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DOCUMENTO 

SUL DISEGNO DI LEGGE DELLA FINANZIARIA 2008

E DECRETO LEGGE 1 OTTOBRE 2007 N. 159

 


Pur riconoscendo al Governo di aver posto, dopo molti anni di disattenzione, la necessità di intervenire sulla politica abitativa, non possiamo non sottolineare la distanza tra le indicazioni scaturite dal Tavolo di Concertazione con le Parti sociali ed i contenuti del disegno di Legge della Finanziaria per il 2008 e del Decreto Legge 1 ottobre 2007 n° 159.
L’avvio di un Piano Nazionale sulla Casa, che è l’asse del documento prodotto in quella sede, è assente dalle “Missioni” della Finanziaria non solo come interventi economici, ma neanche come filosofia, né, seppur condivisibile, può considerarsi risolutiva dell’emergenza la previsione dell’art. 21 del Decreto Legge, che dovrebbe sostenere il passaggio da casa a casa per gli sfrattati, la quale, visti i tempi necessari realizzazione degli interventi ipotizzati ed in assenza di un ulteriore straordinaria ed urgente tutela dei soggetti interessati, nessuna incidenza avrà sulla condizione di coloro che dal 15 ottobre, dopo il termine della proroga, si troveranno senza abitazione.
SUNIA, SICET ed UNIAT UIL ritengono prioritario finanziare in modo consistente un nuovo piano pluriennale di edilizia residenziale, finalizzato all’offerta in locazione per le famiglie più bisognose.
Occorre pertanto destinare in misura certa, una parte del bilancio statale alle politiche abitative, che consenta a Regioni e Comuni di programmare con continuità.
Tali risorse dovranno avere carattere di volano per determinare, all’interno dei programmi regionali, la necessaria e obbligatoria attivazione di risorse locali (regionali, comunali, private e comunitarie) che, insieme, concorrano a sviluppare un’offerta pluriennale di alloggi sociali.
Il dimensionamento dell’impegno finanziario - sostitutivo del canale di finanziamento ex Gescal che aveva garantito al comparto dell’edilizia residenziale pubblica un flusso economico costante nell’acquisizione e consistente nell’entità (oltre 3000 miliardi di vecchie lire l’anno) - che il Tavolo di Concertazione ha indicato, si deve attestare tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro/anno.
La costituzione, prevista dal Decreto Legge sull’extragettito, di una società di scopo che attivi nuovi strumenti finanziari per l’offerta di alloggi in locazione a canone sostenibile con il concorso di capitali pubblici e privati, è sicuramente positiva, ma deve essere integrativa di un intervento diretto dello Stato.
Accanto ad un provvedimento di programmazione, è necessario incidere sull’attuale sistema abitativo attraverso alcune misure, anche di natura legislativa rispetto all’attuale regime delle locazioni private, che possano contribuire ad aumentare l’offerta di alloggi in locazione a canone concordato, contenere il caro affitti, sconfiggere il massiccio mercato nero e l’evasione fiscale presente nel comparto. Questo potrà avvenire attraverso:
- il rilancio del canale agevolato della legge 431/98, attraverso l’estensione a tutto il territorio nazionale delle agevolazioni previste per i proprietari che affittano secondo le modalità del canale concordato e, per gli inquilini, una detrazione dall’Irpef dell’affitto annuo, più consistente di quella proposta dalla Finanziaria e con un limite di reddito pari a quello previsto per la detrazione ICI ;
- l’aumento dal 30 al 50% della detrazione aggiuntiva per i redditi dei proprietari che affittano a canone concordato;
- una detrazione ICI per gli immobili affittati a canone concordato analoga a quella prevista per la prima casa di abitazione;
- l’introduzione di sistemi di controllo e verifica, analoghi a quelli introdotti dalla Legge 4 agosto 2006 n° 248 per gli atti di compravendita, come ad esempio la tracciabilità dei pagamenti del canone, la deducibilità delle spese di intermediazione, l’obbligo di registrazione dei provvedimenti di licenza e sfratto emessi nelle forme dell’ordinanza con conseguente accertamento della regolarità fiscale, l’adozione di norme capaci di determinare un salutare conflitto di interessi, controlli sistematici sul territorio attraverso intrecci delle utenze, verifiche dirette ecc.
Un altro capitolo decisivo è quello della dotazione finanziaria del Fondo Nazionale di Sostegno all’Affitto.
Dalla sua introduzione lo stanziamento è stato progressivamente ridotto fino ai 208,220 milioni di Euro di questo disegno di legge finanziaria.
Appare inutile soffermarci sull’incongruenza di tale scelta in assoluta controtendenza rispetto agli aumenti vertiginosi dei canoni a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.
- 500 milioni di euro annui è la dotazione minima necessaria indispensabile per rispondere alle necessità di quegli inquilini che, pur avendone le caratteristiche, non riescono ad accedere al sistema dell’edilizia residenziale pubblica e sono costrette ad affrontare i livelli di canone del mercato.


Roma 9 Ottobre 2007