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Roma, 1 giugno 2011
Locazioni non
registrate:
dal 7 giugno per gli inquilini sono possibili affitti più bassi e contratti più
lunghi
Per tutti gli inquilini che hanno un contratto d’affitto non registrato, c’è da
segnare sul calendario una data molto importante. E’ quella del prossimo 7
giugno. Da quel giorno infatti, il loro contratto in nero potrà, dopo la
regolarizzazione, durare otto anni e il canone sarà molto più basso di quello
che generalmente viene pagato: pari a tre volte la rendita catastale. Questi
sono gli effetti della norma contenuta nel decreto legislativo sul federalismo
municipale, che ha istituito la cedolare secca. Le nuove disposizioni prevedono
per i proprietari di immobili in affitto, con contratti di locazione non
registrati, 60 giorni di tempo per mettersi in regola dall’entrata in vigore del
decreto ovvero il 7 aprile. Dopo la scadenza di tale termine: il 6 giugno, oltre
alle sanzioni del fisco che vanno dal 120 al 240 per cento dell’imposta dovuta,
per tutte le tipologie di contratti di locazione: abitativo libero e concordato,
transitorio per lavoratori e studenti che non sono registrati nei termini di
trenta giorni dalla stipula, scattano sanzioni accessorie. Quel contratto in
nero, a partire dalla data di regolarizzazione, indipendentemente da quanto
precedentemente previsto, durerà quattro anni che si potranno rinnovare di altri
quattro anni, come previsto dalla legge 431/98. Ma la cosa più interessante è
che il canone annuo previsto, viene ridotto al triplo della rendita catastale.
Per fare una comparazione, la media degli affitti di mercato oggi è di circa
otto volte la rendita catastale. Una riduzione particolarmente cospicua. Nelle
grandi città dove si annidano maggiormente gli affitti in nero significa una
riduzione da un canone di 800/1000 euro al mese a 200/300 euro mese che si
aggiornerà tutti gli anni del 75% dell’indice Istat. La diminuzione degli
affitti potrà essere applicata anche per gli inquilini che hanno un contratto
registrato in cui è indicato un canone più basso di quello realmente pagato. Qui
è necessario provare la situazione attraverso l’esibizione della copia dei
bonifici bancari, assegni o ricevute. Infine la stessa disciplina: maggior
durata e canone ridotto, potrà essere rivendicata dall’inquilino che ha un
contratto di comodato gratuito “finto” Anche qui sarà necessario dimostrare i
pagamenti con le ricevute. Gli inquilini possono trovare tutta la consulenza e
l’assistenza necessaria nella sede più vicina del loro sindacato . L’elenco si
trova nel sito internet
www.sicet.it
Questa nuova norma è un tentativo di contrasto alla piaga dell’evasione nel
settore degli affitti. I dubbi per i risultati vengono dalle modalità, legate
alla delazione, attraverso la denuncia dell’inquilino al fisco in cambio di una
maggiore stabilità locativa e un canone più basso. Inquilino che è bene ribadire
è solidalmente responsabile (al 50% con il proprietario) in caso di mancata
registrazione. Anche se è chiaro che quando si ha bisogno di una casa in
affitto, le condizioni vengono dettate dalla proprietà che decide se fare o meno
il contratto e se procedere alla sua registrazione. Il SICET propone
l’introduzione di un diverso contrasto tra gli interessi del proprietario e
dell’inquilino, cioè la possibilità per l’affittuario di portare in detrazione
dai redditi una quota dei canoni pagati, come per i mutui ipotecari.
Nei sessanta giorni previsti per l’emersione dei contratti in nero l’Agenzia
delle Entrate non ha segnalato una particolare affluenza di proprietari per la
regolarizzazione. Molto probabilmente chi è nell’illegalità preferisce il
rischio della denuncia dell’inquilino o del possibile accertamento.
Sui dati dell’evasione negli affitti, dalla relazione tecnica al decreto sul
federalismo fiscale, viene delineato un quadro preoccupante. Sono 2.700.000 gli
immobili in affitto detenuti da persone fisiche e aggiungendo a questi: le unità
abitative in locazione di società e imprese, quelle degli ex IACP, di enti
locali e cooperative, che da una elaborazione del SICET sono circa 1.000.000 si
arriva ad un totale di 3.700.000 immobili. Un dato che si discosta molto dalle
4.300.000 famiglie in affitto che proviene dall’ISTAT. Pur essendo un dato
stimato, quello di 600.000 locazioni non registrate, appare molto reale. Il
SICET ritiene urgente ed indispensabile una azione per riportare nella legalità
i tantissimi affitti che interessano: giovani, anziani, studenti ed immigrati in
cui è necessaria tutela a fronte del bisogno abitativo. La strada è quella di
una nuova legge sulle locazioni private, la cui urgenza dopo tredici anni dal
varo della 431/98 non è più differibile.
Decreto Legislativo
14 marzo 2011, n. 23