Sunia-Sicet-Uniat: «Assurdo velocizzare gli sfratti senza ricostruire prima le politiche abitative»
È grave che un senatore di una maggioranza di governo che da tre anni ha strutturalmente tagliato i fondi destinati al contributo affitto e alla morosità incolpevole e che da due anni annuncia un piano casa senza attuarlo, si propone di completare l’opera, proponendo l’istituzione di una nuova autorità amministrativa (Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti – AES) che scavalca i tribunali ordinari per velocizzare le procedure di estromissione dall’alloggio.
Due mensilità arretrate saranno sufficienti per presentare la richiesta alla nuova autorità competente che disporrà l’esecuzione in un periodo di trenta giorni, prorogabili a novanta. Questo aggravando il già difficile disagio abitativo e non garantendo un passaggio da
casa a casa alle famiglie sfrattate. Invece di analizzare e ripensare agli errori di uno Stato che negli ultimi decenni ha progressivamente eliminato tutele e misure di welfare per gli inquilini, si istituzionalizza una procedura che rischia di far degenerare la situazione anche sotto il profilo dell'ordine pubblico.
Intanto la burocrazia non dà risposte alle circa 650.000 domande di case popolari, alle oltre 21.000 famiglie sfrattate nel 2024, alle 40.000 colpite da nuovi provvedimenti emessi e alle oltre 81.000 richieste di esecuzione pendenti. In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, il 23,1%, della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale. Ma soprattutto sono oltre un milione le famiglie in povertà assoluta che vivono in
affitto; in pratica, nonostante gli inquilini sono soltanto il 18% dei residenti, il 47% della povertà assoluta riguarda chi sta in locazione.
Dati talmente abnormi per cui SUNIA, SICET, UNIAT chiedono il ritiro immediato del provvedimento e l’apertura di un tavolo di confronto con le parti sociali perché questo paese possa finalmente avere una nuova politica abitativa e un piano casa per l’affitto sostenibile che affronti l’attuale emergenza abitativa.