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Roma, 31 marzo 2009
CONFERENZA STAMPA
Roma, 31 marzo 2009
Centro Congressi Cavour, n. 50a – ore 11,30
Il Piano Casa di SUNIA, SICET e UNIAT UIL
L’evoluzione della domanda abitativa in Italia, ora in una fase molto critica
accentuata dalla crisi in atto, sta portando ad una fortissima crescita della
richiesta più debole. Queste trasformazioni socio economiche, per essere
governate, richiedono un insieme di misure immediate e contingenti accompagnate
anche da provvedimenti strutturali che secondo i Sindacati Inquilini si
dovrebbero concretizzare in un vero Piano casa.
Cosa serve nell’immediato:
• L’allargamento dell’offerta abitativa in breve tempo con molti alloggi di
edilizia residenziale pubblica evitando, nel contempo processi di dismissione
del già insufficiente patrimonio pubblico.
Vanno recuperate le risorse bloccate da marzo del 2008. Si tratta dei 550
milioni di euro che erano stati destinati al recupero ed alla costruzione di
12.000 alloggi popolari. E’ necessario restituirli immediatamente alla loro
originaria destinazione senza perdere altro tempo nell’apertura dei cantieri.
Mentre per il patrimonio pubblico esistente occorre stimolare un miglior
funzionamento degli Istituti di gestione.
• Attivare un finanziamento strutturale dal bilancio dello Stato di almeno 1,5
miliardi l’anno realizzando un Piano nazionale per l’edilizia pubblica e quella
sociale secondo il fabbisogno stimato dalle Regioni.
• Favorire il passaggio dell’ingente numero di alloggi invenduti: circa 350
mila, dal mercato della compravendita a quello dell’affitto a canone concordato,
attraverso contratti di locazione della durata di nove anni collegati
all’esenzione fiscale dei redditi da locazione.
• E’ indispensabile adeguare il Fondo di sostegno all’affitto ormai ridotto ai
minimi termini per affrontare anche il preoccupante fenomeno degli sfratti per
morosità, per il quale vanno garantite precise modalità e regole, tenuto conto
della crisi economica in atto e delle difficoltà economiche delle famiglie a
trovare un nuovo alloggio.
Va adottato nel contempo un meccanismo di erogazione in tempo reale ai cittadini
per garantire il perseguimento dello scopo del Fondo.
Un nuovo regime delle locazioni.
La legge 431 del 98 non ha garantito un governo della dinamica dei canoni per il
ruolo marginale che ha avuto il canale contrattato rispetto a quello libero,
così come ha provveduto ad eliminare molti elementi di tutela nei procedimenti
di sfratto.
È necessario per il contenimento dei canoni di locazione e la normalizzazione
del mercato, un nuovo regime delle locazioni che preveda un unico canale
concordato o convenzionato e non un semplice intervento di vantaggio fiscale,
peggio ancora se generalizzato.
Il nuovo regime dovrà operare su tre aspetti:
1) le regole contrattuali della locazione
2) le regole economiche
3) le regole fiscali
I principi a cui ispirarsi debbono essere:
1) Il riequilibrio tra i poteri contrattuali del conduttore e del locatore, che
attualmente vede la prevalenza della proprietà.
2) La semplificazione delle procedure.
3) La certezza e l’esigibilità dei diritti delle parti.
La contrattazione tra le parti
Per raggiungere questi obbiettivi è necessario che la riforma della legge
indichi la contrattazione tra i soggetti della rappresentanza, come unico
elemento di definizione degli aspetti contrattuali ed economici della locazione.
La norma dovrebbe prevedere due livelli di negoziazione, attraverso una
contrattazione periodica, degli elementi della locazione:
a) sul livello nazionale il sistema generale delle condizioni e delle tutele,
con i modelli contrattuali, vincolanti per le singole parti.
b) sul livello regionale i contenuti economici della locazione, con
l’individuazione delle fasce di oscillazione dei canoni, all’interno delle quali
i contraenti realizzeranno il proprio contratto. Questo avverrà attraverso la
stipula di accordi locali nei comuni capoluoghi di provincia.
Questo nuovo modello, al contrario di una norma rigida, garantisce la
possibilità di un rapido adeguamento delle forme e dei contenuti della locazione
al mutamento delle situazioni sociali, lasciando al ruolo della negoziazione,
tra le associazioni di rappresentanza collettiva dei conduttori e dei locatori,
la definizione delle intese. La contrattazione collettiva è l’unico strumento,
attualmente in grado di riequilibrare i poteri contrattuali tra le parti,
essendo evidente che, in un mercato non regolato come quello attuale delle
locazioni, è il contraente più forte a dettare regole e contenuti del contratto
di locazione.
Una diversa fiscalità.
La nuova legge, che deve essere di indirizzo, per la parte lasciata alla
contrattazione, è invece indispensabile che contenga norme e sanzioni, cogenti e
chiare, sul mancato rispetto delle regole e sull’evasione fiscale.
Dentro questo quadro è necessario prevedere un alleggerimento ed una
semplificazione del carico fiscale sulla locazione attraverso l’introduzione di
una unica imposta, da definire percentualmente al reddito da locazione, in
sostituzione dell’attuale ICI ed IRES. In analogia a quanto oggi previsto per i
mutui sulla prima casa, serve introdurre una analoga detrazione sul reddito
degli inquilini per gli affitti versati. Questo sia per un principio di equità
tra i cittadini e sia per esigenze di lotta all’evasione.
Sito Internet: www.sicet.it e-mail: sicet@sicet.it