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NEWS |
Roma, 4 dicembre 2009
• Al Signor
Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi
• Al Signor Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Sen. Altero Matteoli
• Al Signor Sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e
Trasporti Sen. Mario Mantovani
• Ai Signori Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato
Oggetto:
richiesta misure urgenti per i provvedimenti di sfratto.
Egregio Signor Presidente, Ministro e Sottosegretario,
con il prossimo 31 dicembre 2009 va a scadere la sospensione dell'esecuzione dei
provvedimenti di rilascio per finita locazione, degli immobili adibiti ad uso
abitativo, prevista dall’art.23 della Legge 3 agosto 2009, n. 102 di conversione
in legge, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, recante: “Provvedimenti
anticrisi, nonche' proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni
internazionali”.
Questo ultimo provvedimento sugli sfratti andava esclusivamente a differire i
termini precedentemente fissati dall’art. 1 della legge 18 dicembre 2008, n. 199
che aveva convertito in legge il decreto-legge 20 ottobre 2008, n. 158 recante:
"Misure urgenti per contenere il disagio abitativo di particolari categorie
sociali".
La norma ponte, era stata emanata a favore degli inquilini più deboli, per
favorire il passaggio da casa a casa, evitando così inutili tensioni sociali e
in attesa della realizzazione delle misure e degli interventi previsti dal Piano
nazionale di edilizia abitativa di cui all'articolo 11 del decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,
n. 133.
Tale provvedimento, anche alla luce dell’accordo tra il Governo e le Regioni di
aprile 2009, doveva consentire la ripartizione immediata a queste ultime di una
parte pari a 200 milioni di euro, della dotazione complessiva al settore, da
destinare alla costruzione di soluzioni abitative per le famiglie sottoposte a
sfratto.
Nel corso poi dei mesi successivi doveva essere messa a disposizione la
differenza di 350 milioni di euro rispetto ai 550 milioni di euro previsti per
gli interventi alloggiativi, molti dei quali già ultimati da Regioni, Comuni e
Gestori di edilizia pubblica.
A oggi, però, il processo di un aumento dell’offerta abitativa in affitto,
obiettivo del Piano Casa non si è avviato. Conseguentemente non vi è stata
nessuna produzione di nuovi alloggi di edilizia sovvenzionata che potesse
rappresentare quella misura utile per favorire il passaggio da casa a casa delle
famiglie sfrattate, rappresentando così una possibile valvola di sfogo al
problema sociale delle fasce più deboli della popolazione. Anzi anche l’unico
ammortizzatore sociale presente nel comparto abitativo, rappresentato dal Fondo
Sostegno Affitti, subirà dei tagli pesanti, attraverso una riduzione di 40
milioni di euro nel 2010, con un prevedibile aumento degli sfratti per morosità.
Gli scenari abitativi futuri nel nostro Paese sono preoccupanti. La situazione
del disagio legato all’alloggio, con la crisi economica e l’aumento della
povertà, è in forte peggioramento. Dai dati che il Viminale ha pubblicato
qualche mese fa, emerge la crescita tra il 2007 e il 2008 delle richieste di
esecuzione degli sfratti, con un + 27 %, raggiungendo la quota di quasi 140 mila
famiglie italiane interessate. Le famiglie sfrattate, nel medesimo periodo di
osservazione, sono state 25mila, con una crescita del 11%. Una verifica delle
motivazioni dello sfratto indica che la prima causa è l’impossibilità economica
di pagare l’affitto, la morosità, per il 78,8%, mentre per finita locazione sono
il 20,2% e solo l’1% è dettato dalla necessità del proprietario.
La crescita del disagio abitativo emerge anche dal rapporto tra i provvedimenti
di sfratto emessi e il numero delle famiglie residenti in Italia che, per l’anno
2008, è stato di uno sfratto ogni 474 famiglie. L’anno prima era uno ogni 545
famiglie.
In considerazione della situazione evidenziata e dell’attuale assenza di
qualsiasi soluzione per tutte quelle famiglie sottoposte a sfratto, riteniamo
indispensabile ed urgente l’emanazione di una norma che vada ancora una volta a
differire, almeno sino al 31 dicembre 2010, l’esecuzione dei provvedimenti,
allargando la sospensione anche quelli per morosità incolpevole.