Lunedì 13 e martedì 14 novembre a Riccione l’assemblea organizzativa nazionale del Sicet
Tutto pronto per l’assemblea organizzativa nazionale del Sicet, il sindacato inquilini della Cisl, che si apre domani a Riccione. «Ascoltare i bisogni, organizzare la tutela, fare sindacato» è il tema scelto per l’appuntamento che richiamerà nella città della Riviera un centinaio tra dirigenti, quadri e operatori del Sicet da tutta Italia. I lavori inizieranno nel primo pomeriggio di domani, lunedì 13 novembre, con i saluti del segretario generale della Cisl Emilia-Romagna Filippo Pieri e la relazione introduttiva del segretario generale del Sicet Cisl nazionale Fabrizio Esposito. Dopo un ampio spazio dedicato al dibattito, la prima giornata si concluderà con l’intervento del segretario confederale della Cisl nazionale Andrea Cuccello. Martedì 13 la ripresa del dibattito è fissata per le 9:00 e le conclusioni di Esposito sono programmate per le 12:30.
«Questo appuntamento – spiega Esposito – è importante per due ordini di motivi: in primis, perché ci consente di fare il punto sul piano organizzativo in un’ottica di miglioramento continuo della nostra capacità di leggere, intercettare e rappresentare nei territori i bisogni di milioni di famiglie che vivono in affitto; in secondo luogo, è l’occasione per rilanciare la nostra azione sindacale per sollecitare Governo e Parlamento ad adottare misure in favore di un vero welfare abitativo, cosa che in questo paese manca da almeno un trentennio». Secondo il segretario generale del Sicet «la pandemia prima e oggi l’inflazione hanno messo in luce la poca lungimiranza delle politiche di privatizzazione degli ultimi tre decenni. Oggi abbiamo urgente bisogno di ricostruire una rete di protezione sociale per rendere i canoni di affitto socialmente sostenibili, ad incominciare dal ripristino nella legge di stabilità delle risorse del fondo affitti e del fondo morosità incolpevoli che servono come boccata di ossigeno per le situazioni di maggiore fragilità».
Per il segretario del Sicet «resta poi inevaso il tema di una gestione socialmente responsabile degli sfratti. L’aumento della povertà, come dimostrano i recenti dati dell’Istat, fa prevedere nei prossimi mesi una nuova impennata degli sfratti e un ulteriore allargamento della platea della indigenza sociale, in particolare nelle aree metropolitane e a maggiore tensione abitativa. Ma non si può pensare di insistere con la sola logica degli interventi tampone: occorre andare alle radici dell’emergenza abitativa che deriva dall'insostenibilità dei canoni di mercato e da un'offerta irrisoria di alloggi pubblici per la locazione a canone sociale».
«Servono innanzitutto misure per favorire una maggiore applicazione dei contratti definiti dagli accordi sindacali: dell'eliminazione delle varie flat tax su tutte le locazioni con canoni di mercato, sia quelle ad uso residenziale che gli affitti turistici ai provvedimenti necessari per contrastare le locazioni in nero, come il ripristino dell'obbligo della tracciabilità dei pagamenti e il diritto ad ottenere la regolarizzazione contrattuale in base alla prova dei pagamenti. Servono inoltre risorse da investire per il recupero e l'ampliamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e sociale, previa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni relative al welfare abitativo e dei corrispondenti finanziamenti che devono essere garantiti in concorso dallo Stato e dalle Regioni».