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COMUNICATO STAMPA

Roma, 5 luglio 2006 

PER DECINE DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE SI RIPRESENTA IL DRAMMA SFRATTO

 

Tra 30 giorni, precisamente il 3 di Agosto, scadrà la sospensione dell’esecuzione degli sfratti prevista dalla legge 86, promulgata dal governo Berlusconi nello scorso mese di marzo. Una legge che è servita al governo per introdurre l’ennesima modifica di stampo liberista alla normativa sulle locazioni e per concedere  benefici per gli sfrattati di tre sole città rispetto all’intero territorio nazionale.

Ormai da un numero incalcolabile di anni,  la questione sfratti viene trattata in perfetta coerenza dai  governi che stancamente vanno succedendosi alla guida del Paese.

Il meccanismo è sempre il medesimo:

si attende la fine dell’ennesimo decreto di proroga della sospensione delle esecuzioni o dei provvedimenti di rilascio, si attende che i sindacati degli inquilini attivino delle iniziative di protesta, le associazioni della proprietà edilizia per il motivo opposto attivano esse stesse le loro potenti lobbyes e, finalmente, l’ultimo giorno utile, sempre più stancamente, il ministero competente promulga un nuovo decreto che proroga l’efficacia del precedente. Naturalmente non senza aver previsto qualche beneficio a favore dei proprietari di casa e aver devoluto piccole somme ai comuni che intervenissero a favore delle famiglie sfrattate.

Al momento in cui scriviamo l’attuale governo non ha ancora deciso chi debba essere il ministro competente a trattare la materia oggetto della presente riflessione, per questo e per altri motivi si rischia anche stavolta il ripetersi di una manfrina, a mio modesto modo di vedere, che ha poco a che fare con la civiltà. Pertanto i sindacati degli inquilini chiedono al Governo di fare immediatamente chiarezza anche dal punto di vista delle competenze dei ministri.

Il Ministero degli Interni non ha ancora pubblicato l’aggiornamento dei dati sugli sfratti relativo al primo semestre 2005, dalla rete delle strutture territoriali del SICET sappiamo che ormai il 70% degli sfratti è causato dalla morosità cioè dall’incapacità dell’inquilino di corrispondere il canone previsto dal contratto. Il livello raggiunto dal costo casa è sempre più incompatibile con i redditi da lavoro dipendente e da pensione, le difficoltà alla stabilizzazione del reddito rendono sempre più complicata la realizzazione di progetti di vita, che vedano  come elemento indispensabile l’autonomia abitativa.

Rimanendo sulla questione degli sfratti, il SICET ha da tempo proposto che si vada oltre i provvedimenti una-tantum, occorre intervenire con una iniziativa legislativa approfondita, che abroghi gli articoli della riforma delle locazioni del 1998 relativi alla disciplina del rilascio degli immobili e ne rimoduli le procedure, che istituisca un metodo di concertazione sociale per il passaggio da casa a casa degli sfrattati sull’esempio della legge 61 del 1989, che preveda l’impossibilità di richiedere il provvedimento di rilascio dell’immobile in presenza di contratti irregolari o non registrati. Contemporaneamente il Governo preveda un calendario di incontri con le parti interessate allo scopo di scrivere la proposta della nuova legge sulle locazioni, essendo quella del 1998 assolutamente inadeguata a governare il mercato delle locazioni in Italia.

Il SICET propone al governo Prodi un intervento riformatore anche per quel che riguarda una nuova politica pubblica della casa. Serve individuare i livelli essenziali delle prestazioni sociali in riferimento al welfare abitativo, quindi  una legge quadro nazionale che regoli la materia dell’edilizia sociale e attivi finanziamenti attraverso un piano pluriennale (5, 10 anni) alla conclusione del quale lo stock abitativo pubblico deve risultare almeno doppio a quello attuale.

L’investimento in abitazioni pubbliche è uno degli strumenti che possono contribuire allo sviluppo economico del Paese, la sicurezza alloggiativa, un giusto costo dell’abitazione sono le basi fondamentali di una società civile e solidale.

Lettera unitaria del Sicet, Sunia, Uniat al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mnistro delle Infrastrutture, Ministro Solidarietà Sociale


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