorno precedente
la scadenza di cui all’articolo 9, comma 1, a presentare al consiglio di amministrazione
della società di gestione una relazione di stima del valore dei beni immobili
e delle partecipazioni di cui all’articolo 14, comma 1, lettera b).
- Il collegio dei periti, nella relazione di cui al comma 3, deve indicare la
consistenza, la destinazione urbanistica, l’uso e la redditività dei beni immobili
facenti parte del patrimonio del fondo nonché di quelli posseduti dalle società
di cui all’articolo 14, comma 1, lettera b). Nell’indicazione della redditività
il collegio deve tenere conto di eventuali elementi straordinari che la determinano,
dei soggetti che conducono le unità immobiliari, delle eventuali garanzie per
i redditi immobiliari, del loro tipo e della loro durata, nonché dei soggetti
che le hanno rilasciate. Per gli immobili non produttivi di reddito, il collegio
deve indicare la redditività ordinariamente desumibile da quella di immobili similari
per caratteristiche e destinazione.
- Il collegio dei periti invia la relazione di cui al comma 3 alla Banca d’Italia
e alla CONSOB contestualmente alla presentazione della stessa al consiglio di
amministrazione della società di gestione. Il perito che non condivida le conclusioni
del collegio ha diritto di far annotare le proprie osservazioni nella relazione
di stima.
- Il consiglio di amministrazione della società di gestione, qualora intenda
discostarsi dalle stime contenute nella relazione del collegio, ne comunica le
ragioni alla Banca d’Italia e al collegio stesso.
Art. 9
Valutazione del patrimonio del fondo
- Il consiglio di amministrazione della società di gestione provvede alla valutazione
del patrimonio del fondo ogni sei mesi. La valutazione semestrale deve essere
effettuata entro il termine di sessanta giorni dalla fine di ogni semestre.
- La valutazione è effettuata in base ai valori correnti.
- Il consiglio di amministrazione della società di gestione deve redigere, dopo
ogni valutazione, un prospetto del patrimonio del fondo da cui risulti il valore
netto del fondo compilato secondo i criteri stabiliti dal regolamento di cui all’articolo
4, comma 4.
- Il prospetto di cui al comma 3 deve essere inviato, ai sensi e per gli effetti
dell’articolo 3, alla Banca d’Italia; deve essere pubblicato con le eventuali
modificazioni ed integrazioni disposte dalla Banca d’Italia stessa su almeno un
quotidiano a diffusione nazionale; deve, inoltre, essere depositato e affisso
per almeno trenta giorni a decorrere da quello successivo alla data di redazione
definitiva nelle sedi, nelle filiali, nelle succursali e nelle agenzie della società
di gestione.
Art. 10
Sanzioni
- Gli amministratori, i sindaci, i revisori, i periti e i direttori generali
delle società di gestione che non ottemperano alle richieste o non si uniformano
alle prescrizioni della Banca d’Italia o della CONSOB, o che ne ostacolano l’esercizio
delle funzioni, ovvero che violano le disposizioni di cui all’articolo 4 del citato
decreto-legge n. 95 del 1974, convertito dalla citata legge n. 216 del 1974, e
successive modificazioni, sono puniti con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda
da lire 2 milioni a lire 40 milioni.
- Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori, i sindaci,
i revisori, i periti e i direttori generali delle società di gestione che forniscono
alla Banca d’Italia o alla CONSOB informazioni false sono puniti con l’arresto
da sei mesi a tre anni.
- Sono puniti con l’arresto sino ad un anno e con l’ammenda da lire 3 milioni
a lire 50 milioni gli amministratori delle società di gestione che violano le
disposizioni di cui all’articolo 13, comma 8, nonché le disposizioni di cui all’articolo
14, commi 1, 2, 3 e 4.
- È punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da lire
10 milioni a lire 200 milioni chiunque svolge, senza autorizzazione del Ministro
del tesoro, l’attività di cui all’articolo 1. Alla condanna segue l’interdizione
dai pubblici uffici e l’incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi
banca o società di gestione di fondi comuni per un periodo di tempo non inferiore
ad un anno e non superiore a cinque anni. La condanna comporta altresì in ogni
caso la confisca delle cose mobili ed immobili di proprietà del soggetto che ha
commesso il reato, che sono servite o sono state destinate a commettere il reato.
- Nel caso di cui al comma 4, alla società di gestione, agli amministratori,
ai sindaci, ai revisori e ai direttori generali si applica altresì, con decreto
motivato del Ministro del tesoro, la sanzione amministrativa del pagamento di
una somma da un quarto all’intero valore dell’operazione effettuata. Si osservano
le disposizioni di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni.
- Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 10, comma 7, della citata
legge n. 77 del 1983, e successive modificazioni.
- Alla società di gestione, nonché agli amministratori e ai direttori generali
che violano le regole di comportamento di cui all’articolo 4, comma 5, si applica,
con decreto motivato del Ministro del tesoro, la sanzione amministrativa del pagamento
di una somma da un quarto all’intero valore dell’operazione effettuata. Si osservano
le disposizioni di cui alla citata legge n. 689 del 1981, e successive modificazioni,
nonché le disposizioni di cui all’articolo 9, comma 17, della citata legge n.
1 del 1991.
- Gli amministratori della società di gestione che violano il divieto di cui
all’articolo 14, commi 6 e 7, sono puniti con l’arresto fino ad un anno e con
l’ammenda da lire 3 milioni a lire 50 milioni.
- I periti che omettono di comunicare la sopravvenienza di una delle situazioni
di impedimento previste all’articolo 7, comma 4, sono puniti con la reclusione
fino a due anni. In caso di condanna, si applicano le disposizioni di cui all’articolo
6, comma 6.
Art. 11
Obblighi della società di gestione.
- La società di gestione assume verso i partecipanti al fondo gli obblighi e
le responsabilità del mandatario.
- Nel giudizio di risarcimento dei danni derivanti dallo svolgimento delle attività
di cui all’articolo 1, comma 1, spetta alla società di gestione l’onere della
prova di avere agito con la diligenza del mandatario.
Capo II
Fondi comuni di investimento immobiliare chiusi
Art. 12
Istituzione del fondo.
- Il fondo è istituito con delibera dell’assemblea ordinaria della società di
gestione, la quale contestualmente approva il regolamento del fondo stesso.
- Il regolamento stabilisce, oltre a quanto previsto all’articolo 2, comma 2,
lettere b), d), f), g), h) e n), della citata legge n. 77 del 1983, e successive
modificazioni:
- le modalità di partecipazione al fondo, ed in particolare se le quote siano
sottoscrivibili esclusivamente da soggetti che rientrano tra gli investitori
istituzionali individuati ai sensi dell’articolo 4, comma 6; le caratteristiche
dei certificati di partecipazione; i termini e le modalità dell’emissione e
dell’estinzione dei certificati, nonché le modalità di liquidazione del fondo;
- i criteri per la scelta degli investimenti, osservato il principio della
ripartizione dei rischi;
- le caratteristiche e le destinazioni dei beni immobili in cui potrà essere
investito il patrimonio del fondo;
- l’ammontare del fondo, che non può essere inferiore a lire 200 miliardi
ovvero al maggiore ammontare determinato ai sensi dell’articolo 4, comma 3;
- la banca depositaria di cui all’articolo 14, comma 4, e le condizioni per
la sua sostituzione;
- il termine massimo di sottoscrizione delle quote di partecipazione al fondo,
che, nei casi di cui al comma 3 del presente articolo, non può essere superiore
ad un anno a decorrere dalla determinazione della CONSOB assunta ai sensi dell’articolo
18 del citato decreto-legge n. 95 del 1974, convertito dalla citata legge n.
216 del 1974, e successive modificazioni;
- la durata del periodo di richiamo degli impegni, che decorre dalla data
della dichiarazione di chiusura delle sottoscrizioni, ed entro il quale devono
essere effettuati i versamenti relativi alle quote sottoscritte;
- i casi nei quali, nell’ipotesi di cui all’articolo 13, comma 2, alla chiusura
delle sottoscrizioni la società di gestione può chiedere l’autorizzazione al
ridimensionamento del fondo, e quelli nei quali può decidere di non ridimensionare
il fondo: per il caso in cui l’autorizzazione al ridimensionamento venga concessa,
il regolamento indica le modalità con cui i sottoscrittori possono esercitare
il diritto di recesso esclusivamente in occasione del predetto ridimensionamento;
- le modalità di riparto in presenza di richieste di sottoscrizione superiori
all’offerta delle quote;
- l’ammontare minimo di ogni singola sottoscrizione, che non può essere comunque
inferiore a lire 3 milioni, o al maggior importo determinato con decreto del
Ministro del tesoro;
- la denominazione e la durata del fondo, non inferiore a dieci anni e non
superiore a trent’anni, nonché la facoltà della società di gestione di richiedere,
al termine della durata, un periodo di grazia, ai sensi dell’articolo 13, comma
5;
- le modalità ed il termine massimo della procedura di rimborso, nonché l’eventuale
possibilità di rimborso parziale delle quote nel corso del periodo di liquidazione;
- i criteri per la determinazione dei proventi e del risultato netto della
gestione del fondo, che in ogni caso dovranno essere calcolati al netto degli
oneri fiscali, delle commissioni, delle provvigioni e delle spese addebitate
dalla società di gestione;
- le modalità di ripartizione, tra i partecipanti e la società di gestione,
dei proventi e del risultato netto della gestione del fondo derivanti dallo
smobilizzo degli investimenti; alla società di gestione potrà essere attribuito
un compenso fino ad un massimo del 20 per cento del risultato eccedente quello
calcolato utilizzando un tasso di rendimento prefissato dal regolamento del
fondo e individuato come risultato minimo obiettivo; nella percentuale di cui
alla presente lettera non devono essere compresi i proventi attribuiti alla
società di gestione relativi alla propria partecipazione al fondo;
- i criteri per la definizione del giudizio di congruità di cui all’articolo
8, comma 1;
- gli ulteriori elementi richiesti dalla Banca d’Italia ai sensi dell’articolo
3, comma 4;
- la possibilità per la società di gestione di procedere, nell’interesse dei
sottoscrittori, trascorsi cinque anni dal completamento dei versamenti, al rimborso
parziale delle quote a fronte di disinvestimenti;
- s-bis.
- la riduzione a cinque anni del termine di dieci anni di cui alla lettera
m) e a due anni del termine di cinque anni di cui alla lettera s) relativamente
ai fondi il cui patrimonio immobiliare sia costituito per non meno del 90 per
cento da immobili ceduti dallo Stato, da enti previdenziali pubblici, da regioni,
da enti locali o loro consorzi, nonché da società interamente possedute, anche
indirettamente, dagli stessi soggetti.
- Qualora le quote di partecipazione al fondo siano state oggetto di offerta
al pubblico, si applicano gli articoli 18, 18-bis, 18-ter, 18-quater e 18-quinquies
del citato decreto-legge n. 95 del 1974, convertito dalla citata legge n. 216
del 1974, e successive modificazioni.
- L’attività di sottoscrizione svolta da banche presso le proprie dipendenze
si considera come svolta presso la sede legale o amministrativa principale.
- Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 2-bis, secondo le modalità
e nei limiti definiti dalla Banca d’Italia, e all’articolo 2-ter della citata
legge n. 77 del 1983, introdotti dall’articolo 3 del decreto legislativo 25 gennaio
1992, n. 83.
- Ciascun fondo costituisce patrimonio distinto a tutti gli effetti dal patrimonio
della società di gestione e da quelli dei partecipanti, nonché da quello di ogni
altro fondo gestito dalla medesima società di gestione. Sul fondo non sono ammesse
azioni dei creditori della società di gestione. Le azioni dei creditori dei singoli
partecipanti sono ammesse soltanto sulle quote di partecipazione dei medesimi.
Art. 13
Partecipazione al fondo.
- L’emissione delle quote di partecipazione al fondo è soggetta alla disciplina
di cui all’articolo 3, commi 3 e 5, della citata legge n. 77 del 1983. Il patrimonio
del fondo deve essere raccolto mediante un’unica emissione di quote, di eguale
valore unitario, che devono essere sottoscritte entro il termine massimo di
cui all’articolo 12, comma 2, lettera f).
- Decorso il termine per la sottoscrizione delle quote, di cui all’articolo
12, comma 2, lettera f), se il fondo è stato sottoscritto per un ammontare non
inferiore al 60 per cento di quello previsto ai sensi dell’articolo 12, comma
2, lettera d), la società di gestione, previa autorizzazione da richiedere al
Ministro del tesoro, che provvede entro trenta giorni sentita la Banca d’Italia,
può ridimensionare il fondo, conformemente a quanto stabilito nel regolamento
del fondo stesso a norma dell’articolo 12, comma 2, lettera h).
- La società di gestione, entro quindici giorni, deve comunicare ai sottoscrittori
l’autorizzazione ottenuta ai sensi del comma 2; analoga comunicazione deve essere
fornita nel caso in cui la società decida, in base al regolamento del fondo,
di non procedere al ridimensionamento.
- Qualora le quote di partecipazione al fondo siano state oggetto di offerta
al pubblico, il valore unitario delle quote deve essere pubblicato almeno due
volte l’anno su tre giornali a diffusione nazionale indicati nel regolamento
del fondo.
- Le quote di partecipazione al fondo devono essere rimborsate ai singoli
partecipanti secondo le modalità indicate nel regolamento del fondo stesso,
alla scadenza indicata ai sensi dell’articolo 12, comma 2, lettere m) e n),
al valore di liquidazione. La Banca d’Italia può consentire, su richiesta della
società di gestione, un periodo di grazia non superiore a tre anni, al termine
della durata del fondo, per l’effettuazione dello smobilizzo degli investimenti.
- Qualora le quote di partecipazione al fondo siano state oggetto di offerta
al pubblico, la società di gestione, entro sei mesi dalla chiusura dell’offerta,
deve chiedere alla CONSOB l’ammissione dei relativi certificati alla negoziazione
in un mercato regolamentato, salvo nel caso in cui le quote siano sottoscrivibili
esclusivamente da investitori istituzionali ai sensi dell’articolo 12, comma
2, lettera a).
- 6-bis.
- Nel caso in cui le quote siano oggetto di offerta al pubblico la società
di gestione può affidare ad uno o più intermediari mobiliari di cui alla L.
2 gennaio 1991, n. 1, in possesso dei requisiti patrimoniali e organizzativi
stabiliti dalla Banca d’Italia, l’incarico di negoziare i certificati rappresentativi
delle quote del fondo nei limiti fissati da apposita convenzione approvata dalla
Banca d’Italia, tenuto conto delle esigenze di stabilità dei soggetti contraenti.
Per le modalità di negoziazione gli intermediari incaricati si attengono alle
disposizioni emanate dalla CONSOB ai sensi dell’art. 20, commi 1, 2, 4 e 5,
della L. 2 gennaio 1991, n. 1.
- Il regolamento del fondo può prevedere, ove le quote siano ammesse alla
negoziazione in un mercato regolamentato, che la durata del fondo sia prorogata
ad una scadenza, da indicare nel regolamento stesso, successiva a quella massima
di cui all’articolo 12, comma 2, lettera m).
- La società di gestione deve investire il proprio patrimonio in quote dei
fondi dalla stessa gestiti, nella misura del 3 per cento dell’ammontare di ciascun
fondo se le quote del fondo possono essere sottoscritte esclusivamente da investitori
istituzionali, e nella misura del 5 per cento se le quote possono essere sottoscritte
da chiunque. L’investimento della società di gestione in ciascun fondo da essa
gestito non può superare in ogni caso il 10 per cento dello stesso.
- 8-bis.
- Le quote del fondo non possono essere possedute da soggetti diversi dagli
investitori istituzionali in misura superiore al 10 per cento, fermo restando
per le società di gestione il limite di cui al comma 8.
Art. 14
Gestione del fondo
- Le società di gestione, con il patrimonio del fondo, possono svolgere esclusivamente
le seguenti attività:
- acquisto, vendita, gestione, nonché locazione con facoltà di acquisto
di beni immobili o di diritti reali di godimento sugli stessi, con esclusione
di qualsiasi attività diretta di costruzione;
- assunzione di partecipazioni in società per azioni e in società in accomandita
per azioni, non quotate, aventi per oggetto esclusivo quanto previsto alla
lettera a);
- investimento e gestione delle disponibilità liquide in titoli di Stato
o garantiti dallo Stato, nonché in altri valori mobiliari, di rapida e sicura
liquidabilità, che rientrino in categorie ammesse dal Ministro del tesoro.
- Nell’assunzione di partecipazioni nelle società di cui al comma 1, lettera
b), non potrà essere complessivamente investito un ammontare superiore al 25
per cento del patrimonio netto di ciascuno dei fondi gestiti. Ciascuna partecipazione
deve in ogni caso consentire alla società di gestione, anche per mezzo di patti
parasociali, di esercitare sulla società partecipata il controllo ai sensi dell’articolo
2359, primo comma, numero 1), del codice civile.
- Il venir meno per qualsiasi motivo del controllo di cui al comma 2 obbliga
la società, o in caso di controllo congiunto ciascuna delle società di gestione,
ad alienare la partecipazione entro il termine di due anni.
- La custodia delle partecipazioni di cui al comma 1, lettera b), e dei titoli
e valori mobiliari di cui al comma 1, lettera c), deve essere affidata ad una
banca depositaria. Si applicano le disposizioni dell’articolo 2-bis della citata
legge n. 77 del 1983, e successive modificazioni.
- Le società di gestione non possono investire in un unico bene immobile avente
caratteristiche urbanistiche e funzionali unitarie, più di un terzo del patrimonio
netto di ciascun fondo gestito.
- Il patrimonio del fondo non può essere investito in attività direttamente
o indirettamente cedute da un socio, amministratore, direttore o dipendente
della società di gestione o da un altro fondo gestito dalla medesima società
ovvero da altre società facenti parte del medesimo gruppo o da loro soci, amministratori,
direttori o dipendenti, o da soggetti che le abbiano acquistate dalle stesse
società. A tal fine, a pena di nullità dei contratti di acquisto, in questi
ultimi devono essere riportati, a cura del notaio rogante ove siano stipulati
per atto pubblico, gli estremi identificativi dei soggetti da cui i cedenti
hanno acquisito le attività stesse. Agli effetti di cui al presente comma, per
gruppo di appartenenza della società di gestione si intende quello definito
dall’articolo 4, comma 3, della citata legge n. 1 del 1991.
- 6-bis.
- Relativamente agli investimenti del fondo in attività direttamente o indirettamente
cedute dallo Stato, da enti previdenziali pubblici, da regioni, da enti locali
o loro consorzi, nonché da società interamente possedute, anche indirettamente,
dagli stessi soggetti, non operano i divieti di cui ai commi 5 e 6.
- 6-ter.
- A pena di nullità dei contratti di vendita, le attività patrimoniali del
fondo non possono essere cedute direttamente o indirettamente ad un socio, amministratore,
direttore o dipendente della società di gestione o ad altro fondo gestito dalla
medesima società ovvero ad altre società facenti parte del medesimo gruppo ed
a loro soci, amministratori, direttori o dipendenti. Si applica l’ultimo periodo
del comma 6.
- Le società di gestione nella gestione di ciascun fondo possono assumere
prestiti nel limite massimo del 25 per cento del patrimonio netto del fondo
stesso, esclusivamente nella forma di finanziamenti ipotecari finalizzati all’acquisto
di beni immobili o all’assunzione di partecipazioni nelle società di cui al
comma 1, lettera b). Le società di gestione non possono concedere prestiti sotto
alcuna forma.
- Gli investimenti di cui al comma 1, lettera c), non possono essere inferiori
al 10 per cento né superiori al 20 per cento del patrimonio netto del fondo.
Art. 14-bis
Fondi istituiti con apporto di beni immobili.
- In alternativa alle modalità operative indicate negli articoli 12, 13 e 14,
le quote del fondo possono essere sottoscritte, entro un anno dalla sua costituzione,
con apporto di beni immobili o di diritti reali su immobili, qualora l’apporto
sia costituito per oltre il 51 per cento da beni e diritti apportati esclusivamente
dallo Stato, da enti previdenziali pubblici, da regioni, da enti locali e loro
consorzi, nonché da società interamente possedute, anche indirettamente, dagli
stessi soggetti. Alla istituzione del fondo con apporto in natura si applicano
l’articolo 12, commi 1, 2, lettere a), d), e), l), m), o), p), r), s-bis), e 6,
e l’articolo 14, commi 7 e 8. Si applicano altresì, in quanto compatibili, le
disposizioni dell’articolo 12, commi 4 e 5.
- Ai fini del presente articolo la società di gestione non deve essere controllata,
ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, neanche indirettamente, da alcuno
dei soggetti che procedono all’apporto. Tuttavia, ai fini della presente disposizione,
nell’individuazione del soggetto controllante non si tiene conto delle partecipazioni
detenute dal Ministero del tesoro. La misura dell’investimento minimo obbligatorio
nel fondo di cui all’articolo 13, comma 8, è determinata dal Ministro del tesoro
nel limite massimo dell’uno per cento dell’ammontare del fondo.
- Il regolamento del fondo deve prevedere l’obbligo, per i soggetti che effettuano
conferimenti in natura, di integrare gli stessi con un apporto in denaro non inferiore
al 5 per cento del valore del fondo. Detto obbligo non sussiste qualora partecipino
al fondo, esclusivamente con apporti in denaro, anche soggetti diversi da quelli
che hanno effettuato apporti in natura ai sensi del comma 1 e sempreché il relativo
apporto in denaro non sia inferiore al 10 per cento del valore del fondo. La liquidità
derivata dagli apporti in denaro non può essere utilizzata per l’acquisto di beni
immobili o diritti reali immobiliari; fanno eccezione gli acquisti di beni immobili
e diritti reali immobiliari strettamente necessari ad integrare i progetti di
utilizzo di beni e diritti apportati ai sensi del comma 1 e sempreché detti acquisti
comportino un investimento non superiore al 30 per cento dell’apporto complessivo
in denaro.
- Gli immobili apportati al fondo ai sensi del comma 1 sono sottoposti alle
procedure di stima previste dall’articolo 8 anche al momento dell’apporto; la
relazione deve essere redatta e depositata al momento dell’apporto con le modalità
e le forme indicate nell’articolo 2343 del codice civile e deve contenere i dati
e le notizie richiesti dai commi 1 e 4 dell’articolo 8.
- Agli immobili apportati al fondo da soggetti diversi da quelli indicati al
comma 1, si applicano le disposizioni di cui all’articolo 14, commi 6 e 6-ter.
- Con modalità analoghe a quelle previste dall’articolo 12, comma 3, la società
di gestione procede all’offerta al pubblico delle quote derivate dall’istituzione
del fondo ai sensi del comma 1. A tal fine, le quote sono tenute in deposito presso
la banca depositaria. L’offerta al pubblico deve essere corredata dalla relazione
dei periti di cui al comma 4 e, ove esistente, dal certificato attestante l’avvenuta
approvazione dei progetti di utilizzo dei beni e dei diritti da parte della conferenza
di servizi di cui al comma 12. L’offerta al pubblico deve concludersi entro diciotto
mesi dalla data dell’ultimo apporto in natura e comportare collocamento di quote
per un numero non inferiore al 60 per cento del loro numero originario presso
investitori diversi dai soggetti conferenti. Il regolamento del fondo prevede
le modalità di esecuzione del collocamento, il termine per il versamento dei corrispettivi
da parte degli acquirenti delle quote, le modalità con cui la società di gestione
procede alla consegna delle quote agli acquirenti, riconosce i corrispettivi ai
soggetti conferenti e restituisce ai medesimi le quote non collocate.
- Gli interessati all’acquisto delle quote offerte ai sensi del comma 6 sono
tenuti a fornire alla società di gestione, su richiesta della medesima, garanzie
per il buon esito dell’impegno di sottoscrizione assunto. Le possibili forme di
garanzia sono indicate nel regolamento del fondo.
- Entro sei mesi dalla consegna delle quote agli acquirenti, la società di gestione
richiede alla CONSOB l’ammissione dei relativi certificati alla negoziazione in
un mercato regolamentato, salvo il caso in cui le quote siano destinate esclusivamente
ad investitori istituzionali ai sensi dell’articolo 12, comma 2, lettera a).
- Qualora, decorso il termine di diciotto mesi dalla data dell’ultimo apporto
in natura, risulti collocato un numero di quote inferiore a quello indicato nel
comma 6, la società di gestione dichiara il mancato raggiungimento dell’obiettivo
minimo di collocamento, dichiara caducate le prenotazioni ricevute per l’acquisto
delle quote e delibera la liquidazione del fondo, che viene effettuata da un commissario
nominato dal Ministro del tesoro e operante secondo le direttive impartite dal
Ministro medesimo, il quale provvederà a retrocedere i beni immobili e i diritti
reali immobiliari apportati ai soggetti conferenti.
- Gli apporti al fondo istituiti a norma del comma 1 non danno luogo a redditi
imponibili ovvero a perdite deducibili per l’apportante al momento dell’apporto.
Le quote ricevute in cambio dell’immobile o del diritto oggetto di apporto mantengono,
ai fini delle imposte sui redditi, il medesimo valore fiscalmente riconosciuto
anteriormente all’apporto. La cessione di quote da parte di organi dello Stato
per importi superiori ovvero anche inferiori a quelli attribuiti agli immobili
o ai diritti reali immobiliari al momento del conferimento ai sensi del comma
4 comporta una corrispondente proporzionale rettifica del valore fiscalmente riconosciuto
dei beni e dei diritti medesimi rilevante ai fini dell’articolo 15.
- Per l’insieme degli apporti di cui al comma 1 e delle eventuali successive
retrocessioni di cui al comma 9, è dovuto in luogo delle ordinarie imposte di
registro, ipotecaria e catastale e dell’imposta comunale sull’incremento di valore
degli immobili, un’imposta sostitutiva di lire 1 milione che è liquidata dall’ufficio
del registro a seguito di denuncia del primo apporto in natura e che deve essere
presentata dalla società di gestione entro sei mesi dalla data in cui l’apporto
stesso è stato effettuato.
- I progetti di utilizzo degli immobili e dei diritti apportati a norma del
comma 1 di importo complessivo superiore a 2 miliardi di lire, risultante dalla
relazione di cui al comma 4, sono sottoposti all’approvazione della conferenza
di servizi di cui all’articolo 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive
modificazioni. Ai sensi dell’articolo 2, comma 12, della legge 24 dicembre 1993,
n. 537, le determinazioni concordate nelle conferenze di servizi sostituiscono
a tutti gli effetti i concerti, le intese, i nulla osta e gli assensi comunque
denominati. Qualora nelle conferenze non si pervenga alle determinazioni conclusive
entro novanta giorni dalla convocazione ovvero non si raggiunga l’unanimità, anche
in conseguenza della mancata partecipazione ovvero della mancata comunicazione
entro venti giorni delle valutazioni delle amministrazioni e dei soggetti regolarmente
convocati, le relative determinazioni sono assunte ad ogni effetto dal Presidente
del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri; il
suddetto termine può essere prorogato una sola volta per non più di sessanta giorni.
I termini stabiliti da altre disposizioni di legge e regolamentari per la formazione
degli atti facenti capo alle amministrazioni e soggetti chiamati a determinarsi
nelle conferenze di servizi, ove non risultino compatibili con il termine di cui
al precedente periodo, possono essere ridotti con decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri per poter consentire di assumere le determinazioni delle conferenze
di servizi nel rispetto del termine stabilito nel periodo precedente. Eventuali
carenze, manchevolezze, errori od omissioni della conferenza nel procedimento
di approvazione del progetto non sono opponibili alla società di gestione, al
fondo, né ai soggetti cui sono stati trasmessi, in tutto ovvero anche solo in
parte, i relativi diritti.
- Il Ministro del tesoro può emettere titoli speciali che prevedono diritti
di conversione in quote dei fondi istituiti ai sensi del comma 1. Le modalità
e le condizioni di tali emissioni sono fissate con decreto dello stesso Ministro.
In alternativa alla procedura prevista al comma 6, per le quote di propria pertinenza,
il Ministro del tesoro può emettere titoli speciali che prevedano diritti di conversione
in quote dei fondi istituiti ai sensi del comma 1. Le modalità e le condizioni
di tali emissioni sono fissate con decreto dello stesso Ministro.
- Le somme derivanti dal collocamento dei titoli speciali emessi ai sensi del
comma 13 o dalla cessione delle quote dei fondi sottoscritte ai sensi del comma
1 con apporti dello Stato o di enti previdenziali pubblici, nonché i proventi
distribuiti dagli stessi fondi per dette quote, affluiscono agli enti titolari.
- Gli enti locali territoriali sono autorizzati, fino a concorrenza del valore
dei beni conferiti, ad emettere prestiti obbligazionari convertibili in quote
dei fondi istituiti ai sensi del comma 1, secondo le modalità di cui all’articolo
35 della legge 23 dicembre 1994, n. 724. In alternativa alla procedura prevista
al comma 6, per le quote di propria pertinenza, gli enti locali territoriali possono
emettere titoli speciali che prevedano diritti di conversione in quote di fondi
istituiti o da istituirsi ai sensi del comma 1, secondo le modalità di cui all’articolo
35 della predetta legge n. 724 del 1994.
- Le somme derivanti dal collocamento dei titoli emessi ai sensi del comma 15
o dalla cessione delle quote nonché dai proventi distribuiti dai fondi sono destinate
al finanziamento degli investimenti secondo le norme previste dal decreto legislativo
25 febbraio 1995, n. 77, nonché alla riduzione del debito complessivo.
- Qualora per l’utilizzazione o la valorizzazione dei beni e dei diritti da
conferire ai sensi del comma 1 da parte degli enti locali territoriali sia prevista
dal regolamento del fondo l’esecuzione di lavori su beni immobili di pertinenza
del fondo stesso, gli enti locali territoriali conferenti dovranno effettuare
anche i conferimenti in denaro necessari nel rispetto dei limiti previsti al comma
1. A tal fine gli enti conferenti sono autorizzati ad emettere prestiti obbligazionari
convertibili in quote del fondo fino a concorrenza dell’ammontare sottoscritto
in denaro. Le quote del fondo spettanti agli enti locali territoriali a seguito
dei conferimenti in denaro saranno tenute in deposito presso la banca depositaria
fino alla conversione.
Art. 15
Disposizioni tributarie.
- La società di gestione è soggetta ad imposta sostitutiva dell’imposta sul
reddito delle persone giuridiche e dell’imposta locale sui redditi per i fondi
di investimento immobiliare istituiti ai sensi della presente legge, secondo quanto
disposto dal presente articolo.
- L’imposta sostitutiva è dovuta nella misura del 25 per cento ed è commisurata
all’ammontare del reddito relativo alla gestione di ciascun fondo, determinato
secondo le disposizioni di cui al titolo II, capo II, del testo unico delle imposte
sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917; per la distribuzione dei proventi dei fondi non si applicano gli
articoli 105, 106 e 107 del medesimo testo unico. Nel caso di perdita il relativo
ammontare è computato in diminuzione dei redditi dei successivi periodi d’imposta,
ma non oltre il quinto. Le ritenute operate sui redditi percepiti dai fondi sono
a titolo d’imposta. Il patrimonio del fondo è escluso dall’applicazione dell’imposta
sul patrimonio netto delle imprese.
- Le plusvalenze patrimoniali iscritte per adeguare il valore del patrimonio
del fondo alla valutazione effettuata ai sensi dell’articolo 9 non concorrono,
salvo distribuzione, a formare il reddito per la parte eccedente il costo di acquisizione,
determinato ai sensi dell’articolo 76 del testo unico di cui al comma 2; le quote
di ammortamento dei beni strumentali non sono ammesse in deduzione per la parte
riferibile al maggior valore iscritto. Per le plusvalenze realizzate dal fondo
si applica il comma 4 dell’articolo 54 del citato testo unico; tuttavia, le plusvalenze
relative agli immobili, nonché quelle relative alle partecipazioni di cui all’articolo
14, comma 1, lettera b), eccedenti, rispettivamente, l’ammontare delle quote di
ammortamento e quello delle svalutazioni già dedotte, concorrono a formare il
reddito nella misura del 50 per cento.
- La società di gestione provvede separatamente per ciascun fondo agli obblighi
di dichiarazione e di versamento dell’imposta sostitutiva, imputando al loro patrimonio
i relativi oneri. Per la liquidazione, l’accertamento, la riscossione, le sanzioni
e i rimborsi dell’imposta sostitutiva, nonché per il contenzioso si applicano
le disposizioni previste per le imposte sui redditi; si applicano altresì le disposizioni
di cui al decreto-legge 10 luglio 1982, n. 429, convertito, con modificazioni,
dalla legge 7 agosto 1982, n. 516, e successive modificazioni.
- La società di gestione deve tenere per ciascun fondo una contabilità separata.
A tal fine le scritture contabili di cui all’articolo 5, comma 1, lettere a) e
b), possono avere rilevanza fiscale a condizione che siano integrate con tutti
gli elementi necessari per la determinazione del reddito d’impresa e che siano
rispondenti alle prescrizioni dell’articolo 22 del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni.
- I proventi di ogni tipo derivanti dalla partecipazione ai fondi, tranne quelli
spettanti a soggetti che esercitano imprese commerciali, non concorrono a formare
il reddito imponibile dei partecipanti. I proventi spettanti a soggetti che esercitano
imprese commerciali, compresi quelli riconosciuti, implicitamente o esplicitamente,
nel corrispettivo della cessione delle quote di partecipazione, concorrono a formare
il reddito ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e dell’imposta
sul reddito delle persone giuridiche e il credito di imposta previsto dall’articolo
14 del testo unico di cui al comma 2 spetta nella misura del 20 per cento dei
proventi imputabili al periodo di possesso delle quote di partecipazione, effettivamente
assoggettati ad imposizione nei confronti del fondo. Si applicano le disposizioni
dell’articolo 44, comma 3, del citato testo unico.
- La società di gestione provvede agli obblighi di dichiarazione e di versamento
dell’imposta comunale sugli immobili dovuta per gli immobili di ciascun fondo,
imputando al loro patrimonio i relativi oneri. I comuni possono fissare, anche
per singole tipologie di immobili, una aliquota ridotta, non inferiore a quella
minima, per gli immobili posseduti dai fondi nel rispettivo territorio.
- La società di gestione è soggetto passivo ai fini dell’imposta sul valore
aggiunto per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi relative alle attività
dei fondi da essa istituiti ai sensi della presente legge. L’imposta sul valore
aggiunto è determinata e liquidata distintamente per ciascun fondo e i versamenti
di cui agli articoli 27, 30 e 33 del
decreto del Presidente della Repubblica 26
ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, sono effettuati per l’ammontare
complessivamente dovuto per le operazioni della società di gestione e dei fondi.
Gli acquisti di immobili effettuati dalla società di gestione e imputati ai singoli
fondi danno diritto alla detrazione dell’imposta ai sensi dell’articolo 19 di
detto decreto; agli stessi fini non s’intendono rilevanti, per il calcolo della
percentuale di riduzione di cui al citato articolo 19, le operazioni esenti indicate
ai numeri 1, 3, 4 e 9 dell’articolo 10 del medesimo decreto. Ai fini dell’articolo
38-bis del citato decreto gli immobili costituenti patrimonio del fondo sono considerati
beni ammortizzabili ed ai rimborsi si provvede entro e non oltre sei mesi senza
prestazione delle garanzie previste dal medesimo articolo.
- L’articolo 7 della tabella allegata al testo unico delle disposizioni concernenti
l’imposta di registro, approvato con
decreto del Presidente della Repubblica
26 aprile 1986, n. 131, deve intendersi applicabile anche ai fondi di investimento
immobiliare disciplinati dalla presente legge.
- Gli atti comportanti l’alienazione di immobili dello Stato, di enti previdenziali
pubblici, di regioni, di enti locali o loro consorzi, nei quali i fondi intervengono
come parte acquirente, sono soggetti alle imposte di registro, ipotecarie e catastali
nella misura fissa di lire 1 milione per ciascuna imposta.
- Con uno o più decreti, da emanare ai sensi dell’articolo 17 della legge 23
agosto 1988, n. 400, il Ministro delle finanze stabilisce le modalità di attuazione
delle disposizioni previste dal presente articolo, prevedendo altresì particolari
adempimenti ed oneri di documentazione a carico dei soggetti che intendano avvalersi
del credito d’imposta .
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