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COMUNICATO STAMPA

Roma, 17 gennaio 2006

SFRATTI EMERGENZA REALE

Il Sicet: per battere l’emergenza abitativa e l’esclusione sociale

La protesta inscenata dalla destra romana sul problema degli sfratti usa in modo demagogico e strumentale una problema drammatico e reale per fare campagna elettorale a basso costo.

Invece è molto importante per il Sicet riuscire a far capire alla politica e in particolare al Governo gli effetti devastanti per il sociale e per lo stesso mercato immobiliare, dell’assenza di una politica abitativa socialmente corretta.

Il problema dell’emergenza della capitale non è altro che l’ennesima situazione di esasperazione del regime liberalizzato degli affitti dovuto all’introduzione della legge 431/98.

Il problema di Roma è il problema diffuso in tutto il territorio nazionale, soprattutto nelle grandi aree urbane.

La legge 431/98, creando la completa liberalizzazione del mercato delle locazione, ha consentito alla proprietà immobiliare di ricorrere all’uso antisociale degli sfratti: lo sfratto ha continuato ad essere negli anni, il mezzo ordinario per allineare i profili contrattuali e per filtrare l’accesso all’affitto a vantaggio della sola domanda solvibile.

Le cifre fuori controllo degli affitti hanno trasformato la domanda di case in Italia, in una vera e propria emergenza: il peso dell’affitto incide sul reddito di una famiglia media a basso reddito del 60-70%. Tutte le stime denunciano aumenti dei fitti nel periodo 1998 - 2005, dell’85% nelle grandi città e di oltre il 50% nelle medie.

Di fronte a queste cifre, occorre mettere in atto da subito  un serio ed ampio confronto con le istituzioni (Governo Regioni Comuni) e le parti sociali interessate, per definire i livelli essenziali di welfare abitativo e per rilanciare la programmazione dell’intervento pubblico.

Occorrono, da subito, a giudizio del Sicet:

-          La regolazione concertata degli sfratti con passaggio da casa a casa;

-          Un piano nazionale di Edilizia Sociale;

-          I Piani strategici per le periferie che individuino le necessità e le risorse per realizzare effettivi processi di inclusione sociale nelle città.

-          I Piani di accompagnamento sociale per i quartieri popolari integrando gli interventi di riqualificazione rispetto al recupero delle condizioni di marginalità e di esclusione sociale;

-          L’annullamento del provvedimento di dismissione dell’Edilizia Popolare contenuto in Finanziaria 2006.

continua.....

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