Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia,
sanzioni,
recupero e sanatoria delle opere abusive
(G.U. n. 53 del 2-03-1985 )
CAPO I
Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia. Sanzioni amministrative
e penali
Art. 1 - Legge-quadro
1. Fermo restando quanto previsto dal capo IV, le regioni emanano norme in materia
di controllo dell'attività urbanistica ed edilizia e di sanzioni amministrative
in conformità ai principi definiti dai capi I, II e III della presente legge.
2. Fino all'emanazione delle norme regionali si applicano le norme della presente
legge.
3. Sono in ogni caso fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale
e delle province autonome di Trento e di Bolzano.
Art. 2 - Sostituzione di norme
Le disposizioni di cui al capo I della presente legge sostituiscono quelle di
cui all'art. 32 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, ed agli artt. 15 e 17 della
legge 28 gennaio 1977, n. 10.
Art. 3 - Ritardato od omesso versamento del contributo afferente alla concessione
1. Le regioni determinano le sanzioni per il ritardato o mancato versamento
del contributo di concessione in misura non inferiore a quanto previsto nel presente
articolo e non superiore al doppio.
2. Il mancato versamento nei termini di legge, del contributo di concessione di
cui agli artt. 3, 5, 6 e 10 della legge 28 gennaio 1977, n. 10, comporta:
a) l'aumento del contributo in misura pari al 20 per cento qualora il versamento
del contributo sia effettuato nei successivi centoventi giorni;
b) l'aumento del contributo in misura pari al 50 per cento quando, superato il termine
di cui alla lettera a), il ritardo si protrae non oltre i successivi sessanta giorni;
c) l'aumento del contributo in misura pari al 100 per cento quando, superato il
termine di cui alla lettera b), il ritardo si protrae non oltre i successivi sessanta
giorni.
3. Le misure di cui alle lettere precedenti non si cumulano.
4. Nel caso di pagamento rateizzato le norme di cui al secondo comma si applicano
ai ritardi nei pagamenti delle singole rate.
5. Decorso inutilmente il termine di cui alla lettera c) del secondo comma il comune
provvede alla riscossione coattiva del complessivo credito nei modi previsti dall'art.
16 della presente legge.
6. Fino all'entrata in vigore delle leggi regionali che determineranno la misura
delle sanzioni di cui al presente articolo, queste saranno applicate nelle misure
indicate nel secondo comma.
Art. 4 - Vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia
1. Il sindaco esercita la vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia nel territorio
comunale per assicurarne la rispondenza alle norme di legge e di regolamento, alle
prescrizioni degli strumenti urbanistici ed alle modalità esecutive fissate nella
concessione o nell'autorizzazione.
2. Il sindaco, quando accerti l'inizio di opere eseguite senza titolo su aree assoggettate,
da leggi statali, regionali o da altre norme urbanistiche vigenti o adottate, a
vincolo di inedificabilità, o destinate ad opere e spazi pubblici ovvero ad interventi
di edilizia residenziale pubblica di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167, e successive
modificazioni ed integrazioni, provvede alla demolizione e al ripristino dello stato
dei luoghi. Qualora si tratti di aree assoggettate alla tutela di cui al R.D. 30
dicembre 1923, n. 3267, o appartenenti ai beni disciplinati dalla legge 16 giugno
1927, n. 1766 [1], nonché delle aree di cui alle leggi 15 giugno 1939, n. 1089,
e 29 giugno 1939, n. 1497, e successive modificazioni ed integrazioni, il sindaco
provvede alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi, previa comunicazione
alle Amministrazioni competenti le quali possono eventualmente intervenire, ai fini
della demolizione, anche di propria iniziativa.
3. Ferma rimanendo l'ipotesi prevista dal precedente comma, qualora sia constatata
dai competenti Uffici comunali, l'inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità
di cui al primo comma, il sindaco ordina l'immediata sospensione dei lavori, che
ha effetto fino all'adozione dei provvedimenti definitivi di cui ai successivi articoli,
da adottare e notificare entro quarantacinque giorni dall'aordine di sospensione
dei lavori.
4. Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, ove nei luoghi in cui vengono
realizzate le opere non sia esibita la concessione ovvero non sia stato apposto
il prescritto cartello, ovvero in tutti gli altri casi di presunta violazione urbanistico-edilizia,
ne danno immediata comunicazione all'Autorità giudiziaria, al presidente della giunta
regionale ed al sindaco, il quale verifica entro trenta giorni la regolarità delle
opere e dispone gli atti conseguenti.
Art. 5 - Opere di Amministrazioni statali
Per le opere eseguite da Amministrazioni statali, qualora ricorrono le ipotesi di cui al precedente art. 4, il sindaco, ai sensi dell'art. 81 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, informa immediatamente il presidente della giunta regionale e il Ministro dei lavori pubblici, al quale compete, d'intesa con il presidente della giunta regionale, l'adozione dei provvedimenti previsti dal suddetto art. 4.
Art. 6 - Responsabilità del titolare della concessione, del committente, del costruttore e del direttore dei lavori
1. Il titolare della concessione, il committente, e il costruttore sono responsabili,
ai fini e per gli effetti delle norme contenute nel presente capo, della conformità
delle opere alla normativa urbanistica, alle previsioni di piano nonché - unitamente
al direttore dei lavori con esclusione di quanti altri siano a qualsiasi titolo
coinvolti nell'attività edilizia - a quelle della concessione ad edificare e alle
modalità esecutive stabilite dalla medesima. Essi sono, altresì, tenuti al pagamento
delle sanzioni pecuniarie e solidalmente alle spese per l'esecuzione in danno, in
caso di demolizione delle opere abusivamente realizzate, salvo che dimostrino di
non essere responsabili dell'abuso [1].
2. Il direttore dei lavori non è responsabile qualora abbia contestato agli altri
soggetti la violazione delle prescrizioni della concessione edilizia, con esclusione
delle varianti in corso d'opera di cui all'art. 15, fornendo al sindaco contemporanea
e motivata comunicazione della violazione stessa. Nei casi di totale difformità
o di variazione essenziale rispetto alla concessione, il direttore dei lavori deve
inoltre rinunziare all'incarico contestualmente alla comunicazione resa al sindaco.
In caso contrario il sindaco segnala al consiglio dell'ordine professionale di appartenenza
la violazione in cui è incorso il direttore dei lavori, che è passibile di sospensione
dall'albo professionale da tre mesi a due anni.
Art. 7 - Opere eseguite in assenza di concessione, in totale difformità o con variazioni essenziali
1. Sono opere eseguite in totale difformità dalla concessione quelle che comportano
la realizzazione di un organismo edilizio integralmente diverso per caratteristiche
tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazione da quello oggetto della concessione
stessa, ovvero l'esecuzione di volumi edilizi oltre i limiti indicati nel progetto
e tali da costituire un organismo edilizio o parte di esso con specifica rilevanza
ed autonomamente utilizzabile.
2. Il sindaco, accertata l'esecuzione di opere in assenza di concessione, in totale
difformità dalla medesima ovvero con variazioni essenziali, determinate ai sensi
del successivo art. 8, ingiunge la demolizione.
3. Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello
stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area
di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche,
alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono a quisiti di diritto
gratuitamente al patrimonio del comune. L'area acquisita non può comunque essere
superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita.
4. L'accertamento dell'inottemperanza alla ingiunzione a demolire, nel termine di
cui al precedente comma, previa notifica all'interessato, costituisce titolo per
l'immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari, che deve
essere eseguita gratuitamente.
5. L'opera acquisita deve essere demolita con ordinanza del sindaco a spese dei
responsabili dell'abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari
l'esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l'opera non contrasti
con rilevanti interessi urbanistici o ambientali.
6. Per le opere abusivamente eseguite su terreni sottoposti, in base a leggi statali
o regionali, a vincolo di inedificabilità, l'acquisizione gratuita, nel caso di
inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, si verifica di diritto a favore delle
Amministrazioni cui compete la vigilanza sull'osservanza del vincolo. Tali Amministrazioni
provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei
luoghi a spese dei responsabili dell'abuso. Nella ipotesi di concorso dei vincoli,
l'acquisizione si verifica a favore del patrimonio del comune.
7. Il segretario comunale redige e pubblica mensilmente, mediante affissione nell'albo
comunale, l'elenco dei rapporti comunicati dagli ufficiali ed agenti di polizia
giudiziaria riguardanti opere o lottizzazioni realizzate abusivamente e delle relative
ordinanze di sospensione e lo trasmette all'Autorità giudiziaria competente, al
presidente della giunta regionale e tramite la competente prefettura, al Ministro
dei lavori pubblici [1].
8. In caso d'inerzia, protrattasi per quindici giorni dalla data di constatazione
della inosservanza delle disposizioni di cui al primo comma dell'art. 4 ovvero protrattasi
oltre il termine stabilito dal terzo comma del medesimo art. 4, il presidente della
giunta regionale, nei successivi trenta giorni, adotta i provvedimenti eventualmente
necessari dandone contestuale comunicazione alla competente Autorità giudiziaria
ai fini dell'esercizio dell'azione penale.
9. Per le opere abusive di cui al presente articolo, il giudice, con la sentenza
di condanna per il reato di cui all'art. 17, lettera b), della legge 28 gennaio
1977, n. 10, come modificato dal successivo art. 20 della presente legge, ordina
la demolizione delle opere stesse se ancora non sia stata altrimenti eseguita.
Art. 8 - Determinazione delle variazioni essenziali
1. Fermo restando quanto disposto dal primo comma del precedente art. 7, le regioni
stabiliscono quali siano le variazioni essenziali al progetto approvato, tenuto
conto che l'essenzialità ricorre esclusivamente quando si verifica una o più delle
seguenti condizioni:
a) mutamento della destinazione d'uso che implichi variazione degli standards previsti
dal D.M. 2 aprile 1968, pubblicato nella G.U. n. 97 del 16 aprile 1968;
b) aumento consistente della cubatura o della superficie di solaio da valutare in
relazione al progetto approvato;
c) modifiche sostanziali di parametri urbanistico-edilizi del progetto approvato
ovvero della localizzazione dell'edificio sull'area di pertinenza;
d) mutamento delle caratteristiche dell'intervento edilizio assentito in relazione
alla classificazione dell'art. 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457;
e) violazione delle norme vigenti in materia di edilizia antisismica, quando non
attenga a fatti procedurali.
2. Non possono ritenersi comunque variazioni essenziali quelle che incidono sulla
entità delle cubature accessorie, sui volumi tecnici e sulla distribuzione interna
delle singole unità abitative.
3. Gli interventi di cui al precedente primo comma, effettuati su immobili sottoposti
a vincolo storico, artistico, architettonico, archeologico, paesistico ed ambientale
nonchè su immobili ricadenti sui parchi o in aree protette nazionali e regionali,
sono considerati in totale difformità dalla concessione, ai sensi e per gli effetti
degli artt. 7 e 20 della presente legge. Tutti gli altri interventi sui medesimi
immobili sono considerati variazioni essenziali.
Art. 9 - Interventi di ristrutturazione edilizia
1. Fermo restando quanto disposto dal successivo art. 26, le opere di ristrutturazione
edilizia, come definite dalla lettera d) del primo comma dell'art. 31 della legge
5 agosto 1978, n. 457; eseguite in assenza di concessione o in totale difformità
da essa, sono demolite ovvero rimosse e gli edifici sono resi conformi alle prescrizioni
degli strumenti urbanistico-edilizi entro il termine stabilito dal sindaco con propria
ordinanza, decorso il quale l'ordinanza stessa è eseguita a cura del comune e a
spese dei responsabili dell'abuso.
2. Qualora, sulla base di motivato accertamento dell'Ufficio tecnico comunale, il
ripristino dello stato dei luoghi non sia possibile, il sindaco irroga una sanzione
pecuniaria pari al doppio dell'aumento di valore dell'immobile, conseguente alla
realizzazione delle opere, determinato, con riferimento alla data di ultimazione
dei lavori, in base ai criteri previsti dalla legge 27 luglio 1978 n. 392, con la
esclusione, per i comuni non tenuti all'applicazione della legge medesima, del parametro
relativo all'ubicazione e con l'equiparazione alla categoria A/1 delle categorie
non comprese nell'art. 16 della medesima legge. Per gli edifici adibiti ad uso diverso
da quello di abitazione la sanzione è pari al doppio dell'aumento del valore venale
dell'immobile, determinato a cura dell'Ufficio Tecnico Erariale.
3. Qualora le opere siano state eseguite su immobili vincolati ai sensi delle leggi
15 giugno 1939, n. 1089, e 29 giugno 1939, n. 1497, l'Amministrazione competente
a vigilare sull'osservanza del vincolo, salva l'applicazione di altre misure e sanzioni
previste da norme vigenti, ordina la restituzione in pristino a cura e spese del
responsabile dell'abuso, indicando criteri e modalità diretti a ricostituire l'originario
organismo edilizio, ed irroga una sanzione pecuniaria da lire un milione a lire
dieci milioni.
4. Qualora le opere siano state eseguite su immobili, anche non vincolati, compresi
nelle zone indicate nella lettera A dell'art. 2 del D.M. 2 aprile 1968, pubblicato
nella G.U. n. 97 del 16 aprile 1968, il sindaco richiede all'Amministrazione competente
alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito parere vincolante circa la
restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione pecuniaria di cui al precedente
comma. Qualora il parere non venga reso entro centoventi giorni dalla richiesta
il sindaco provvede autonomamente.
5. Si applicano le disposizioni di cui al comma ottavo dell'art. 7.
6. E' comunque dovuto il contributo di concessione di cui agli artt. 3, 5, 6 e 10
della legge 28 gennaio 1977, n. 10.
Art. 10 - Opere eseguite senza autorizzazione
1. Fermo restando quanto disposto dal successivo art. 26, l'esecuzione di opere
in assenza dell'autorizzazione prevista dalla normativa vigente o in difformità
da essa comporta la sanzione pecuniaria pari al doppio dell'aumento del valore venale
dell'immobile conseguente alla realizzazione delle opere stesse e comunque in misura
non inferiore a lire cinquecentomila. In caso di richiesta dell'autorizzazione in
sanatoria in corso di esecuzione delle opere, la sanzione è applicata nella misura
minima. Qualora le opere siano eseguite in assenza di autorizzazione in dipendenza
di calamità naturali o di avversità atmosferiche dichiarate di carattere eccezionale
la sanzione non è dovuta.
2. La mancata richiesta di autorizzazione di cui al presente articolo non comporta
l'applicazione delle norme previste dall'art. 17 della legge 28 gennaio 1977, n.
10, come sostituito dall'art. 20 della presente legge.
3. Quando le opere realizzate senza autorizzazione consistono in interventi di restauro
e di risanamento conservativo, di cui alla lettera c) del primo comma dell'art.
31 della legge 5 agosto 1978, n. 457, eseguiti su immobili comunque vincolati da
leggi statali e regionali nonché dalle altre norme urbanistiche vigenti, l'Autorità
competente a vigilare sull'osservanza del vincolo, salva l'applicazione di altre
misure e sanzioni previste da norme vigenti, può ordinare la restituzione in pristino
a cura e spese del contravventore ed irroga una sanzione pecuniaria da lire un milione
a lire venti milioni.
4. Qualora gli interventi di cui al comma precedente vengano eseguiti su immobili,
anche non vincolati, compresi nelle zone indicate nella lettera A dell'art. 2 del
D.M. 2 aprile 1968, pubblicato nella G.U. n. 97 del 16 aprile 1968, il sindaco richiede
all'Amministrazione competente alla tutela dei beni culturali ed ambientali apposito
parere vincolante circa la restituzione in pristino o la irrogazione della sanzione
pecuniaria di cui al primo comma. Qualora il parere non venga reso entro centoventi
giorni dalla richiesta, il sindaco provvede autonomamente. In tali casi non trova
applicazione la sanzione pecuniaria da lire un milione a lire venti milioni di cui
al comma precedente.
Art. 11 - Annullamento della concessione
1. In caso di annullamento della concessione illegittimamente assentita ai sensi
dell'articolo 9 del decreto-legge 27 settembre 1994, n. 551, mediante silenzio-assenso,
il sindaco dispone la riduzione in pristino ed eventualmente, qualora quest'ultima
non sia possibile, applica una sanzione pecuniaria pari al doppio del valore venale
delle opere o loro parti abusivamente eseguite, valutato dall'ufficio tecnico erariale
sulla base dei correnti valori di mercato [1]. La valutazione dell'Ufficio tecnico
è notificata alla parte dal Comune e diviene definitiva decorsi i termini di impugnativa.
2. L'integrale corresponsione della sanzione pecuniaria irrogata produce i medesimi
effetti della concessione di cui all'art. 13.
Art. 12 - Opere eseguite in parziale difformità dalla concessione
1. Le opere eseguite in parziale difformità dalla concessione sono demolite a
cura e spese dei responsabili dell'abuso entro il termine congruo, e comunque non
oltre centoventi giorni, fissato dalla relativa ordinanza del sindaco. Dopo tale
termine sono demolite a cura del comune e a spese dei medesimi responsabili dell'abuso.
2. Quando la demolizione non può avvenire senza pregiudizio della parte eseguita
in conformità, il sindaco applica una sanzione pari al doppio del costo di produzione,
stabilito in base alla legge 27 luglio 1978, n. 392, della parte dell'opera realizzata
in difformità dalla concessione, se ad uso residenziale, e pari al doppio del valore
venale, determinato a cura dell'Ufficio Tecnico Erariale, per le opere adibite ad
usi diversi da quello residenziale.
Art. 13 - Accertamento di conformità
1. Fino alla scadenza del termine di cui all'art. 7, terzo comma, per i casi
di opere eseguite in assenza di concessione o in totale difformità o con variazioni
essenziali, o dei termini stabiliti nell'ordinanza del sindaco di cui al primo comma
dell'art. 9, nonché, nei casi di parziale difformità, nel termine di cui al primo
comma dell'art. 12, ovvero nel caso di opere eseguite in assenza di autorizzazione
ai sensi dell'art. 10 e comunque fino alla irrogazione delle sanzioni amministrative,
il responsabile dell'abuso può ottenere la concessione o l'autorizzazione in sanatoria
quando l'opera eseguita in assenza della concessione o autorizzazione è conforme
agli strumenti urbanistici generali e di attuazione approvati e non in contrasto
con quelli adottati sia al momento della realizzazione dell'opera, sia al momento
della presentazione della domanda.
2. Sulla richiesta di concessione o di autorizzazione in sanatoria il sindaco si
pronuncia entro sessanta giorni, trascorsi i quali la richiesta si intende respinta.
3. Il rilascio della concessione in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo
di oblazione, del contributo di concessione in misura doppia, ovvero, nei soli casi
di gratuità della concessione a norma di legge, in misura pari a quella prevista
dagli artt. 3, 5, 6 e 10 della legge 28 gennaio 1977, n. 10.
4. Per i casi di parziale difformità l'oblazione è calcolata con riferimento alla
parte di opera difforme dalla concessione.
5. L'autorizzazione in sanatoria è subordinata al pagamento di una somma determinata
dal sindaco nella misura da lire cinquecentomila a lire due milioni.
Art. 14 - Opere eseguite su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici
1. Qualora sia accertata l'esecuzione di opere da parte di soggetti diversi da
quelli di cui al precedente art. 5 in assenza di concessione ad edificare, ovvero
in totale o parziale difformità dalla medesima, su suoli del demanio o del patrimonio
dello Stato o di enti pubblici, il sindaco ordina, dandone comunicazione all'ente
proprietario del suolo, previa diffida non rinnovabile al responsabile dell'abuso,
la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi.
2. La demolizione è eseguita a cura del comune ed a spese dei responsabili dell'abuso.
Art. 15 - Varianti in corso d'opera
1. Non si procede alla demolizione ovvero all'applicazione delle sanzioni di
cui agli articoli precedenti nel caso di realizzazione di varianti, nonché di varianti,
purché esse siano conformi agli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi vigenti
e non in contrasto con quelli adottati, non comportino modifiche della sagoma né
delle superfici utili e non modifichino la destinazione d'uso delle costruzioni
e delle singole unità immobiliari, nonché il numero di queste ultime, e sempre che
non si tratti di immobili vincolati ai sensi delle leggi 1d giugno 1939, n. 1089,
e 29 giugno 1939, n. 1497, e successive modificazioni e integrazioni.
2. Le varianti non devono comunque riguardare interventi di restauro, come definiti
dall'art. 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457.
3. L'approvazione della variante deve comunque essere richiesta prima della dichiarazione
di ultimazione dei lavori.
4. La mancata richiesta di approvazione delle varianti di cui al presente articolo
non comporta l'applicazione delle norme previste nell'art. 17 della legge 28 gennaio
1977, n. 10, come modificato dall'art. 20 della presente legge.
Art. 16 - Riscossione
I contributi, le sanzioni e le spese di cui alla legge 28 gennaio 1977, n. 10, e alla presente legge vengono riscossi con ingiunzione emessa dal sindaco a norma degli artt. 2 e segg. del Testo unico delle disposizioni di legge relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato, approvato con R.D. 14 aprile 1910, n. 639.
Art. 17 - Nullità degli atti giuridici relativi ad edifici
1. Gli atti tra vivi, sia in forma pubblica, sia in forma privata, aventi per
oggetto trasferimento o costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali,
relativi ad edifici, o loro parti, la cui costruzione è iniziata dopo l'entrata
in vigore della presente legge, sono nulli e non possono essere stipulati ove da
essi non risultino, per dichiarazione dell'alienante, gli estremi della concessione
ad edificare o della concessione in sanatoria rilasciata ai sensi dell'art. 13.
Tali disposizioni non si applicano agli atti costitutivi, modificativi o estintivi
di diritti reali di garanzia o di servitù.
2. Nel caso in cui sia prevista ai sensi del precedente art. 11 l'irrogazione di
una sanzione soltanto pecuniaria, ma non il rilascio della concessione in sanatoria,
agli atti di cui al primo comma deve essere allegata la prova dell'integrale pagamento
della sanzione medesima [1].
3. La sentenza che accerta la nullità degli atti di cui al primo comma non pregiudica
i diritti di garanzia o di servitù acquisiti in base ad un atto iscritto o trascritto
anteriormente alla trascrizione della domanda diretta a far accertare la nullità
degli atti.
4. Se la mancata indicazione in atto degli estremi non sia dipesa dalla insussistenza
della concessione al tempo in cui gli atti medesimi sono stati stipulati, essi possono
essere confermati anche da una sola delle parti mediante atto successivo, redatto
nella stessa forma del precedente, che contenga la menzione omessa.
5. Le nullità di cui al presente articolo non si applicano agli atti derivanti da
procedure esecutive immobiliari, individuali o concorsuali. L'aggiudicatario, qualora
l'immobile si trovi nelle condizioni di cui all'art. 13 della presente legge, dovrà
presentare domanda di concessione in sanatoria entro 120 giorni dalla notifica del
decreto emesso dall'Autorità giudiziaria [2].
Art. 18 - Lottizzazione
1. Si ha lottizzazione abusiva di terreni a scopo edificatorio quando vengono
iniziate opere che comportino trasformazione urbanistica od edilizia dei terreni
stessi in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, vigenti o adottati,
o comunque stabilite dalle leggi statali o regionali o senza la prescritta autorizzazione;
nonché quando tale trasformazione venga predisposta attraverso il frazionamento
e la vendita, o atti equivalenti, del terreno in lotti che, per le loro caratteristiche
quali la dimensione in relazione alla natura del terreno e alla sua destinazione
secondo gli strumenti urbanistici, il numero, l'ubicazione o la eventuale previsione
di opere di urbanizzazione ed in rapporto ad elementi riferiti agli acquirenti,
denuncino in modo non equivoco la destinazione a scopo edificatorio.
2. Gli atti tra vivi, sia in forma pubblica, sia in forma privata, aventi ad oggetto
trasferimento o costituzione o scioglimento della comunione di diritti reali relativi
a terreni sono nulli e non possono essere stipulati né trascritti nei pubblici registri
immobiliari ove agli atti stessi non sia allegato il certificato di destinazione
urbanistica contenente le prescrizioni urbanistiche riguardanti l'area interessata.
Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano quando i terreni costituiscano
pertinenze di edifici censiti nel nuovo catasto edilizio urbano, purché la superficie
complessiva dell'area di pertinenza medesima sia inferiore a 5.000 metri quadrati
[1].
3. Il certificato di destinazione urbanistica deve essere rilasciato dal sindaco
entro il termine perentorio di trenta giorni dalla presentazione della relativa
domanda. Esso conserva validità per un anno dalla data di rilascio se, per dichiarazione
dell'alienante o di uno dei condividenti, non siano intervenute modificazioni degli
strumenti urbanistici.
4. In caso di mancato rilascio del suddetto certificato nel termine previsto, esso
può essere sostituito da una dichiarazione dell'alienante o di uno dei condividenti
attestante l'avvenuta presentazione della domanda, nonché la destinazione urbanistica
dei terreni secondo gli strumenti urbanistici vigenti o adottati, ovvero l'inesistenza
di questi ovvero la prescrizione, da parte dello strumento urbanistico generale
approvato, di strumenti attuativi. [2]
5. I frazionamenti catastali dei terreni non possono essere approvati dall'Ufficio
Tecnico Erariale se non è allegata copia del tipo dal quale risulti, per attestazione
degli Uffici comunali, che il tipo medesimo è stato depositato presso il comune
[3].
6. I pubblici ufficiali che ricevono o autenticano atti aventi per oggetto il trasferimento,
anche senza frazionamento catastale, di appezzamenti di terreno di superficie inferiore
a diecimila metri quadrati devono trasmettere, entro trenta giorni dalla data di
registrazione, copia dell'atto da loro ricevuto o autenticato al sindaco del comune
ove è sito l'immobile.
7. Nel caso in cui il sindaco accerti l'effettuazione di lottizzazione di terreni
a scopo edificatorio senza la prescritta autorizzazione, con ordinanza da notificare
ai proprietari delle aree ed agli altri soggetti indicati nel primo comma dell'art.
6, ne dispone la sospensione. Il provvedimento comporta l'immediata interruzione
delle opere in corso ed il divieto di disporre dei suoli e delle opere stesse con
atti tra vivi, e deve essere trascritto a tal fine nei registri immobiliari.
8. Trascorsi novanta giorni, ove non intervenga la revoca del provvedimento di cui
al comma precedente, le aree lottizzate sono acquisite di diritto al patrimonio
disponibile del comune il cui sindaco deve provvedere alla demolizione delle opere.
In caso di inerzia del sindaco si applicano le disposizioni concernenti i poteri
sostitutivi di cui all'art. 7.
9. Gli atti aventi per oggetto lotti di terreno, per i quali sia stato emesso il
provvedimento previsto dal settimo comma, sono nulli e non possono essere stipulati,
né in forma pubblica né in forma privata, dopo la trascrizione di cui allo stesso
comma e prima della sua eventuale cancellazione o della sopravvenuta inefficacia
del provvedimento del sindaco.
10. Il quarto comma dell'art. 31 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, modificato
dall'art. 10 della legge 6 agosto 1967, n. 765, è abrogato.
11. Le disposizioni di cui sopra si applicano agli atti stipulati ed ai frazionamenti
presentati ai competenti Uffici del catasto dopo l'entrata in vigore della presente
legge, e non si applicano comunque alle divisioni ereditarie, alle donazioni fra
coniugi e fra parenti in linea retta ed ai testamenti nonché agli atti costitutivi,
modificativi od estintivi di diritti reali di garanzia e di servitù [1].
Art. 19 - Confisca dei terreni
1. La sentenza definitiva del giudice penale che accerta che vi è stata lottizzazione
abusiva, dispone la confisca dei terreni abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente
costruite.
2. Per effetto della confisca i terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente
al patrimonio del comune nel cui territorio è avvenuta la lottizzazione abusiva.
3. La sentenza definitiva è titolo per la immediata trascrizione nei registri immobiliari.
Art. 20 - Sanzioni penali [1]
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato e ferme le sanzioni amministrative,
si applica:
a) l'ammenda fino a lire 20 milioni per l'inosservanza delle norme, prescrizioni
e modalità esecutive previste dalla presente legge, dalla legge 17 agosto 1942,
n. 1150, e successive modificazioni e integrazioni, in quanto applicabili, nonché
dai regolamenti edilizi, dagli strumenti strumenti urbanistici e dalla concessione
[2];
b) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da lire 10 milioni a lire 100 milioni nei
casi di esecuzione dei lavori in totale difformità o assenza della concessione o
di prosecuzione degli stessi nonostante l'ordine di sospensione;
c) l'arresto fino a due anni e l'ammenda da lire 30 milioni a lire 100 milioni nel
caso di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio, come previsto dal primo
comma dell'art. 18. La stessa pena si applica anche nel caso di interventi edilizi
nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale,
in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza della concessione.
2. Le disposizioni di cui al comma precedente sostituiscono quelle di cui all'art.
17 della legge 28 gennaio 1977, n. 10.
Art. 21 - Sanzioni a carico dei notai
1. Il ricevimento e l'autenticazione da parte dei notai di atti nulli previsti
dagli artt. 17 e 18 e non convalidabili costituisce violazione dell'art. 28 della
legge 16 febbraio 1913, n. 89, e successive modificazioni, e comporta l'applicazione
delle sanzioni previste dalla legge medesima.
2. Tutti i pubblici ufficiali, ottemperando a quanto disposto dall'art. 18, sono
esonerati da ogni responsabilità inerente al trasferimento o alla divisione dei
terreni; l'osservanza della formalità prevista dal sesto comma dello stesso art.
18 tiene anche luogo del rapporto di cui all'art. 2 del Codice di procedura penale.
Art. 22 - Norme relative all'azione penale
1. L'azione penale relativa alle violazioni edilizie rimane sospesa finché non
siano stati esauriti i procedimenti amministrativi di sanatoria di cui al presente
capo.
2. Nel caso di ricorso giurisdizionale avverso il diniego della concessione in sanatoria
di cui all'art. 13, l'udienza viene fissata d'ufficio dal presidente del Tribunale
amministrativo regionale per una data compresa entro il terzo mese dalla presentazione
del ricorso.
3. Il rilascio in sanatoria delle concessioni estingue i reati contravvenzionali
previsti dalle norme urbanistiche vigenti.
Art. 23 - Controlli periodici mediante rilevamenti aerofotogrammetrici
1. Le regioni stabiliscono, con proprie leggi, quali aree del territorio debbano
essere assoggettate a particolare controllo periodico dell'attività urbanistica
ed edilizia anche mediante rilevamenti aerofotogrammetrici, ed il conseguente aggiornamento
delle scritture catastali.
2. Le leggi regionali agevolano altresì la costituzione di consorzi tra comuni per
la esecuzione dei rilevamenti e dei controlli di cui al presente articolo.
3. Lo Stato contribuisce ad integrare i fabbisogni finanziari per l'applicazione
delle disposizioni del presente articolo con quota parte degli introiti di competenza
statale di cui al capo IV.
4. Con la legge finanziaria, si provvede alla determinazione della quota da destinare
alla finalità suddetta.
CAPO II
Snellimento delle procedure urbanistiche ed edilizie
Art. 24 - Strumenti per cui non è richiesta l'approvazione regionale
1. Salvo che per le aree e per gli ambiti territoriali individuati dalle regioni
come di interesse regionale in sede di piano territoriale di coordinamento o, in
mancanza, con specifica deliberazione, non è soggetto ad approvazione regionale
lo strumento attuativo di strumenti urbanistici generali, compresi i piani per l'edilizia
economica e popolare nonché i piani per gli insediamenti produttivi.
2. Le regioni emanano norme cui i comuni debbono attenersi per l'approvazione degli
strumenti di cui al comma precedente, al fine di garantire la snellezza del procedimento
e le necessarie forme di pubblicità e di partecipazione dei soggetti pubblici e
privati. I comuni sono comunque tenuti a trasmettere alla regione, entro sessanta
giorni, copia degli strumenti attuativi di cui al presente articolo. Sulle eventuali
osservazioni della regione i comuni devono esprimersi con motivazioni puntuali.
Art. 25 - Semplificazione delle procedure
1. Le regioni entro centottanta giorni dalla entrata in vigore della presente
legge emanano norme che:
a) prevedono procedure semplificate per l'approvazione degli strumenti attuativi
in variante agli strumenti urbanistici generali;
b) definiscono criteri ed indirizzi per garantire l'unificazione ed il coordinamento
dei contenuti dei regolamenti edilizi comunali, nonché per accelerare l'esame delle
domande di concessione e di autorizzazione edilizia;
c) prevedono procedure semplificate per l'approvazione di varianti agli strumenti
urbanistici generali finalizzate all'adeguamento degli standards urbanistici posti
da disposizioni statali o regionali.
2. Le norme di cui al comma precedente devono garantire le necessarie forme di pubblicità
e la partecipazione dei soggetti pubblici e privati, nonché i termini, non superiori
a centoventi giorni, entro i quali la regione deve comunicare al comune le proprie
determinazioni. Trascorsi tali termini i provvedimenti di cui al precedente comma
si intendono approvati.
3. Le varianti agli strumenti urbanistici non sono soggette alla preventiva autorizzazione
della regione.
4. Le leggi regionali stabiliscono quali mutamenti, connessi o non connessi a trasformazioni
fisiche, dell'uso di immobili o di loro parti, subordinare a concessione, e quali
mutamenti, connessi e non connessi a trasformazioni fisiche, dell'uso di immobili
o di loro parti siano subordinati ad autorizzazione. [1]
Art. 26 - Opere interne
1. Non sono soggette a concessione né ad autorizzazione le opere interne alle
costruzioni che non siano in contrasto con gli strumenti urbanistici adottati o
approvati e con i regolamenti edilizi vigenti, non comportino modifiche della sagoma
della costruzione, dei prospetti, né aumento delle superfici utili e del numero
delle unità immobiliari, non modifichino la destinazione d'uso delle costruzioni
e delle singole unità immobiliari, non rechino pregiudizio alla statica dell'immobile
e, per quanto riguarda gli immobili compresi nelle zone indicate alla lettera A
dell'art. 2 del D.M. 2 aprile 1968, pubblicato nella G.U. n. 97 del 16 aprile 1968,
rispettino le originarie caratteristiche costruttive. Ai fini dell'applicazione
del presente articolo non è considerato aumento delle superfici utili l'eliminazione
o lo spostamento di pareti interne o di parti di esse [1].
2. Nei casi di cui al comma precedente, contestualmente all'inizio dei lavori, il
proprietario dell'unità immobiliare deve presentare al sindaco una relazione, a
firma di un professionista abilitato alla progettazione, che asseveri le opere da
compiersi e il rispetto delle norme di sicurezza e delle norme igienico-sanitarie
vigenti.
3. Le sanzioni di cui al precedente art. 10, ridotte di un terzo, si applicano anche
nel caso di mancata presentazione della relazione di cui al precedente comma, salvo
che nel caso sia stato già ottenuto il prescritto nulla osta [2].
4. [3] - Le disposizioni di cui ai commi precedenti non si applicano nel caso di
immobili vincolati ai sensi delle leggi 15 giugno 1939, n. 1089, e 29 giugno 1939,
n. 1497, e successive modificazioni ed integrazioni.
5. [3] - Gli spazi di cui all'art. 18 della legge 6 agosto 1967, n. 765, costituiscono
pertinenze delle costruzioni, ai sensi e per gli effetti degli artt. 817, 818 e
819 del Codice civile.
Art. 27 - Demolizione di opere
1. In tutti i casi in cui la demolizione deve avvenire a cura del comune, essa
è disposta dal sindaco su valutazione tecnico-economica approvata dalla Giunta comunale.
2. I relativi lavori sono affidati, anche a trattativa privata, ad imprese tecnicamente
e finanziariamente idonee iscritte all'albo nazionale dei costruttori, indicate
in numero di almeno cinque dal provveditore regionale alle opere pubbliche.
3. Nel caso di impossibilità di affidamento dei lavori, il sindaco ne dà notizia
al prefetto, il quale provvede alla demolizione con i mezzi a disposizione della
pubblica Amministrazione, ovvero tramite impresa iscritta all'albo nazionale dei
costruttori se i lavori non siano eseguibili in gestione diretta.
4. Il rifiuto ingiustificato da parte dell'impresa di eseguire i lavori comporta
la sospensione dall'albo per un anno.
Art. 28 - Valore venale dell'immobile
L'Ufficio Tecnico Erariale è tenuto a determinare, entro centoventi giorni dalla richiesta del comune, il valore venale degli immobili in relazione alla applicazione delle sanzioni previste dalla presente legge.
CAPO III
Recupero urbanistico di insediamenti abusivi
Art. 29 - Varianti agli strumenti urbanistici e poteri normativi delle regioni
1. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge le regioni
disciplinano con proprie leggi la formazione, adozione e approvazione delle varianti
agli strumenti urbanistici generali finalizzati al recupero urbanistico degli insediamenti
abusivi, esistenti al 15 ottobre 1983, entro un quadro di convenienza economica
e sociale. Le varianti devono tener conto dei seguenti principi fondamentali:
a) realizzare una adeguata urbanizzazione primaria e secondaria;
b) rispettare gli interessi di carattere storico, artistico, archeologico, paesistico,
ambientale, idrogeologico;
c) realizzare un razionale inserimento territoriale ed urbano dell'insediamento.
2. La legge regionale stabilisce altresì:
a) i criteri e i termini ai quali devono attenersi i comuni per la individuazione
e la perimetrazione degli insediamenti abusivi;
b) i criteri ai quali devono attenersi i comuni qualora gli insediamenti abusivi
ricadano in zona dichiarata sismica;
c) i casi in cui la formazione delle varianti è obbligatoria;
d) le procedure per l'approvazione delle varianti, precisando i casi nei quali non
è richiesta l'approvazione regionale;
e) i criteri per la formazione di consorzi, anche obbligatori, fra proprietari di
immobili;
f) il programma finanziario per l'attuazione degli interventi previsti con carattere
pluriennale;
g) la definizione degli oneri di urbanizzazione e le modalità di pagamento degli
stessi in relazione alla tipologia edilizia, alla destinazione d'uso, alla ubicazione,
al convenzionamento, anche mediante atto unilaterale d'obbligo, da parte dei proprietari
degli immobili.
3. Decorso il termine di novanta giorni, di cui al primo comma, e fino alla emanazione
delle leggi regionali, gli insediamenti avvenuti in tutto o in parte abusivamente,
fermi restando gli effetti della mancata presentazione dell'istanza di sanatoria
previsti dall'art. 40, possono formare oggetto di apposite varianti agli strumenti
urbanistici al fine del loro recupero urbanistico, nel rispetto comunque dei principi
di cui al primo comma e delle previsioni di cui alle lettere e), f) e g) del precedente
secondo comma.
4. L'attuazione delle varianti di cui ai commi precedenti può essere assegnata in
concessione ad imprese o ad associazioni di imprese o a loro consorzi; tale concessione
è accompagnata da apposita convenzione nella quale sono tra l'altro precisati i
contenuti economici e finanziari degli interventi di recupero urbanistico.
Art. 30 - Facoltà e obblighi dei comuni
1. In luogo della indennità di esproprio, i proprietari di lotti di terreno,
vincolati a destinazioni pubbliche a seguito delle varianti di cui all'art. 29,
possono chiedere che vengano loro assegnati equivalenti lotti disponibili nell'ambito
dei piani di zona di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167, per costruirvi, singolarmente
o riuniti in cooperativa, la propria prima abitazione. Per i fini previsti dal presente
comma e dal successivo secondo comma, i comuni che procedono all'adozione delle
varianti di cui all'art. 29 devono comunque provvedere, anche se non obbligati ai
sensi delle norme vigenti, alla formazione dei piani di zona previsti dalla legge
18 aprile 1962, n. 167, senza tener conto del limite minimo del quaranta per cento
di cui all'art. 2, terzo comma, della legge 28 gennaio 1977, n. 10, ovvero procedere
agli opportuni ampliamenti dei piani già approvati. I proprietari di terreni, coltivatori
diretti o imprenditori agricoli a titolo principale, possono chiedere al comune,
in luogo dell'indennità di esproprio, l'assegnazione in proprietà di equivalenti
terreni, facenti parte del patrimonio disponibile delle singole amministrazioni
comunali, per continuare l'esercizio dell'attività agricola.
2. I proprietari degli edifici per i quali è prevista la demolizione possono chiedere
l'assegnazione di un lotto nell'ambito dei piani di zona di cui alla legge 18 aprile
1962, n. 167, per costruirvi la propria prima abitazione.
3. I soggetti abitanti, a titolo di proprietà o di locazione decorrente da data
certa, anteriore all'entrata in vigore della presente legge, in edifici, ultimati
ai sensi del secondo comma dell'art. 31 della presente legge, alla data del 15 ottobre
1983, dei quali è prevista la demolizione, a seguito dell'approvazione degli strumenti
di recupero urbanistico, sono preferiti, purché abbiano versato i contributi ex
GESCAL per almeno cinque anni, a parità di punteggio nella graduatoria di assegnazione
in locazione di alloggi cui abbiano titolo a norma di legge.
CAPO IV
Opere sanabili. Soggetti legittimati. Conservazione dei rapporti sorti sulla base
di decreti-legge non convertiti
Art. 31 - Sanatoria delle opere abusive
1. Possono, su loro richiesta, conseguire la concessione o la autorizzazione
in sanatoria i proprietari di costruzioni e di altre opere che risultino essere
state ultimate entro la data del 15 ottobre 1983 ed eseguite:
a) senza licenza o concessione edilizia o autorizzazione a costruire prescritte
da norme di legge o di regolamento, ovvero in difformità dalle stesse;
b) in base a licenza o concessione edilizia o autorizzazione annullata, decaduta
o comunque divenuta inefficace, ovvero nei cui confronti sia in corso procedimento
di annullamento o di declaratoria di decadenza in sede giudiziaria o amministrativa.
2. Ai fini delle disposizioni del comma precedente, si intendono ultimati gli edifici
nei quali sia stato eseguito il rustico e completata la copertura, ovvero, quanto
alle opere interne agli edifici già esistenti e a quelle non destinate alla residenza,
quando esse siano state completate funzionalmente.
3. Alla richiesta di sanatoria ed agli adempimenti relativi possono altresì provvedere
coloro che hanno titolo, ai sensi della legge 28 gennaio 1977, n. 10, a richiedere
la concessione edilizia o l'autorizzazione nonché, salvo rivalsa nei confronti del
proprietario, ogni altro soggetto interessato al conseguimento della sanatoria medesima.
4. Conservano efficacia gli atti ed i provvedimenti adottati in applicazione delle
disposizioni dell'art. 6 del D.L. 31 luglio 1982, n. 486, dell'art. 9 del D.L. 30
settembre 1982, n. 688, e del D.L. 5 ottobre 1983, n. 529, non convertiti in legge.
Restano fermi i rapporti giuridici sorti sulla base delle medesime disposizioni
anche ai fini dei provvedimenti che i comuni, in ordine alle richieste di sanatoria
già presentate, devono adottare per la definitiva determinazione dell'oblazione
ai sensi della presente legge.
5. Per le opere ultimate anteriormente al 15 settembre 1967 per le quali era richiesto
ai sensi dell'art. 31, primo comma, della legge 17 agosto 1942, n. 1150, e dei regolamenti
edilizi comunali, il rilascio della licenza di costruzione, i soggetti di cui ai
commi primo e terzo del presente articolo conseguono la concessione in sanatoria
previo pagamento, a titolo di oblazione, della somma determinata a norma dell'art.
34 della presente legge.
Art. 32 - Opere costruite su aree sottoposte a vincolo
1. Fatte salve le fattispecie previste dall'art. 33, il rilascio della concessione
o della autorizzazione in sanatoria per opere eseguite su aree sottoposte a vincolo
è subordinato al parere favorevole delle amministrazioni preposte alla tutela del
vincolo stesso. Qualora tale parere non venga formulato dalle suddette amministrazioni
entro centottanta giorni dalla data di ricevimento della richiesta di parere, esso
si intende reso in senso favorevole. Il parere non è richiesto quando si tratti
di violazioni riguardanti l'altezza, i distacchi, la cubatura o la superficie coperta
che non eccedono il 2 per cento delle misure prescritte. [1-2]
2. Per le opere eseguite su immobili soggetti alla legge 29 giugno 1939, n. 1497,
e al D.L. 27 giugno 1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto
1985, n. 431, relative ad ampliamenti o tipologie d'abuso che non comportano aumento
di superficie o di volume, il parere deve essere rilasciato entro centoventi giorni;
trascorso tale termine il parere stesso si intende reso in senso favorevole [3].
3. Il rilascio della concessione edilizia o della autorizzazione in sanatoria per
opere eseguite su immobili soggetti alle leggi 15 giugno 1939, n. 1089, 29 giugno
1939, n. 1497, ed al decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312, convertito, con modificazioni,
dalla legge 8 agosto 1985, n. 431, nonché in relazione a vincoli imposti da leggi
statali e regionali, e dagli strumenti urbanistici, a tutela di interessi idrogeologici
e delle falde idriche nonchè dei parchi e delle aree protette nazionali e regionali
qualora istituiti prima dell'abuso, è subordinato al parere favorevole delle amministrazioni
preposte alla tutela del vincolo stesso. Qualora tale parere non venga reso entro
centottanta giorni dalla domanda, il richiedente può impugnare il silenzio-rifiuto
dell'amministrazione [4].
4. [5] Sono suscettibili di sanatoria, alle condizioni sottoindicate, le opere insistenti
su aree vincolate dopo la loro esecuzione e che risultino:
a) in difformità dalla legge 2 febbraio 1974, n. 64, e successive modificazioni,
quando possano essere collaudate secondo il disposto del quarto comma dell'art.
35;
b) in contrasto con le norme urbanistiche che prevedono la destinazione ad edifici
pubblici od a spazi pubblici, purché non in contrasto con le previsioni delle varianti
di recupero di cui al capo III [6];
c) in contrasto con le norme del D.M. 15 aprile 1968 pubblicato nella G.U. n. 96
del 13 aprile 1968, sempre che le opere stesse non costituiscano minaccia alla sicurezza
del traffico.
5. [5] Qualora non si verifichino le condizioni di cui alle precedenti lettere,
si applicano le disposizioni dell'art. 33.
6. [5] Per le opere eseguite da terzi su aree di proprietà dello Stato o di enti
pubblici territoriali, in assenza di un titolo che abiliti al godimento del suolo,
il rilascio della concessione o dell'autorizzazione in sanatoria è subordinato anche
alla disponibilità dell'ente proprietario a concedere onerosamente, alle condizioni
previste dalle leggi statali o regionali vigenti, l'uso del suolo su cui insiste
la costruzione.
7. [5] Per le costruzioni ricadenti in aree comprese fra quelle di cui all'art.
21 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, il rilascio della concessione o della autorizzazione
in sanatoria è subordinato alla acquisizione della proprietà dell'area stessa previo
versamento del prezzo, che è determinato dall'Ufficio Tecnico Erariale in rapporto
al vantaggio derivante dall'incorporamento dell'area.
8. [5] Per le opere non suscettibili di sanatoria ai sensi del presente articolo
si applicano le sanzioni previste dal capo I
Art. 33 - Opere non suscettibili di sanatoria
1. Le opere di cui all'art. 31 non sono suscettibili di sanatoria quando siano
in contrasto con i seguenti vincoli, qualora questi comportino inedificabilità e
siano stati imposti prima della esecuzione delle opere stesse:
a) vincoli imposti da leggi statali e regionali nonché dagli strumenti urbanistici
a tutela di interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesistici,
ambientali, idrogeologici;
b) vincoli imposti da norme statali e regionali a difesa delle coste marine, lacuali
e fluviali;
c) vincoli imposti a tutela di interessi della difesa militare e della sicurezza
interna;
d) ogni altro vincolo che comporti inedificabilità delle aree.
2. Sono altresì escluse dalla sanatoria le opere realizzate su edifici ed immobili
assoggettati alla tutela della legge 15 giugno 1939, n. 1089, e che non siano compatibili
con la tutela medesima.
3. Per le opere non suscettibili di sanatoria ai sensi del presente articolo si
applicano le sanzioni previste dal capo I.
Art. 34 - Somma da corrispondere a titolo di oblazione
1. I soggetti di cui al primo e terzo comma dell'art. 31 hanno titolo, fermo
il disposto di cui all'art. 37, a conseguire la concessione o l'autorizzazione in
sanatoria delle opere abusive previo versamento all'Erario, a titolo di oblazione,
di una somma determinata, con riferimento alla parte abusivamente realizzata, secondo
le prescrizioni dell'allegata tabella, in relazione al tipo di abuso commesso e
al tempo in cui l'opera abusiva è stata ultimata.
2. Salvo i casi di cui al quinto comma del presente articolo, la somma dovuta a
titolo di oblazione di cui all'allegata tabella è moltiplicata per 1,2, per 2 o
per 3, a seconda che le opere abusive abbiano una superficie complessiva superiore,
rispettivamente, a 400, 800 o 1.200 metri quadrati.
3. Qualora l'opera abusiva sia stata eseguita od acquistata al solo scopo di essere
destinata a prima abitazione del richiedente la sanatoria e questi vi risieda all'atto
dell'entrata in vigore della presente legge, la somma dovuta a titolo di oblazione
è ridotta di un terzo. Tale riduzione si applica anche ai casi in cui l'alloggio
destinato a prima abitazione, ancorché ultimato ai sensi del secondo comma dell'art.
31 della presente legge, non sia ancora abitabile. Sono escluse da tale agevolazione
le abitazioni qualificate di lusso ai sensi del D.M. 2 agosto 1969, pubblicato nella
G.U. n. 218 del 27 agosto 1969, nonché quelle classificate catastalmente nella cat.
A/1. Tale agevolazione si applica per i primi 150 metri quadrati di superficie complessiva.
4. Qualora ricorrano le condizioni e non sussistano le esclusioni di cui al comma
precedente, i soggetti che stipulino con il comune la convenzione o sottoscrivano
l'atto unilaterale d'obbligo di cui agli artt. 7 e 8 della legge 28 gennaio 1977,
n. 10, sono tenuti alla corresponsione dell'oblazione nella misura del 50 per cento
di quella determinata ai sensi del terzo comma del presente articolo [1].
5. Qualora l'opera abusiva sia stata eseguita o acquistata nel territorio del comune
ove il richiedente la sanatoria abbia la residenza, o in comune contermine, per
essere adibita a prima abitazione di parenti di primo grado, l'ammontare dell'oblazione
è ridotto nelle misure indicate ai commi terzo e quarto, sempre che non sussistano
le esclusioni di cui ai medesimi commi e venga sottoscritto atto unilaterale d'obbligo
ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 7 della legge 28 gennaio 1977, n. 10
[2].
6. Le disposizioni del terzo comma si applicano anche in caso di ampliamento dell'abitazione
e di effettuazione degli interventi di cui alle lettere c) e d) dell'art. 31, primo
comma, della legge 5 agosto 1978, n. 457, sempre che ricorrano le condizioni di
cui allo stesso terzo comma [2].
7. [3] - Nei casi appresso indicati gli importi di cui all'allegata tabella sono
ridotti del 50 per cento e l'oblazione è determinata come segue:
a) è ridotta di un terzo qualora le opere abusive riguardino costruzioni o impianti
destinati all'attività industriale o artigianale con una superficie coperta complessiva
inferiore a 3.000 metri quadrati; è invece moltiplicata per 1,5 qualora tale superficie
sia superiore a 6.000 metri quadrati;
b) è ridotta di un terzo qualora le opere abusive riguardino costruzioni destinate
ad attività di commercio con una superficie complessiva inferiore a 50 metri quadrati
o con l'eventuale superficie minima prevista a norma di legge; è invece moltiplicata
per 1,5 o per 2 qualora tale superficie sia superiore, rispettivamente, a 500 metri
quadrati o a 1.500 metri quadrati;
c) è ridotta di un terzo qualora l'opera abusiva sia destinata ad attività sportiva,
culturale o sanitaria, o ad opere religiose o a servizio di culto;
d) è ridotta di un terzo qualora l'opera abusiva sia destinata ad attività turistico-ricettiva
o agri-turistica ed abbia una superficie utile complessiva non superiore a 500 metri
quadrati; è invece moltiplicata per 1,5 qualora tale superficie sia superiore a
800 metri quadrati;
e) è ridotta del 50 per cento qualora l'opera abusiva sia realizzata nelle zone
agricole in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze produttive dei
coltivatori diretti o degli imprenditori agricoli a titolo principale.
Art. 35 - Procedimento per la sanatoria
1. La domanda di concessione o di autorizzazione in sanatoria deve essere presentata
al comune interessato entro il termine perentorio del 30 giugno 1987 [1-2]. La domanda
è corredata dalla prova dell'eseguito versamento dell'oblazione, nella misura dovuta
secondo l'allegata tabella, ovvero di una somma pari ad un terzo [3] dell'oblazione,
quale prima rata.
2. Per le costruzioni ed altre opere, ultimate entro il 1d ottobre 1983, la cui
licenza, concessione od autorizzazione venga annullata, ovvero dichiarata decaduta
o inefficace successivamente all'entrata in vigore della presente legge, il decorso
del termine di centoventi giorni inizia dal giorno della notificazione o comunicazione
alla parte interessata del relativo provvedimento.
3. Alla domanda devono essere allegati:
a) una descrizione delle opere per le quali si chiede la concessione o l'autorizzazione
in sanatoria;
b) una apposita dichiarazione, corredata di documentazione fotografica, dalla quale
risulti lo stato dei lavori relativi; quando l'opera abusiva supera i 450 metri
cubi devono altresì essere presentati, entro il termine stabilito per il versamento
della seconda rata della oblazione, una perizia giurata sulle dimensioni e sullo
stato delle opere e una certificazione redatta da un tecnico abilitato all'esercizio
della professione attestante l'idoneità statica delle opere eseguite. Qualora l'opera
per la quale viene presentata istanza di sanatoria sia stata in precedenza collaudata,
tale certificazione non è necessaria se non è oggetto di richiesta motivata da parte
del sindaco [4].
c) un certificato di residenza, di data non anteriore a tre mesi nell'ipotesi di
cui al terzo comma dell'art. 34, nonché copia della dichiarazione dei redditi nell'ipotesi
di cui al primo e al secondo comma dell'art. 36;
d) un certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato
e Agricoltura, di data non anteriore a tre mesi, da cui risulti che la sede dell'impresa
è situata nei locali per i quali si chiede la concessione in sanatoria, nelle ipotesi
previste dal quinto comma dell'art. 34;
e) soppressa [5].
4. Con decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro per
il coordinamento della protezione civile, sono determinati entro tre mesi dalla
data di entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 12 gennaio 1988, n.
2, gli accertamenti da eseguire al fine della certificazione di cui alla lettera
b) del comma precedente, anche in deroga alle leggi 9 luglio 1908, n. 445, e successive
modificazioni, 5 novembre 1971, n. 1086, 2 febbraio 1974, n. 64 e 14 maggio 1981,
n. 219, e relative norme tecniche [6-7]. Con lo stesso decreto possono essere previste
deroghe anche alle disposizioni della legge 2 febbraio 1974, n. 64, riguardanti
le altezze degli edifici, anche in rapporto alla larghezza stradale e sono determinate
altresì le disposizioni per l'adeguamento antisismico degli edifici, tenuto conto
dei criteri tecnici già stabiliti con le ordinanze concernenti la riparazione degli
immobili colpiti dal terremoto [8]. Per le costruzioni realizzate prima della dichiarazione
di sismicità della zona, gli accertamenti sono eseguiti senza tener conto della
dichiarazione stessa [9].
5. Nei casi di non idoneità statica delle costruzioni esistenti in zone non dichiarate
sismiche deve altresì essere presentato al comune un progetto di completo adeguamento
redatto da un professionista abilitato, ai sensi della legge 2 febbraio 1974, n.
64, da realizzare entro tre anni dalla data di presentazione della domanda di concessione
in sanatoria. In tal caso la certificazione di cui alla lettera b) del terzo comma
deve essere presentata al comune entro trenta giorni dalla data dell'ultimazione
dell'intervento di adeguamento [10].
6. Nei casi di costruzioni di cui all'art. 1 della legge 5 novembre 1971, n. 1086,
deve essere effettuato il deposito del progetto di completo adeguamento nei termini
e nei modi prescritti dagli artt. 4 e 7 della legge medesima. Il certificato di
idoneità statica è depositato negli stessi termini quando non occorra procedere
all'adeguamento; negli altri casi, nel termine di cui al comma precedente [11].
7. Per le costruzioni eseguite nei comuni dichiarati sismici dopo la realizzazione
delle costruzioni stesse si applicano le disposizioni di cui al precedente comma
e per esse non si tiene conto delle disposizioni in materia, ai sensi dell'art.
2 del D.L. 20 novembre 1985, n. 656, convertito dalla legge 24 dicembre 1985, n.
780 [11].
8. Per le costruzioni eseguite nelle zone sottoposte a vincolo sismico prima della
realizzazione delle costruzioni stesse, nel progetto di adeguamento, da redigersi
in caso di inidoneità sismica delle strutture e da presentarsi al comune prima dell'inizio
dei lavori, si deve tener conto, qualunque sia la loro volumetria, del grado di
sismicità della zona su cui esse sorgono, tenendo presenti le disposizioni emanate
con il decreto di cui al quarto comma. Per l'esecuzione dei suddetti lavori di adeguamento,
da completarsi entro tre anni dalla data di presentazione della domanda di concessione
in sanatoria, non occorre alcuna autorizzazione da parte dell'Amministrazione preposta
alla tutela del vincolo sismico. Nella fattispecie, la certificazione, da presentare
al comune entro trenta giorni dalla data di ultimazione dell'intervento, con la
quale l'idoneità sismica della costruzione viene attestata da un professionista
abilitato, sostituisce a tutti gli effetti il certificato prescritto dalle disposizioni
vigenti in materia sismica [11].
9. Il rilascio della concessione o dell'autorizzazione in sanatoria, qualsivoglia
sia la struttura della costruzione, è subordinato, per quanto riguarda il vincolo
sismico, soltanto al deposito presso l'Amministrazione preposta alla tutela del
vincolo stesso sia dell'eventuale progetto di adeguamento prima dell'inizio dei
lavori che della predetta certificazione di idoneità sismica entro trenta giorni
dalla data di ultimazione dei lavori stessi. Una copia di quest'ultima con l'attestazione
dell'avvenuto deposito verrà restituita all'interessato [11].
10. Le disposizioni di cui ai commi precedenti valgono anche per quelle costruzioni
in zona sismica per le quali il reato è stato dichiarato estinto per qualsiasi causa
[11].
11. Ove all'adeguamento sismico prescritto non si provveda nei termini previsti
dalla legge, il sindaco ha facoltà di fare eseguire i lavori in danno degli inadempienti
[11].
12. [12] - Entro centoventi giorni dalla presentazione della domanda, l'interessato
integra, ove necessario, la domanda a suo tempo presentata e provvede a versare
la seconda rata dell'oblazione dovuta, pari ad un terzo [13] dell'intero, maggiorato
del 10 per cento in ragione di anno. La terza e ultima rata, maggiorata del 10 per
cento, è versata entro i successivi sessanta giorni [14-15].
13. [12] - Per le costruzioni ed altre opere di cui al primo comma dell'art. 31,
realizzate in comprensori la cui lottizzazione sarebbe dovuta avvenire a norma dell'art.
8 della legge 6 agosto 1967, n. 765, il versamento dovuto per l'oblazione di cui
all'art. 31 non costituisce titolo per ottenere il rilascio della concessione edilizia
in sanatoria, che resta subordinata anche all'impegno di partecipare pro quota agli
oneri di urbanizzazione dell'intero comprensorio in sede di stipula della convenzione.
14. [12] - Decorsi centoventi giorni dalla presentazione della domanda e, comunque,
dopo il versamento della seconda rata dell'oblazione, il presentatore dell'istanza
di concessione o autorizzazione in sanatoria può completare sotto la propria responsabilità
le opere di cui all'art. 31 non comprese tra quelle indicate dall'art. 33. A tal
fine l'interessato notifica al comune il proprio intendimento, allegando perizia
giurata ovvero documentazione avente data certa in ordine allo stato dei lavori
abusivi, ed inizia i lavori non prima di trenta giorni dalla data della notificazione.
L'avvenuto versamento della prima e della seconda rata, seguito da garanzia fideiussoria
per il residuo, abilita gli istituti di credito a concedere mutui fondiari ed edilizi.
I lavori per il completamento delle opere di cui all'art. 32 possono essere eseguiti
solo dopo che siano stati espressi i pareri delle competenti Amministrazioni. I
lavori per il completamento delle opere di cui al quarto comma dell'art. 32 possono
essere eseguiti solo dopo che sia stata dichiarata la disponibilità dell'ente proprietario
a concedere l'uso del suolo.
15. [12] - Il sindaco, esaminata la domanda di concessione o di autorizzazione,
previ i necessari accertamenti, invita, ove lo ritenga necessario, l'interessato
a produrre l'ulteriore documentazione; quindi determina in via definitiva l'importo
dell'oblazione e rilascia, salvo in ogni caso il disposto dell'art. 37, la concessione
o l'autorizzazione in sanatoria contestualmente alla esibizione da parte dell'interessato
della ricevuta del versamento all'Erario delle somme a conguaglio, nonché della
prova dell'avvenuta presentazione all'Ufficio Tecnico Erariale della documentazione
necessaria ai fini dell'accatastamento [16].
16. [12] - Il diniego di sanatoria è notificato al richiedente.
17. [12] - Ogni controversia relativa all'oblazione è devoluta alla competenza dei
Tribunali Amministrativi Regionali, i quali possono disporre dei mezzi di prova
previsti dall'art. 16 della legge 28 gennaio 1977, n. 10.
18. [12] - Fermo il disposto del primo comma dell'art. 40 e con l'esclusione dei
casi di cui all'art. 33, decorso il termine perentorio di ventiquattro mesi dalla
presentazione della domanda, quest'ultima si intende accolta ove l'interessato provveda
al pagamento di tutte le somme eventualmente dovute a conguaglio ed alla presentazione
all'Ufficio Tecnico Erariale della documentazione necessaria all'accatastamento.
Trascorsi trentasei mesi si prescrive l'eventuale diritto conguaglio o al rimborso
spettanti [17].
19. [12] - Nelle ipotesi previste nell'art. 32 il termine di cui al dodicesimo comma
del presente articolo decorre dall'emissione del parere previsto dal primo comma
dello stesso art. 32.
20. [12] - A seguito della concessione o autorizzazione in sanatoria viene altresì
rilasciato il certificato di abitabilità o agibilità anche in deroga ai requisiti
fissati da norme regolamentari, qualora le opere sanate non contrastino con le disposizioni
vigenti in materia di sicurezza statica, attestata dal certificato di idoneità di
cui alla lettera b) del terzo comma e di prevenzione degli incendi e degli infortuni
[18].
21. [12] - Le modalità di versamento dell'oblazione sono determinate con decreto
del Ministro delle finanze, da emanarsi entro trenta giorni dall'entrata in vigore
della presente legge [19].
22. Qualora dall'esame della documentazione risulti un credito a favore del presentatore
della domanda di concessione in sanatoria, certificato con attestazione rilasciata
dal sindaco, l'interessato può presentare istanza di rimborso all'Intendenza di
finanza territorialmente competente [20-21].
Art. 36 - Rateizzazione
1. Nell'ipotesi di cui al terzo e quarto comma dell'art. 34 i soggetti che posseggono,
alla data di entrata in vigore della presente legge, i requisiti di reddito per
essere assegnatari in locazione di un alloggio di edilizia pubblica sovvenzionata
possono, allegando l'ultima dichiarazione dei redditi presentata da ciascun componente
del nucleo familiare, versare all'atto della presentazione della domanda la prima
rata in misura pari ad un ventesimo dell'oblazione determinata secondo il disposto
dei menzionati commi. La restante parte dell'oblazione, determinata in via provvisoria,
è suddivisa fino ad un massimo di diciannove rate trimestrali di eguale importo
[1].
2. Nella ipotesi di cui al terzo e al quarto comma dell'art. 34 i soggetti che posseggono,
alla data di entrata in vigore della presente legge, i requisiti di reddito per
accedere ai mutui agevolati dell'edilizia residenziale pubblica possono versare
la prima rata in misura pari ad un dodicesimo di quella dell'oblazione determinata
secondo il disposto dei menzionati commi. La restante parte dell'oblazione è suddivisa
fino ad un massimo di undici rate trimestrali di eguale importo [1].
3. Per coloro che godono delle agevolazioni di cui ai commi precedenti, le rate
successive alla prima sono maggiorate del tasso di interesse del dieci per cento
in ragione d'anno [2].
4. Le rate di cui ai commi precedenti non possono comunque essere inferiori a lire
150.000.
5. Il nominativo dei beneficiari è trasmesso dal comune al Ministero delle finanze
per l'inserimento nelle categorie di cui ai decreti concernenti i criteri per l'effettuazione
dei controlli fiscali globali.
Art. 37 - Contributo di concessione
1. Il versamento dell'oblazione non esime i soggetti di cui all'art. 31, primo
e terzo comma, dalla corresponsione al comune, ai fini del rilascio della concessione,
del contributo previsto dall'art. 3 della legge 28 gennaio 1977, n. 10, ove dovuto.
2. Le regioni possono modificare, ai fini della sanatoria, le norme di attuazione
degli artt. 5, 6 e 10 della legge 28 gennaio 1977, n. 10; la misura del contributo
di concessione, in relazione alla tipologia delle costruzioni, alla loro destinazione
d'uso ed alla loro localizzazione in riferimento all'ampiezza e all'andamento demografico
dei comuni, nonché alle loro caratteristiche geografiche, non può risultare inferiore
al 50 per cento di quello determinato secondo le disposizioni vigenti all'entrata
in vigore della presente legge [1].
3. Le regioni possono inoltre prevedere la corresponsione di un contributo ai fini
del rilascio della concessione in sanatoria per opere realizzate dopo il 15 settembre
1967 e prima del 30 gennaio 1977, in misura non superiore, comunque, a quello previsto
per le opere di urbanizzazione; sempreché tali opere non siano state già eseguite
a cura e spese degli interessati. A scomputo totale o parziale della quota dovuta
il concessionario, o i concessionari eventualmente riuniti in consorzio, possono
obbligarsi a realizzare direttamente opere di urbanizzazione indicate dal comune,
con le modalità e le garanzie da questo stabilite.
4. Il potere di legiferare ai sensi del secondo e terzo comma è esercitato entro
novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge; decorso inutilmente
tale termine si applicano le norme vigenti all'entrata in vigore della presente
legge [1].
Art. 38 - Effetti della oblazione e della concessione in sanatoria [1]
1. La presentazione entro il termine perentorio della domanda di cui all'art.
31, accompagnata dalla attestazione del versamento della somma di cui al primo comma
dell'art. 35, sospende il procedimento penale e quello per le sanzioni amministrative.
2. L'oblazione interamente corrisposta estingue i reati di cui all'art. 41 della
legge 17 agosto 1942, n. 1150, e successive modificazioni, e all'art. 17 della legge
28 gennaio 1977, n. 10, come modificato dall'art. 20 della presente legge, nonché
quelli di cui all'art. 221 del Testo unico delle leggi sanitarie, approvato con
R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, e agli artt. 13, primo comma, 14, 15, 16 e 17 della
legge 5 novembre 1971, n. 1086. Essa estingue altresì i reati di cui all'art. 20
della legge 2 febbraio 1974, n. 64 nonché i procedimenti di esecuzione delle sanzioni
amministrative [2]. Qualora l'immobile appartenga a più proprietari, l'oblazione
versata da uno di essi estingue il reato anche nei confronti degli altri comproprietari
[2-3].
3. Ove nei confronti del richiedente la sanatoria sia intervenuta sentenza definitiva
di condanna per i reati previsti dal comma precedente, viene fatta annotazione della
oblazione nel casellario giudiziale. In tale caso non si tiene conto della condanna
ai fini dell'applicazione della recidiva e del beneficio della sospensione condizionale
della pena.
4. Concessa la sanatoria, non si applicano le sanzioni amministrative, ivi comprese
le pene pecuniarie e le sovrattasse previste per le violazioni delle disposizioni
in materia di imposte sui redditi relativamente ai fabbricati abusivamente eseguiti,
sempre che le somme dovute a titolo di oblazione siano state corrisposte per intero.
Copia del provvedimento di sanatoria viene trasmessa dal sindaco al competente Ufficio
distrettuale delle imposte dirette [4].
5. I soggetti indicati all'art. 6 della presente legge, diversi dal proprietario,
che intendano fruire dei benefici penali di cui al presente articolo ovvero di quelli
di cui al successivo art. 39, devono presentare al comune autonoma domanda di oblazione,
con le modalità di cui all'art. 35.
6. La somma dovuta viene determinata nella misura del 30 per cento rispetto a quella
applicabile al proprietario ai sensi dell'art. 34.
7. Si applicano le procedure previste dagli artt. 35 e 36.
Art. 39 [1] - Effetti del diniego di sanatoria
L'effettuazione dell'oblazione, qualora le opere non possano conseguire la sanatoria, estingue i reati contravvenzionali di cui all'art. 38. Le sanzioni amministrative consistenti nel pagamento di una somma di denaro sono ridotte in misura corrispondente all'oblazione versata se l'interessato dichiari di rinunciare al rimborso.
Art. 40 - Mancata presentazione dell'istanza
1. Se nel termine prescritto non viene presentata la domanda di cui all'art.
31 per opere abusive realizzate in totale difformità o in assenza della licenza
o concessione, ovvero se la domanda presentata, per la rilevanza delle omissioni
o delle inesattezze riscontrate, deve ritenersi dolosamente infedele, si applicano
le sanzioni di cui al capo I. Le stesse sanzioni si applicano se, presentata la
domanda, non viene effettuata l'oblazione dovuta. In ogni altra ipotesi di abusivismo,
la presentazione della domanda dopo il termine del 30 settembre 1986, e comunque
non oltre il 31 marzo 1987, comporta il pagamento di una somma pari al doppio dell'oblazione
[1-2].
2. Gli atti tra vivi aventi per oggetto diritti reali, esclusi quelli di costituzione,
modificazione ed estinzione di diritti di garanzia o di servitù, relativi ad edifici
o loro parti, sono nulli e non possono essere rogati se da essi non risultano, per
dichiarazione dell'alienante, gli estremi della licenza o della concessione ad edificare
o della concessione rilasciata in sanatoria ai sensi dell'art. 31 ovvero se agli
stessi non viene allegata la copia per il richiedente della relativa domanda, munita
degli estremi dell'avvenuta presentazione, ovvero copia autentica di uno degli esemplari
della domanda medesima, munita degli estremi dell'avvenuta presentazione e non siano
indicati gli estremi dell'avvenuto versamento delle prime due rate dell'oblazione
di cui al sesto comma dell'art. 35. Per le opere iniziate anteriormente al 15 settembre
1967, in luogo degli estremi della licenza edilizia può essere prodotta una dichiarazione
sostitutiva di atto notorio, rilasciata dal proprietario o altro avente titolo,
ai sensi e per gli effetti dell'art. 4 della legge 4 gennaio 1968, n. 15, attestante
che l'opera risulti iniziata in data anteriore al 1° settembre 1967. Tale dichiarazione
può essere ricevuta e inserita nello stesso atto, ovvero in documento separato da
allegarsi all'atto medesimo. Per gli edifici di proprietà comunale, in luogo degli
estremi della licenza edilizia o della concessione di edificare, possono essere
prodotti quelli della deliberazione con la quale il progetto è stato approvato o
l'opera autorizzata [3].
3. Se la mancanza delle dichiarazioni o dei documenti, rispettivamente da indicarsi
o da allegarsi non sia dipesa dalla insussistenza della licenza o della concessione
o dalla inesistenza della domanda di concessione in sanatoria al tempo in cui gli
atti medesimi sono stati stipulati, ovvero dal fatto che la costruzione sia stata
iniziata successivamente al 15 settembre 1967, essi possono essere confermati anche
da una sola delle parti mediante atto successivo, redatto nella stessa forma del
precedente, che contenga la menzione omessa o al quale siano allegate la dichiarazione
sostitutiva di atto notorio o la copia della domanda indicate al comma precedente
[4].
4. Si applica in ogni caso il disposto del terzo comma dell'art. 17 e del primo
comma dell'art. 21 [5].
5. Le nullità di cui al secondo comma del presente articolo non si applicano ai
trasferimenti derivanti da procedure esecutive immobiliari individuali o concorsuali
nonché a quelli derivanti da procedure di amministrazione straordinaria e di liquidazione
coatta amministrativa [6].
6. Nell'ipotesi in cui l'immobile rientri nelle previsioni di sanabilità di cui
al capo IV della presente legge e sia oggetto di trasferimento derivante da procedure
esecutive, la domanda di sanatoria può essere presentata entro centoventi giorni
dall'atto di trasferimento dell'immobile purché le ragioni di credito per cui si
interviene o procede siano di data anteriore all'entrata in vigore della presente
legge [7].
Art. 41 - Esecuzione delle sanzioni ai fini della commerciabilità dei beni
1. Ai fini della commerciabilità dei beni, possono essere stipulati gli atti
aventi per oggetto diritti reali relativi ad immobili la cui costruzione sia stata
iniziata successivamente al 1° settembre 1967 per i quali sia esibita idonea certificazione
rilasciata dall'Autorità competente che attesti l'avvenuto integrale adempimento
delle prescrizioni dei provvedimenti sanzionatori adottati ai sensi dell'art. 41
della legge 17 agosto 1942, n. 1150, modificato dall'art. 13 della legge 6 agosto
1967, n. 765, per il caso di opere eseguite senza la licenza di costruzione o in
base a licenza annullata, e ai sensi del nono comma dell'art. 15 della legge 28
gennaio 1977, n. 10 4
4 Le parole riportate in corsivo sono state così sostituite con effetto 24 aprile
1985, dall'art. 8, D.L. 23 aprile 1985, n. 146 (G.U. n. 97 del 24 aprile 1985),
come modificato dalla legge di conversione. Degli estremi dei documenti esibiti
dovrà farsi menzione in atto; si applica in ogni caso il disposto dell'ultimo comma
dell'art. 17 e del primo comma dell'art. 21 della presente legge [1].
2. Il pagamento delle sanzioni pecuniarie produce gli effetti di cui al penultimo
comma dell'art. 35.
3. La certificazione di cui al primo comma è rilasciata dalla competente Autorità
entro trenta giorni dalla presentazione della domanda; trascorso inutilmente tale
termine, essa può essere sostituita da una dichiarazione dell'alienante attestante
l'avvenuto integrale adempimento delle prescrizioni dei provvedimenti di cui al
primo comma, accompagnata dalla copia conforme della domanda di rilascio della certificazione.
4. Le disposizioni di cui sopra non si applicano comunque agli atti costitutivi,
modificativi od estintivi di diritti reali di garanzia o di servitù [2].
Art. 42 - Prevalenza sulle leggi speciali
Le disposizioni del presente capo prevalgono sulla diversa disciplina procedimentale stabilita dalla legge 16 aprile 1973, n. 171, e dal D.P.R. 20 settembre 1973, n. 791 [1].
Art. 43 - Procedimenti in corso
1. L'esistenza di provvedimenti sanzionatori non ancora eseguiti, ovvero a cora
impugnabili o nei cui confronti pende l'impugnazione, non impedisce il conseguimento
della sanatoria [1].
2. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente capo si considerano inoppugnabili
i provvedimenti per i quali è intervenuta sentenza del Consiglio di Stato ancorché
sia pendente il termine per il ricorso alla Corte di cassazione per motivi attinenti
alla giurisdizione.
3. In ogni caso non sono ripetibili le somme già riscosse e restano ferme le altre
sanzioni già eseguite, ancorché in forza di provvedimenti non ancora inoppugnabili.
4. Le somme versate si scomputano dal contributo di concessione.
5. Possono ottenere la sanatoria le opere non ultimate per effetto di provvedimenti
amministrativi o giurisdizionali limitatamente alle strutture realizzate e ai lavori
che siano strettamente necessari alla loro funzionalità. Il tempo di commissione
dell'abuso e di riferimento per la determinazione dell'oblazione sarà individuato
nella data del primo provvedimento amministrativo o giurisdizionale. La medesima
disposizione per determinare l'oblazione è applicabile in ogni altro caso in cui
i suddetti provvedimenti abbiano interrotto le attività edificatorie.
Art. 44 - Sospensione dei procedimenti
1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino alla scadenza
dei termini fissati dall'art. 35, sono sospesi i procedimenti amministrativi e giurisdizionali
e la loro esecuzione quelli penali nonché quelli connessi all'applicazione dell'art.
15 della legge 6 agosto 1967, n. 765, attinenti al presente capo [1].
2. La sospensione di cui al comma precedente non si applica ai procedimenti cautelari
avanti agli organi di giurisdizione amministrativa, previsti dall'art. 21, ultimo
comma, della legge 6 dicembre 1971, n. 1034 [2].
3. Decorso il termine del 30 settembre 1986 senza che sia stata presentata domanda
di concessione o autorizzazione in sanatoria, la sospensione di cui al precedente
primo comma perde efficacia [3].
4. I procedimenti sospesi possono essere ripresi a richiesta degli interessati [4].
CAPO V
Disposizioni finali
Art. 45 [1] - Aziende erogatrici di servizi pubblici
1. E' vietato a tutte le aziende erogatrici di servizi pubblici somministrare
le loro forniture per l'esecuzione di opere prive di concessione, nonché ad opere
prive di concessione ad edificare iniziate dopo il 30 gennaio 1977 e per le quali
non siano stati stipulati contratti di somministrazione anteriormente all'entrata
in vigore della presente legge.
2. Il richiedente il servizio è tenuto ad allegare alla domanda una dichiarazione
sostitutiva di atto notorio ai sensi e per gli effetti dell'art. 4 della legge 4
gennaio 1968, n. 15, indicante gli estremi della concessione ad edificare, o, per
le opere abusive, gli estremi della concessione in sanatoria ovvero copia della
domanda di concessione in sanatoria corredata della prova del pagamento delle somme
dovute a titolo di obbligazione per intero nell'ipotesi dell'art. 13 e limitatamente
alle prime due rate nell'ipotesi dell'art. 35. Il contratto stipulato in difetto
di tali dichiarazioni è nullo e il funzionario dell'azienda erogatrice, cui sia
imputabile la stipulazione del contratto stesso, è soggetto ad una sanzione pecuniaria
da lire 5 milioni a lire 15 milioni.
3. Per le opere che già usufruiscono di un servizio pubblico, in luogo della documentazione
di cui al precedente comma, può essere prodotta copia di una fattura, emessa dall'azienda
erogante il servizio, dalla quale risulti che l'opera già usufruisce di un pubblico
servizio.
4. Per le opere iniziate anteriormente al 30 gennaio 1977, in luogo degli estremi
della licenza edilizia può essere prodotta una dichiarazione sostitutiva di atto
notorio rilasciata dal proprietario o altro avente titolo, ai sensi e per gli effetti
dell'art. 4 della legge 4 gennaio 1968, n. 15, attestante che l'opera è stata iniziata
in data anteriore al 30 gennaio 1977. Tale dichiarazione può essere ricevuta e inserita
nello stesso contratto, ovvero in documento separato da allegarsi al contratto medesimo.
Art. 46 - Benefici fiscali
1. In deroga alle disposizioni di cui all'art. 41ter della legge 17 agosto 1942,
n. 1150, introdotto dall'art. 15 della legge 6 agosto 1967, n. 765, le agevolazioni
tributarie in materia di tasse ed imposte indirette sugli affari si applicano agli
atti stipulati dopo l'entrata in vigore della presente legge, qualora ricorrano
tutti i requisiti previsti dalle vigenti disposizioni agevolative ed a condizione
che copia conforme del provvedimento di sanatoria venga presentata, contestualmente
all'atto da registrare, all'Amministrazione cui compete la registrazione. In mancanza
del provvedimento definitivo di sanatoria, per conseguire in via provvisoria le
agevolazioni deve essere prodotta, al momento della registrazione dell'atto, copia
della domanda di concessione o di autorizzazione in sanatoria presentata al comune,
con la relativa ricevuta rilasciata dal comune stesso. Alla scadenza di ogni anno
dal giorno della presentazione della domanda suddetta, l'interessato, a pena di
decadenza dai benefici, deve presentare, entro novanta giorni da tale scadenza,
all'Ufficio del registro copia del provvedimento definitivo di sanatoria o, in mancanza
di questo, una dichiarazione del comune, ovvero una dichiarazione sostitutiva di
atto notorio, attestante che la domanda non ha ancora ottenuto definizione [1-2].
2. In deroga alle disposizioni di cui al citato art. 41ter della legge 17 agosto
1942, n. 1150, per i fabbricati costruiti senza licenza o in contrasto con la stessa
ovvero sulla base di licenza successivamente annullata si applica l'esenzione dall'imposta
locale sui redditi, qualora ricorrano i requisiti tipologici di inizio e ultimazione
delle opere in virtù dei quali sarebbe spettata, per il periodo di dieci anni a
decorrere dall'entrata in vigore della presente legge. L'esenzione si applica a
condizione che l'interessato ne faccia richiesta all'Ufficio distrettuale delle
imposte dirette del suo domicilio fiscale, allegando copia della domanda indicata
nel comma precedente con la relativa ricevuta rilasciata dal comune. Alla scadenza
di ogni anno dal giorno della presentazione della domanda suddetta, l'interessato,
a pena di decadenza dai benefici, deve presentare, entro novanta giorni da tale
scadenza, all'Ufficio distrettuale delle imposte dirette copia del provvedimento
definitivo di sanatoria o, in mancanza di questo, una dichiarazione del comune,
ovvero una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, attestante che la domanda
non ha ancora ottenuto definizione [3].
3. La omessa o tardiva presentazione del provvedimento di sanatoria comporta il
pagamento dell'imposta locale sui redditi e delle altre imposte dovute nella misura
ordinaria, nonché degli interessi di mora stabiliti per i singoli tributi.
4. Il rilascio, ai sensi delle disposizioni di cui al precedente capo IV, della
concessione e della autorizzazione in sanatoria, per le opere o le parti di opere
abusivamente realizzate, produce automaticamente, qualora ricorrano tutti i requisiti
previsti dalle vigenti disposizioni agevolative, la cessazione degli effetti dei
provvedimenti di revoca o di decadenza previsti dall'art. 15 della legge 6 agosto
1967, n. 765.
5. In attesa del provvedimento definitivo di sanatoria, per il conseguimento in
via provvisoria degli effetti previsti dal comma precedente, deve essere prodotta
da parte dell'interessato alle Amministrazioni finanziarie competenti copia autenticata
della domanda di concessione o di autorizzazione in sanatoria, corredata della prova
del pagamento delle somme dovute fino al momento della presentazione della istanza
di cui al presente comma.
6. Non si fa comunque luogo al rimborso dell'imposta locale sui redditi e delle
altre imposte eventualmente già pagate.
Art. 47 - Diritti dell'acquirente
L'acquirente di un immobile o di parte di esso, anche sulla base di contratto
preliminare di vendita con sottoscrizioni autenticate, ha diritto di prendere visione
presso gli Uffici comunali di qualsiasi documento relativo all'immobile stesso e
di ottenere ogni certificazione relativa.
2. L'eventuale rifiuto da parte degli Uffici comunali deve constare da atto scritto.
Art. 47 bis [1] - Dichiarazioni dei rappresentanti
Tutte le dichiarazioni da rendersi ai sensi della presente legge, anche agli effetti della legge 4 gennaio 1968, n. 15, dai proprietari o da altri aventi titolo, possono essere rilasciate anche da rappresentanti legali o volontari.
Art. 48 [1] - Disposizione transitoria
1. Per le opere interne alle costruzioni, definite dall'art. 26, realizzate prima dell'entrata in vigore della presente legge o in corso di realizzazione alla medesima data, il proprietario della costruzione o dell'unità immobiliare deve inviare al sindaco, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, una relazione descrittiva delle opere realizzate, entro il termine del 30 giugno 1986 [2].
Art. 49 - Sanatorie regionali
1. Coloro che abbiano già conseguito sanatorie in base alla normativa regionale vigente hanno diritto a detrarre l'importo delle somme versate dal contributo di cui al primo comma dell'art. 37 della presente legge.
Art. 50 - Variazioni di bilancio
Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Art. 51 - Determinazione delle superfici
1. Ai fini del calcolo dell'oblazione, i riferimenti alle superfici previsti
dalla presente legge, sono computati in conformità ai parametri di cui agli artt.
2 e 3 del D.M. 10 maggio 1977, pubblicato nella G.U. n. 146 del 31 maggio 1977 [1].
2. Le superfici delle opere che beneficiano della riduzione di cui al precedente
art. 34, quinto comma, lettera e), sono considerate superfici per servizi e accessori,
ai sensi dell'art. 2 del decreto ministeriale di cui al precedente comma, senza
l'applicazione di alcun incremento [2].
3. [3] - Ai fini del calcolo dell'oblazione non sono computati i volumi tecnici
delle costruzioni nonché quelli relativi a serbatoi, cabine o simili realizzati
nell'ambito di stabilimenti soggetti a regime di concessione di pubblica utilità
o servizio pubblico, la cui realizzazione sia prevista dal decreto di concessione
emesso previo consenso dell'Amministrazione comunale.
Art. 52 - Iscrizione al catasto [1]
1. Alla domanda per il rilascio del certificato di abitabilità o di agibilità
deve essere allegata copia della dichiarazione presentata per la iscrizione in catasto,
redatta in conformità alle disposizioni dell'art. 6 del R.D.L. 13 aprile 1939, n.
652, e successive modificazioni e integrazioni.
2. Le opere ultimate entro la data di entrata in vigore della presente legge che
non siano state iscritte al catasto, ovvero le variazioni non registrate, devono
essere denunciate, ai sensi degli artt. 3 e 20 del R.D.L. 13 aprile 1939, n. 652,
e successive modificazioni e integrazioni, entro 90 giorni [2] dall'entrata in vigore
della presente legge, previa corresponsione dei diritti dovuti nella misura vigente.
3. Per le dichiarazioni di cui al comma precedente, presentate successivamente al
31 dicembre 1986, l'ammenda prevista dall'art. 31 del R.D.L. 13 aprile 1939, n.
652, convertito, con modificazioni, nella legge 11 agosto 1939, n. 1249, e successive
modificazioni e integrazioni, è elevata a lire 250.000 [3].
Tabella 1 - Tabella A
Tipologia dell'abuso Periodi in cui l'abuso è stato commesso Fino al 1° settembre
1967 Dal 2 settembre 1967 al 29 gennaio 1977 Dal 30 gennaio 1977 al 1° ottobre 1983
Misura della oblazione Misura della oblazione Misura della oblazione 1. Opere realizzate
in assenza o difformità della licenza edilizia o concessione e non conformi alle
norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici. L. 5.000 mq
L. 25.000 mq L. 36.000 mq 2. Opere realizzate senza licenza edilizia o concessione
o in difformità da questa, ma conformi alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni
degli strumenti urbanistici alla data di entrata in vigore della presente legge.
L. 3.000 mq L. 15.000 mq L. 25.000 mq 3. Opere realizzate senza licenza edilizia
o concessione o in difformità da questa, ma conformi alle norme urbanistiche ed
alle prescrizioni degli strumenti urbanistici al momento dell'inizio dei lavori.
L. 2.000 mq L. 12.000 mq L. 20.000 mq 4. Opere realizzate in difformità dalla licenza
edilizia o concessione che non comportino aumenti della superficie utile o del volume
assentito; opere di ristrutturazione edilizia come definite dall'art. 31, lettera
d), della legge n. 457 del 1978, realizzate senza licenza edilizia o concessione
o in difformità da essa; opere che abbiano determinato mutamento di destinazione
d'uso. L. 1.500 mq L. 4.000 mq L. 8.000 mq 5. Opere di restauro e di risanamento
conservativo come definite dall'art. 31, lettera c), della legge n. 457 del 1978,
realizzate senza licenza edilizia o autorizzazione o in difformità da esse, nelle
zone omogenee A di cui all'art. 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968, qualora
non trattisi di interventi finalizzati all'adeguamento igienico e funzionale. L.
1.500 mq L. 4.000 mq L. 8.000 mq 6. Opere di restauro e di risanamento conservativo,
come definite dall'art. 31, lettera c), della legge n. 457 del 1978, realizzate
senza licenza edilizia o autorizzazione o in difformità da essa. L. 1.000 mq L.
2.500 mq L. 5.000 mq 7. Opere di manutenzione straordinaria, come definite dall'art.
31, lettera b), della legge n. 457 del 1978, realizzate senza licenza edilizia o
autorizzazione o in difformità da essa. Opere o modalità di esecuzione non valutabili
in termini di superficie o di volume e varianti di cui all'art. 15 della presente
legge L. 100.000 mq L. 200.000 mq L. 450.000 mq
Note alla tabella
1. Qualora, per la tipologia dell'abuso realizzato, si debba fare riferimento al
volume, l'ammontare dell'oblazione versata con riferimento alla superficie deve
essere diviso per 5 e moltiplicato per 3. [1]
2. Qualora l'opera abusivamente realizzata comporti un aumento della cubatura rispetto
alla volumetria assentita con la licenza o la concessione, si applicano le misure
indicate al punto 1 per la parte eccedente quella assentita e, per la parte restante,
se difforme dal progetto assentito, le misure indicate al punto 4.
3. Le costruzioni e le opere eseguite in base a uno dei titoli di cui alla lettera
b) del primo comma dell'art. 31 della presente legge sono equiparate a quelle eseguite
senza titolo abilitativo.
4. Gli importi complessivi delle oblazioni non possono essere, comunque, inferiori
a quelli previsti nelle ipotesi di cui al punto 7, alle colonne prima, seconda e
terza.