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Con la relazione del segretario Esposito si è aperta nel pomeriggio a Riccione l’assemblea organizzativa nazionale del Sicet Cisl

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Il segretario generale Fabrizio Esposito ha aperto oggi i lavori dell’assemblea organizzativa nazionale del Sicet Cisl a Riccione. Davanti ad una platea composta da circa 100 delegati provenienti da ogni parte d’Italia e alla presenza del segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello e del segretario generale della Cisl Emilia-Romagna Filippo Pieri, Esposito ha tratteggiato il quadro sociale in cui si muove l’azione sindacale del sindacato inquilini della Cisl, quadro caratterizzato da un’allarmante crescita delle disuguaglianze sociali: «Se è vero che gli indici di disuguaglianza crescono un po’ ovunque nel mondo, è altrettanto vero che il trend in Italia è particolarmente drammatico e al tempo stesso caratterizzato da un’elevata incidenza della povertà fra la popolazione che vive in affitto. Naturalmente vi sono poi altri fattori concomitanti come ad esempio l’inflazione che nel nostro Paese ha avuto un impatto molto pesante e aggravato non poco le condizioni di vita dei ceti popolari». Tuttavia, ha rimarcato Esposito «l’emergenza abitativa viene ancora sistematicamente trascurata o addirittura trattata come se fosse addebitabile alle famiglie coinvolte. Ma sappiamo bene che si tratta invece della conseguenza di scelte politiche sbagliate che risalgono addirittura alla fine del secolo precedente e tuttavia puntualmente riconfermate nell’arco degli ultimi venticinque anni».

Secondo il segretario del Sicet «la totale liberalizzazione dei canoni di locazione e la mancata realizzazione di programmi di edilizia residenziale pubblica sono infatti le vere ragioni dell’emergenza abitativa che puntualmente divampa nei momenti di grave crisi economica e sociale o comunque riaffiora minacciosamente anche soltanto in conseguenza di un taglio dei fondi per i sussidi». Ragion per cui, secondo Esposito, «sarebbe ora di cambiare termine e cominciare a parlare di una crisi abitativa di tipo strutturale che rispecchia un clamoroso fallimento dell’intera classe dirigente. Peraltro il boom delle locazioni turistiche, che era stato temporaneamente interrotto dalla pandemia, è ripreso a gonfie vele generando non soltanto un ulteriore rialzo dei prezzi ma anche una contrazione dell’offerta per la locazione residenziale». Il risultato è che le convalide di sfratto per finita locazione e per necessità del locatore sono cresciute del 37% nell’arco di un anno passando dalle 6.080 del 2021 alle 8.327 del 2022. 

In pratica, «stretti fra un mercato per le locazioni residenziali sempre più inaccessibile, oltre che difficilmente sostenibile, e la mancanza di offerta di alloggi pubblici per l’affitto a canone sociale, proprio gli inquilini costituiscono una delle categorie maggiormente a rischio di povertà ed emarginazione sociale. E infatti anche i dati Istat confermano che la povertà assoluta è estremamente diffusa fra le famiglie che vivono in affitto. Un canone che troppo spesso è fuori portata rispetto alle reali disponibilità economiche e che giocoforza non di rado porta allo sfratto per morosità o alla ricerca di soluzioni di ripiego, a cominciare dalla coabitazione con altre famiglie con relativi problemi per sovraffollamento». Per Esposito sono mancate le risposte politiche alla «gigantesca crepa sociale» che si è aperta nel paese, un vuoto «notevolmente aggravato da un uso improprio della leva fiscale a favore delle locazioni residenziali di libero mercato a cui si aggiunta poi la flat tax sugli affitti brevi e la mancanza di provvedimenti nazionali e locali in grado di mitigare l’impatto delle locazioni turistiche». 

Domani seconda e ultima giornata. Alle 12:30 sono previste le conclusioni del segretario generale.

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