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Erp, Falotico: "Bene velocizzare la riqualificazione, ma sbagliato non coinvolgere le associazioni inquilini"

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È stato pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta ufficiale il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con la ripartizione dei fondi, pari a circa 321 milioni di euro, per il programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei Comuni e degli istituti autonomi per le case popolari. Il decreto stabilisce anche nuovi criteri rispetto al passato per la ripartizione delle risorse e tempi certi per la realizzazione degli interventi. I Comuni dovranno infatti avviare i cantieri entro un anno dalla concessione del contributo da parte della Regione e completarli entro due anni. In caso contrario scatta la sospensione dei finanziamenti, fino alla revoca. Le risorse revocate sarebbero poi riassegnate annualmente, secondo un criterio di proporzionalità, alle Regioni più virtuose, vale a dire con uno stato di avanzamento dei lavori superiore alla media nazionale. Entro sei mesi il ministero istituirà uno specifico comitato tecnico di monitoraggio, con la partecipazione delle Regioni e dell’Anci. L’organismo dovrà vigilare sul rispetto delle nuove norme e sull’effettivo avanzamento dei programmi di recupero degli immobili.

Per il Sicet, il sindacato inquilini della Cisl, il decreto è parzialmente positivo: “Si tratta di un primo passo in avanti che accoglie parte delle nostre richieste, ribadite anche nel corso dell’ultimo incontro al ministero delle Infrastrutture”, spiega il segretario generale del Sicet, Nino Falotico. “Da tempo denunciamo l’inerzia di alcune Regioni nella cantierizzazione degli interventi di riqualificazione per restituire alla piena agibilità diverse migliaia di alloggi. Basti pensare che su un totale di 24 mila alloggi inseriti nel piano nazionale di recupero, le case effettivamente riconsegnate sono appena 2 mila. Ben vengano allora norme più stringenti che premiano le amministrazioni virtuose che sanno programmare e spendere le risorse tempestivamente. Purtroppo - evidenzia Falotico - il decreto non recepisce ancora un’altra nostra richiesta, quella di costituire una task force aperta anche alle parti sociali. Il comitato di monitoraggio previsto dal decreto esclude infatti le associazioni degli inquilini, e questo rappresenta un elemento di debolezza oltre che una colpevole e ingiusta omissione. Per questo ci stiamo già attivando per chiedere una modifica del provvedimento”, conclude il segretario del Sicet Cisl.