Cgil
Cisl
Uil
PER VALORIZZARE IL LAVORO E FAR CRESCERE IL PAESE
CGIL CISL UIL considerano indispensabile ed urgente costruire le condizioni
adatte a consolidare ed incrementare la crescita economica del nostro Paese.
Considerano altrettanto indispensabile e coerente con questo obiettivo
realizzare una maggiore equità sociale anche attraverso una migliore
distribuzione del reddito a favore delle fasce più esposte della popolazione
alle difficoltà dell’economia.
Una particolare attenzione va posta al lavoro.
La internazionalizzazione dei mercati e le turbolenze
finanziarie impongono all’economia ed alla società italiana nuove sfide
competitive fondate su fattori di qualità quali l’infrastrutturazione materiale
e immateriale, l’innovazione di processo e di prodotto, la ricerca, la
conoscenza, la universalità, inclusività e qualità del nostro welfare.
Occorre dunque realizzare uno sforzo congiunto di tutto il Paese, gravato da
robusti ritardi strutturali e da un quadro pesante di finanza pubblica, anche
attraverso un efficace controllo della spesa pubblica per una sua reale
riqualificazione ed una rigorosa lotta agli sprechi.
Gli effetti positivi della crescita e del risanamento consentono di contrastare
la penalizzazione del reddito dei lavoratori dipendenti, di superare i problemi
derivanti dalla incertezza e precarietà occupazionale dei giovani e, in maniera
particolare, delle donne, di fornire risposte più adeguate alla crescente area
della non autosufficienza, per la quale rivendichiamo interventi aggiuntivi in
Finanziaria 2008,
Constatiamo, invece, che la legge finanziaria non propone scelte incisive a
favore dei fattori dinamici dello sviluppo, se non i corposi interventi previsti
a favore della ristrutturazione della tassazione d’impresa che attendiamo si
traducano in investimenti produttivi che favoriscano la crescita del PIL e che
non devono produrre buchi di bilancio, che riterremmo intollerabili. Lo stesso
sostegno alla casa di proprietà premia uno dei patrimoni certamente più diffusi
tra i diversi ceti sociali, ma anche uno dei fattori economici in assoluto più
statici.
Infine, la ulteriore dilazione dei tempi per portare a livelli europei la
tassazione delle rendite finanziarie da un lato non premia il lavoro e
dall’altro sottrae importanti risorse alle politiche pubbliche.
Con il protocollo del 23 Luglio 2007 abbiamo dato una prima risposta alla
condizione dei pensionati a basso reddito, dei giovani, delle donne e degli
immigrati. Ora è necessario, mentre si continua in quella strategia, dare una
risposta al lavoro dipendente per valorizzarne il contributo fondamentale che
porta alla formazione e alla crescita della produttività, la cui redistribuzione
è assolutamente inconsistente.
Per questi motivi CGIL CISL UIL formalizzano, con la manifestazione del 24
novembre, l’apertura di un confronto con il Governo e le controparti datoriali
dando vita ad una vertenza per incrementare il potere di acquisto delle
retribuzioni, attraverso il fisco, i contratti, le tariffe, i prezzi, la casa.
Ciò significa rivendicare una nuova politica dei redditi che abbia come asse
centrale la crescita e lo sviluppo delle capacità produttive e competitive del
Paese, con un marcato segno redistributivo verso il lavoro dipendente,
sostenendo le fasce sociali più esposte attraverso i salari ed una stabile e
buona occupazione,
Cgil, Cisl, Uil, pertanto, propongono la seguente piattaforma da discutere in
tutti i posti di lavoro e che dovrà costituire l’asse strategico della nostra
iniziativa nei prossimi mesi: verso questi obiettivi dovranno essere dirottate
le risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, dalla crescita della
produttività, dall’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
Il punto di partenza della nostra iniziativa è rappresentato dalle politiche
fiscali e dai loro effetti sul lavoro e le retribuzioni. In questo contesto, per
CGIL CISL UIL la priorità è diminuire le tasse ai lavoratori dipendenti e
pensionati. Ciò deve essere fatto in maniera chiara e significativa, in modo che
tutti possano percepirne i benefici.
Un efficace intervento fiscale e tariffario a favore dei redditi e delle
retribuzioni deve articolarsi in una serie di interventi di carattere
strutturale, con lo spostamento verso le priorità indicate di risorse pari ad un
punto di PIL, attraverso un’intesa che articoli un percorso esigibile nel medio
lungo periodo e di scelte prioritarie, di carattere congiunturale, da realizzare
nel breve.
La leva fiscale, oggi, va utilizzata non solo per far emergere le diverse
capacità economiche dei contribuenti ma come strumento di sostegno allo sviluppo
e di
redistribuzione del reddito, di lotta al lavoro sommerso, per tenere insieme
crescita ed equità.
Per CGIL CISL e UIL l’evasione fiscale è la vera emergenza nazionale da
affrontare in modo determinato e risoluto.
CGIL, CISL e UIL apprezzano e condividono gli interventi messi in campo
dall’attuale governo sul versante della lotta all’evasione che mina alla radice
il complesso del nostro sistema fiscale, compromettendone equità, trasparenza ed
efficienza. E’ necessario proseguire ed intensificare la iniziativa politica e
tributaria, bloccando tutti quegli interventi, presenti anche nella discussione
sulla Legge Finanziaria, tesi a depotenziare l’efficacia delle misure di
contrasto all’evasione fiscale, con particolare riferimento agli studi di
settore.
È questa una battaglia civile prima ancora che economica. CGIL CISL e UIL
pensano che non c’è vera democrazia se non c’è democrazia fiscale. Bisogna
quindi ristabilire il valore delle legalità fiscale come tratto indispensabile
della democrazia. Dobbiamo fare della lotta all’evasione fiscale l’obiettivo di
questo fine decennio come fu per l’ingresso nell’area dell’euro alla fine degli
anni ‘90.
Intorno a questo obiettivo si può e si deve mobilitare tutto il Paese, perché
dal suo conseguimento dipende il futuro dell’Italia.
Capitolo centrale di questa battaglia è il miglioramento dell’efficienza della
macchina fiscale, attraverso una strumentazione coordinata tra i vari livelli
istituzionali preposti alla fiscalità e semplificando gli adempimenti per
contrastare e dare certezze sempre maggiori alla lotta all’evasione fiscale.
A questo proposito va considerato il rapporto tra Agenzia delle Entrate ed Enti
Territoriali per puntare ad un sistema fiscale dotato di tutti gli strumenti
volti a coordinare la fiscalità statale e quella locale, migliorandone
l’efficienza complessiva.
Vanno infine adottati provvedimenti che rafforzino il contrasto di interessi,
cha ha delle significative ricadute sul piano dell’economia sommersa e
dell’evasione fiscale.
CGIL CISL e UIL chiedono che i redditi derivanti da investimenti finanziari di
natura speculativa vengano tassati, per il futuro, con un’aliquota del 20%.
CGIL CISL e UIL presentano le seguenti proposte:
1) Riforma dell’Irpef
• Aumentare le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e pensioni
In via prioritaria si ritiene opportuno realizzare un incremento delle
detrazioni da lavoro dipendente e da pensione.
Un primo efficace intervento deve prevedere di rendere lineare la curva
decrescente, a partire dai redditi medi e medio bassi, anche attraverso una
maggiore detrazione delle spese per la produzione del reddito e di uniformare le
no tax area a 8000 euro, di introdurre un bonus fiscale sotto forma di imposta
negativa a favore degli incapienti, incrociando con i dati ISEE.
La detrazione così ridisegnata dovrà, in futuro, essere adeguata all’andamento
dell’inflazione con modalità da definire in un tavolo annuale di confronto.
• Riduzione delle aliquote fiscali
Proponiamo una radicale riforma dell’Irpef, da realizzare in un arco temporale
pluriennale, attraverso la quale realizzare per via fiscale, un significativo
spostamento di risorse a sostegno delle fasce di reddito nelle quali si colloca
la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
Ciò deve concretizzarsi attraverso una contestuale revisione delle detrazioni da
lavoro dipendente e pensioni e della scala delle aliquote, con particolare
riferimento alla terza aliquota (38%), con l’obiettivo di aumentare il reddito
disponibile.
• Dote fiscale
Proponiamo di realizzare un unico strumento di sostegno fiscale alla famiglia
con figli da realizzarsi attraverso la unificazione delle detrazioni per carichi
familiari e l’assegno famigliare; istituendo, in tal modo, una “dote” fiscale
per i figli da 0 a18 anni.
In via prioritaria, proponiamo la introduzione dello strumento della dote
fiscale per i figli tra zero e i tre anni.
• Eliminare l’aggravio di tassazione del TFR.
Ad un’immediata riduzione della tassazione sul Tfr dovrebbe in prospettiva
accompagnarsi una drastica riforma che semplifichi sensibilmente il meccanismo
di calcolo dell’aliquota ed evidenzi i benefici della tassazione separata.
Infatti, il Tfr ha subito negli ultimi anni un progressivo aggravio di
tassazione, con effetti penalizzanti sui contribuenti con redditi medio-bassi.
Pertanto chiediamo la revisione della tassazione del Tfr.
• Ridurre le imposte sulla previdenza complementare
Chiediamo la riduzione del carico fiscale sulla previdenza complementare, come
previsto dal memorandum del 17 ottobre 2006.
2) Ridurre le tasse sugli aumenti contrattuali.
CGIL CISL e UIL propongono la riduzione delle tasse sugli aumenti contrattuali
per consentirne una redistribuzione immediata e visibile a favore dei lavoratori
dipendenti.
Propongono la diffusione generalizzata ed esigibile della contrattazione di
secondo livello e l’incentivazione e la riduzione delle tasse sugli incrementi
di reddito collegati ad obiettivi di qualità e a indicatori di risultato, come
già avviato col Protocollo Welfare del 23 Luglio.
Il ruolo e l’impegno del lavoro nella crescita va premiato attraverso il
rafforzamento della contrattazione. Ciò significa definire regole e tempi più
certi per la conclusione dei rinnovi contrattuali che garantiscono universalità
nell’incremento delle retribuzioni e nel godimento dei diritti e, soprattutto,
un modello di relazioni sindacali che consenta la diffusione della
contrattazione aziendale o territoriale,
Chiediamo al Governo di farsi promotore e garante dell’avvio di un confronto con
e tra tutte le controparti datoriali su questi temi.
3) Federalismo fiscale
L’attribuzione dei tributi tra i diversi livelli di Governo e lo squilibrio di
potere dello stato sui principali tributi locali determinano, nell’attuale fase
di transizione normativa, diverse anomalie fiscali che si scaricano sui
cittadini. In particolare, la riduzione di trasferimenti induce gli enti locali
ad una politica di incremento della pressione fiscale locale, sia nel numero dei
livelli, sia nella quantità delle imposizioni.
La realizzazione di un serio federalismo fiscale è importante, ma deve saper
affrontare il tema del carico fiscale complessivo che grava sui cittadini. E’
necessario introdurre dei sistemi che consentano agevolmente di percepire e
distinguere le imposte pagate a livello nazionale e locale.
Bisogna mantenere fermo il principio che dal federalismo fiscale non devono
derivare nuovi oneri per i contribuenti. A questo proposito bisogna definire
meglio le modalità per fissare e controllare il livello programmato di pressione
fiscale complessiva e la sua ripartizione tra i livelli di governo centrale e
locale.
Nell’immediato chiediamo la convocazione urgente di un tavolo con tutti i
livelli Istituzionali per aprire una discussione, finora mai realizzata, sul
disegno di legge delega, accelerandone l’iter dopo i necessari e concordati
aggiustamenti. Chiediamo, inoltre, la formalizzazione di un confronto costante
con gli Enti locali, sia di quadro a livello nazionale con il mondo della
rappresentanza delle autonomie ma soprattutto locale, diffondendo la
concertazione sui bilanci comunali e regionali con l’obiettivo di combinare la
riduzione della pressione fiscale, attraverso per esempio la riduzione delle
Addizionali IRPEF Regionali e Comunali, per lavoratori dipendenti e pensionati,
anche con esenzioni per particolari fasce sociali, con la qualificazione
dell’erogazione dei servizi.
4) Politiche Fiscali per la Casa
CGIL CISL UIL, chiedono per gli affittuari, anche se incapienti:
- Estendere i benefici per la stipula dei contratti di locazione a canale
concordato sututto il territorio nazionale
- una detrazione Irpef più elevata, almeno il doppio di quella prevista nella
Finanziaria in discussione e analogo raddoppio delle detrazioni attualmente
previste per gli inquilini titolari di contratto a canale concordato
- l’aumento del tetto di reddito per la prima fascia a 30 mila euro e per la
fascia successiva a 50 mila euro.
- l’innalzamento della detrazione IRPEF dal 30 al 50% per i
locatori che affittano con canale concordato, accompagnato dalla riduzione
dell’imposta di registro
dall’attuale 30 al 50%
- obbligo di pagamento del canone con forme che ne permettano la tracciabilità,
unito a misure di contrasto all’evasione ed elusione fiscale nel settore
immobiliare.
L’obiettivo di un grande piano di incremento dell’offerta di alloggi in
locazione a canoni compatibili con il reddito medio dei lavoratori italiani va
sostenuto con forza e concretizzato con interventi certi, prevedendo misure
fiscali che favoriscano i soggetti privati (imprese private, cooperative,
no-profit) che intendono investire in questo campo.
Servirebbero, in quest’ottica, misure (come l’imposta di registro e l’aliquota
Iva in forma ridotta) che incentivino il trasferimento di terreni e fabbricati
da destinare a case in locazione a canone sociale o agevolato. Servirebbe anche
l’applicazione dell’IVA al 4% per la costruzione o per le operazioni di recupero
di immobili da destinare all’edilizia sociale.
Occorre poi rendere permanenti le detrazioni previste sulle spese di
manutenzione straordinaria e per la riqualificazione energetica degli edifici.
In un quadro in cui bisogna privilegiare sempre più le azioni di recupero e di
risanamento del patrimonio immobiliare esistente, occorre stabilizzare le
detrazioni previste.
L’agevolazione fiscale del 55% va prevista inoltre per le opere finalizzate alla
messa in sicurezza degli edifici residenziali, a partire da quelli collocati
nelle aree a rischio sismico.
Un punto delicato - per gli effetti indesiderati che potrebbe avere sul piano
fiscale - riguarda il nuovo Catasto: pur essendo noi favorevoli ad una seria e
capillare azione di aggiornamento e di revisione dei dati catastali, proponiamo
un’applicazione graduale.
In particolare, il taglio dell’ICI risponde solo parzialmente al problema del
reddito dei lavoratori dipendenti. Le eventuali maggiori detrazioni ICI previste
dalla legge finanziaria dovranno corrispondere a parametri di reddito e
patrimonio e riguardare esclusivamente la prima casa di abitazione
Chiediamo di inserire in Finanziaria un incremento delle detrazioni sugli
interessi sui mutui per la prima casa (oggi al 19%) per venire incontro alla
difficoltà di molte famiglie nel rispettare i tempi di pagamento delle rate del
mutuo a causa dell’aumento dei tassi di interesse e la maggiorazione degli
interventi richiesti a favore degli affitti.
5) Tariffe e prezzi
Tutte le imprese che forniscono prodotti o servizi di pubblica utilità, che
godono delle riduzioni del cuneo fiscale (elettricità, gas, benzina, farmacie,
banche, assicurazioni, etc.) devono provvedere ad una riduzione dei prezzi
finali all’utenza corrispondenti ai benefici ricevuti.
Generalizzare l’adozione della tariffa sociale nei servizi di carattere
economico generale con il riconoscimento della condizione di disagio economico
attraverso l’Isee.
Generalizzare la possibilità di detrazione fiscale per gli abbonamenti casa
lavoro. Per i servizi a domanda collettiva ed individuale, contenere gli aumenti
di tariffe, rette, contributi, tickets prevedendo riduzioni, sconti, gratuità
secondo le diverse condizioni di disagio economico. Prevedere agevolazioni per
famiglie numerose o monoparentali con figli minori.
Per tutte le tariffe ed i prezzi nei quali è significativo il carico di Iva ed
accise (in particolare, i prodotti petroliferi), prevedere la neutralizzazione
degli aumenti di gettito al crescere dei prezzi.
Il passaggio da tassa a tariffa per i rifiuti solidi urbani non deve comportare
per le utenze domestiche ulteriori aggravi del sistema tariffario, ivi compresa
l’applicazione dell’Iva; per il servizio del gas, prevedere una riduzione delle
accise e dell’Iva dal 20 al 10% anche per i consumi di riscaldamento.
In ordine alla politica dei prezzi, il Governo deve avviare tempestivamente un
tavolo di concertazione con parti sociali, regioni, enti locali, per
disincentivare/sanzionare gli aumenti speculativi, migliorare la concorrenza,
introdurre incentivi mirati al contenimento dei prezzi. Occorre, infine,
riattivare le Commissioni per il costo della vita – centrale e decentrate - con
la partecipazione degli attori sociali.