SINTESI  DELL’INTERVENTO DI GUIDO PIRAN – SEGRETARIO GENERALE SICET

ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE FEDERCASA – ROMA 14-15 MARZO 2007

 

 

 

Ringrazio Federcasa e il presidente Cecchi per l’invito e per l’occasione data al SICET di esprimere pubblicamente il proprio pensiero in un consesso così importante.

A trent’anni dalla 457/78, "Norme per l'edilizia residenziale", la recente legge 9 offre l’opportunità di una nuova stagione di riforma dell’edilizia sociale, dopo quindici anni di vere e proprie controriforme  nel comparto del comparto abitativo in affitto.

Si rende necessario utilizzare questo momento per ridefinire i principi che governano il settore abitativo pubblico, in modo coerente con le competenze disposte dal nuovo titolo quinto della carta costituzionale. Sappiamo tutti, che così come sono distribuiti i nuovi poteri hanno generato equivoci e difficoltà, per come Regioni e Comuni interpretano le nuove attribuzioni di ruolo, il tavolo di concertazione che si aprirà a breve potrebbe porre ordine e ridare slancio al comparto facendo chiarezza e affermando dei punti fermi da cui partire.

So di parlare ad un uditorio preparato, al quale non serve spiegare gli argomenti trattati, quindi andrò per schemi.

Quali, secondo noi gli obiettivi sindacali.

Per cominciare “le risorse”:

Il confronto generale sul welfare (che si apre il 22 Marzo) deve assegnare una dotazione finanziaria adeguata allo scopo di recuperare l’emergenza e dare inizio alla ripresa strutturale di politiche abitative private e pubbliche corrette. Se le risorse disponibili saranno destinate unicamente all’assistenza, agli ammortizzatori sociali e alle pensioni (temi tutti importanti) tralasciando il problema casa, significa che le politiche di welfare risulteranno monche, prive di una delle gambe portanti. Invece di tendere alla soluzione dei problemi della famiglia e dello sviluppo economico, si rischia di perpetuare i danni, già gravi, causati da anni di assenza d’intervento e di disordine legislativo.

Il primo intervento normativo dovrà riguardare la riforma della legge sulle locazioni private. Senza un’azione di governo tesa a calmierare in modo significativo i prezzi degli affitti privati, non si potrà uscire dall’attuale fase caratterizzata dall’emergenza abitativa e dalla morosità.

La politica speculativa sui costi di locazione ha spinto molte famiglie “capienti” all’acquisto dell’abitazione, considerando la convenienza (relativa) dei bassi tassi d’interesse dei mutui, generando due fenomeni rilevanti:

a)      nelle case d’affitto sono rimaste le famiglie a reddito più basso;

b)      la crescita dei protesti immobiliari, a fronte dei successivi interventi in aumento da parte della BCE sul tasso di sconto.   

Lo scopo è di ridefinire la norma in modo tale da produrre una riduzione dei costi degli affitti. Si tratta di stabilire per legge un’unica forma contrattuale sul tipo dei cosiddetti “canoni concordati”, accentuando la fiscalità premiale a favore dei proprietari e degli inquilini, solo in questo caso è concepibile un trattamento fiscale delle rendite da locazione attraverso una cedolare secca del 20%. L’utilizzo dei contratti a canone libero dovrebbe essere applicabile solo per alcune tipologie abitative e regolato da particolari modalità sotto forma di deroga alla norma generale.

Inoltre, l’utilizzo del Fondo Sostegno all’Affitto dovrebbe essere riservato solo ai contratti concordati. 

Il SICET sostiene che, oltre alla definizione di edilizia sociale, la legge dovrebbe definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali in materia di welfare abitativo e, in quell’ambito, formulare una legge quadro dell’edilizia residenziale pubblica. All’interno della quale siano ordinati i compiti d’indirizzo dello Stato, le competenze di Regioni e Comuni, la natura giuridica e societaria dei gestori pubblici. Occorre porre fine al dualismo in cui è divisa la proprietà del patrimonio abitativo pubblico, alla diversa imposizione fiscale, ai pasticci generati dalle diverse norme regionali. Non è più possibile che Comuni assegnino la gestione del patrimonio abitativo costruito con fondi pubblici e avente finalità sociali a società immobiliari a scopo di lucro, soprattutto in presenza di “aziende” all’uopo costituite dalla pubblica amministrazione. Un tale comportamento non corrisponde al nostro concetto di sussidiarietà, anzi, secondo noi ne travisa il senso.

La legge quadro stabilirà anche il disegno urbanistico in cui inserire l’edilizia pubblica, fornendo gli indirizzi normativi che dovranno entrare a far parte del cosiddetto governo del territorio.

Infine, come derivata del disegno istituzionale, si inquadra il programma nazionale dell’edilizia sociale, le modalità di finanziamento statale compartecipato dai piani regionali e delle aree metropolitane sulla base del fabbisogno accertato dall’osservatorio nazionale dell’edilizia pubblica. Come pure dovranno rientrare nel dibattito la normazione e il finanziamento dei piani di riqualificazione e rigenerazione delle periferie.

Non possiamo nasconderci le difficoltà che riscontriamo ancor prima dell’apertura del tavolo di concertazione. La prima difficoltà sta proprio nei compiti di questo tavolo: a parte ciò che è previsto dal testo della legge 9, non è dato di sapere quali siano gli obiettivi che il Governo assegna alla tornata concertativa in questione. Per queste ragioni accogliamo con favore la proposta di Federcasa di programmare una riunione preparatoria, che provveda alla verifica approfondita delle reciproche posizioni ed ricerchi un minimo comun denominatore sulle questioni più rilevanti.

Vi è poi da riscontrare il comportamento delle Amministrazioni regionali, le quali si stanno arroccando sull’interpretazione del dettato costituzionale relativamente alle competenze. Con un simile atteggiamento non si va da nessuna parte. Lo dimostrano le iniziative legislative recenti e in corso di definizione sulla materia di ERP, in gran parte a rischio di illegittimità. Il Governo dovrebbe farsi carico di fare chiarezza, onde evitare il fallimento di una legge, che, come detto in premessa, è fonte di speranza per molte persone e potrebbe essere una grande occasione per accompagnare e favorire lo sviluppo economico e sociale del Paese.  

 

 


 

Sito Internet: www.sicet.it e-mail: sicet@sicet.it