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Roma, 22 ottobre 2008

Sospensione sfratti:
nel decreto esclusi i capoluoghi di provincia, nessuna tutela per la morosità

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 20 ottobre scorso, il decreto legge n. 158, che sospende i provvedimenti, nelle città metropolitane e nei comuni ad alta tensione abitativa confinanti, sino al 30 giugno 2009. Sono interessati esclusivamente gli sfratti per finita locazione, riguardanti immobili abitativi, per alcune categorie sociali definite all’art. 1 della legge 9 del 2008. Si tratta di inquilini che abbiano un reddito familiare lordo, inferiore a 27.000 euro e che siano o abbiano all’interno del proprio nucleo: persone ultrasessantacinquenni, malati terminali, portatori di handicap con invalidità superiore al 66% e famiglie con figli fiscalmente a carico. Per beneficiare della sospensione non si deve possedere altra abitazione adeguata nella regione di residenza. Per usufruire della sospensione l’inquilino dovrà inoltrare l’autocertificazione redatta con le modalità di cui agli artt. 21 e 38 del D.P.R. n.445 del 2000, attestante la sussistenza dei singoli requisiti richiesti. La stessa andrà presentata alla Cancelleria del Giudice procedente e all’ufficiale giudiziario. Il provvedimento opera esclusivamente nei comuni di: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania, Cagliari e Trieste, nonché nei comuni ad alta tensione abitativa con essi confinanti. Si tratta, al di là di una forte riduzione numerica: 130 comuni rispetto agli oltre 800 della legge n. 9 del 2007, di una norma che lascia senza nessuna tutela tutti quegli inquilini sottoposti allo sfratto che sono in locazione nei comuni capoluogo di provincia o in altri a tensione abitativa. Questa penalizzazione sta già provocando numerose esecuzioni in tutti quei comuni in cui è erano precedentemente bloccati i provvedimenti. Il SICET Nazionale metterà in atto nel percorso di conversione in legge del decreto tutte le azioni politiche per rivendicare il doveroso e necessario allargamento a tutti i comuni in cui è presente tensione abitativa. Ma invita anche le Regioni e i Comuni ad un impegno comune affinché, assieme alle loro associazioni: Conferenza delle Regioni e ANCI, manifestino al Governo l’impossibilità di garantire il passaggio da casa a casa, con l’assegnazione di un alloggio di edilizia pubblica, a tutte quelle famiglie sottoposte a sfratto che vivono nei territori non soggetti al blocco. Conseguentemente il SICET auspica che tutte le Regioni e i Comuni chiedano l’estensione dei comuni soggetti alla proroga.
Nel decreto non trovano nessuna soluzione e tutela anche gli sfratti per morosità che rappresentano oltre l’80 % dei provvedimenti convalidati e in esecuzione. Chi vive in affitto continua ad essere discriminato. E’ infatti inspiegabile e privo di logica il comportamento dei vari Governi, che si sono succeduti nel Paese, nel mettere in campo giuste iniziative di sostegno alle difficoltà economiche nei confronti di chi non riesce a corrispondere le rate dei mutui. Ma continuano imperterriti a lasciare senza risorse il comparto abitativo pubblico, anzi con il Piano Casa saranno discriminati proprio le famiglie più povere che non riescono a pagare gli affitti troppo onerosi. La situazione degli inquilini in difficoltà per il caro affitti è destinata a peggiorare. La legge finanziaria taglia fino al 50 % i fondi per i contributi per l’affitto.

Per tutte le informazioni relative alla compilazione della richiesta di sospensione dello sfratto potete rivolgersi alla sede SICET più vicina.


Sito Internet: www.sicet.it e-mail: sicet@sicet.it

 

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