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NEWS |
Roma, 9 dicembre 2009
Là dove c'era l'erba
ora c'è una città
Celentano, 1966
Come si consuma il territorio costruendo case che non servono.
In quella vecchia
canzone di Cementano del 1966, conosciuta da tutti, lo stesso si chiedeva anche:
“non so non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba…”
È una domanda che dobbiamo tornare a porci tutti di fronte a un incredibile
sviluppo edilizio, spesso inutile.
Non stiamo scrivendo degli abusi edilizi poi condonati dai vari governi, fatto
che rimane gravissimo, scriviamo dello sviluppo edilizio legale, autorizzato e
voluto dalle amministrazioni comunali che ha avuto un incremento impressionante
e inutile negli ultimi anni. Proviamo a fornire alcuni dati.
Gli anni ’80 rappresentarono un periodo di forte espansione edilizia: furono
prodotte quasi 3,2 milioni di abitazioni a fronte di una crescita di 1,3 milioni
di famiglie, gli anni ’90 invece furono all’insegna del contenimento produttivo,
con una attività edilizia molto prossima alla crescita delle famiglie. In quel
periodo poco meno di 2,4 milioni di abitazioni soddisfarono una domanda
aggiuntiva di famiglie pari a 1,9 milioni. Aggiunsero meno di 400mila abitazioni
allo stock non occupato da residenti e sostituirono circa 100mila abitazioni
uscite dal parco residenziale (cambio di destinazione d’uso, accorpamenti,
demolizioni).
Negli anni dal 2002 al 2005 le dinamiche costruttive sono state del tutto
diverse, si sono costruiti 203 alloggi ogni 100 nuove famiglie residenti a
fronte dei 125 alloggi nuovi per 100 nuove famiglie del periodo 1991-2001.
Negli anni dal 2003 al 2005 il canale privilegiato per la riproduzione del
denaro, ovviamente per chi possiede grandi ricchezze, è stato quello
immobiliare. Grandi capitali sono stati patrimonializzati in edifici
residenziali, in nuove iniziative immobiliari, ma anche, e soprattutto in aree
urbane qualificate sotto il profilo della posizione e suscettibili di essere
ulteriormente valorizzate attraverso interventi di riqualificazione edilizia,
urbanistica, commerciale, con la sostituzione del tessuto sociale insediato. Le
conseguenze hanno portato a quello che sembra un paradosso ma in Italia la
situazione abitativa è questa; ci sono oltre 5 milioni di alloggi vuoti.
Negli ultimi 10 anni si è costruito molto nel settore residenziale ma allo
stesso tempo sono aumentati a livelli preoccupanti le famiglie che stanno
perdendo l’alloggio.
L’istituto case popolari di Torino ha recentemente svolto una indagine sulle
famiglie e sugli alloggi costruiti nella nostra area metropolitana, ne
riportiamo una parte.
Comuni | Famiglie Totali (31/12/2007) | Unità Immobiliari accatastate – Residenziale (anno 2008) | % Incremento Alloggi 2001 – 2008 |
% Incremento Famiglie 2001 – 2008 |
Domande ERPS insoddisfatte |
Famiglie in disagio o assistite non ERPS (anno 2007) |
Alpignano | 7.310 | 7.833 |
15,31% |
12,39% |
76 |
106 |
Avigliana | 5.191 | 6.142 |
29,31% |
15,84% |
41 |
214 |
Beinasco | 7.680 | 8.506 |
12,93% |
6,02% |
98 |
151 |
Borgaro Torinese | 5.205 | 5.747 |
20,38% |
11,79% |
48 |
65 |
Carmagnola | 11.330 | 12.665 |
23,08% |
15,82% |
128 |
374 |
Caselle Torinese | 7.150 | 8.095 |
25,19% |
17,54% |
81 |
57 |
Chieri | 15.104 | 17.275 |
22,95% |
14,81% |
134 |
234 |
Chivasso | 10.557 | 12.751 |
23,44% |
9,89% |
112 |
157 |
Ciriè | 7.842 | 9.979 |
24,68% |
7,48% |
64 |
94 |
Collegno | 21.558 | 23.937 |
17,34% |
12,86% |
159 |
198 |
Cuorgnè | 4.459 | 5.950 |
18,36% |
6,88% |
47 |
22 |
Giaveno | 7.028 | 9.968 |
26,40% |
13,57% |
41 |
38 |
Grugliasco | 15.845 | 17.070 |
10,64% |
5,66% |
214 |
293 |
Ivrea | 11.244 | 13.868 |
22,05% |
7,19% |
150 |
374 |
Leinì | 5.627 | 6.769 |
36,86% |
21,45% |
16 |
14 |
Moncalieri | 25.249 | 28.201 |
23,47% |
15,50% |
198 |
657 |
Nichelino | 19.852 | 21.839 |
16,42% |
7,55% |
329 |
263 |
Orbassano | 9.067 | 10.367 |
19,99% |
9,32% |
236 |
55 |
Pianezza | 6.158 | 6.175 |
34,65% |
40,79% |
0 |
275 |
Pinerolo | 16.396 | 19.678 |
22,50% |
10,86% |
172 |
480 |
Piossasco | 7.178 | 8.298 |
28,00% |
15,11% |
195 |
85 |
Rivalta di Torino | 7.547 | 8.307 |
23,03% |
16,77% |
146 |
124 |
Rivarolo Canavese | 5.211 | 6.464 |
24,74% |
8,11% |
49 |
146 |
Rivoli | 22.415 | 23.305 |
13,43% |
15,00% |
136 |
363 |
San Mauro Torinese | 7.953 | 9.109 |
22,24% |
12,44% |
74 |
111 |
Santena | 4.254 | 4.528 |
13,09% |
11,65% |
12 |
210 |
Settimo Torinese | 19.548 | 21.875 |
16,46% |
7,01% |
141 |
262 |
Trofarello | 4.569 | 5.017 |
16,21% |
12,84% |
340 |
14 |
Venaria Reale | 13.834 | 15.668 |
11,61% |
1,48% |
141 |
363 |
Vinovo | 5.532 | 6.334 |
21,20% |
8,47% |
61 |
72 |
Volpiano | 5.702 | 6.867 |
33,26% |
18,00% |
32 |
60 |
Torino | 439.936 | 497.634 |
16,61% |
11,55% |
6.986 |
4.928 |
Totali | 763.531 | 866.221 |
118,07% |
111,58% |
10.657 |
10.859 |
I dati dei comuni della nostra area metropolitana confermano quanto già detto
all’inizio, in Italia si e costruito molto più del necessario e si sono
costruite case che non servono alle famiglie povere che continuano ad avere un
grande disagio abitativo, perché non riescono a pagare gli alti affitti
richiesti dal mercato e vengono sfrattate. Nell’anno in corso in Italia 140mila
famiglie hanno ricevuto lo sfratto, 27mila sono state sgomberate dalla loro
casa, 2milioni e 700mila fanno fatica a pagare i canoni.
Ma vogliamo soffermarci oltre che sul dramma vero e grave delle famiglie,
sull’uso sconsiderato del territorio.
I comuni concedono licenze edilizie operando continue varianti ai piani
regolatori, recuperando così soldi per oneri di urbanizzazione, soldi benedetti
per le casse comunali in forti ristrettezze economiche dovute all’assurda
abolizione dell’ici, (una delle poche tasse eque), si illudono così facendo di
favorire lo sviluppo dei loro paesi dando lavoro e offrendo occasioni di
insediamento. I costruttori sono soddisfatti perchè lavorano e fanno soldi,
(negli ultimi mesi l’ANCE ha lanciato numerose “grida di allarme” perché si è
rallentata fortemente l’attività costruttiva) minacciano altrimenti chiusure e
licenziamenti. Chi ha soldi (in Italia non sempre sono “puliti”) trova il modo
di patrimonializzare investendo nel “sicuro” mattone.
Non stiamo proponendo di fermare lo sviluppo, di bloccare ogni attività
costruttiva, si tratta, anche in questo caso di porsi seriamente il problema di
un governo vero del territorio che risponda alle esigenze della popolazione
tutta (non solo di quella con i soldi) e che abbia anche l’obbiettivo di
salvaguardare il territorio, bene sempre più prezioso.
In alcuni comuni e quartieri come Pianezza, Venaria, borgo S. Paolo a Torino, si
stanno organizzando gruppi di cittadini, comitati che stanno ponendo con serietà
il problema dell’utilizzo del territorio, strettamente collegato con i servizi e
la vivibilità dei quartieri, è un fatto positivo. Ritengo però che permanga una
scarsa attenzione da parte di tutti, ovviamente a partire dalle istituzioni e
dalle forze politiche, su questo tema.
Anche su questo argomento dobbiamo maturare la consapevolezza che siamo in
un’altra fase, rispetto a quella in cui tutti si pensava che l’importante era
produrre, tanto e di tutto perché comunque questa produzione avrebbe portato
benefici. Oggi sappiamo che l’accurato uso della terra è un fattore decisivo per
la nostra stessa sopravvivenza futura.
Baratta Giovanni