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Roma, 4 aprile 2014

Piano casa, si può fare di più
Articolo Sicet pubblicato dal quotidiano "Avvenire" venerdì 4 aprile 2014

Con il decreto legge n. 47, del 28 marzo, sono operative molte misure per l’emergenza abitativa e le locazioni. Che nel Paese il problema della casa abbia raggiunto un livello di allarme non ci sono dubbi. E nel provvedimento vi sono delle prime risposte utili. Ma contiene anche delle norme non efficaci sul disagio abitativo che vanno sicuramente migliorate. Una prima soluzione viene dalle maggiori risorse stanziate per gli inquilini in difficoltà. Sul fondo di sostegno per l’affitto vengono aggiunti 50 milioni di euro per l’anno in corso e altrettanti per il 2015. Con il risultato di rendere disponibili 100 milioni annui per il prossimo biennio. Anche per il fondo dedicato alla morosità incolpevole di chi, perdendo il lavoro o per altri gravi motivi, non riesce più a pagare l’affitto crescono le disponibilità. Per il 2014 destinati 35,73 milioni di euro e per l’anno successivo 32,73 milioni di euro. Su questi aiuti si tratta ora di essere rapidi nelle procedure per rendere accessibili agli inquilini questi fondi nei prossimi mesi. Finanziamenti che verranno gestiti dai comuni, ai quali i cittadini potranno fare richiesta. Per facilitare l’incontro tra la domanda espressa da nuclei familiari con bassa capacità di reddito e l’offerta in affitto calmierato, viene rafforzata l’attività dei comuni attraverso le agenzie per la locazione e fondi di garanzia. Il piano casa poi ripropone ancora la vendita degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, già tentata nel 2008. Questo, attraverso accordi con le regioni. La novità è quella della possibilità di agevolare l’operazione attraverso l’utilizzo di contributi del fondo mutui, che il Ministero delle Infrastrutture ha avviato con gli istituti bancari. Una misura di difficile realizzazione per l’impossibilità economica degli inquilini di acquistare in questa fase economica molto critica. Ma un progetto poco efficace visti i risultati negativi del mancato ampliamento dell’offerta con le risorse di vendite precedenti. Mentre appare molto utile ed ad alta efficacia lo stanziamento di 500 milioni di euro da destinare al recupero degli alloggi di edilizia pubblica attualmente non abitabili. Su questa linea, vengono inoltre destinati altri 67,9 milioni di euro per il recupero di alloggi degradati da destinare agli inquilini più esposti al disagio. Il risultato atteso è di circa 10mila alloggi che potranno essere assegnati attraverso i comuni. Vi sarà poi un abbattimento del 40% nelle imposte relative agli alloggi sociali in locazione per un periodo di 10 anni. Mentre per gli inquilini di questa tipologia abitativa a canone moderato, gli alloggi sociali, vengono introdotte per i prossimi tre anni detrazioni annue di 900 euro per un reddito sino a 15.493,71 e di 450 euro per un reddito sino a 30.987,41. Si tratta di una misura importante ma che interessa solo pochi inquilini con questo tipo di alloggio. Sarebbe necessario allargarla a tutti i conduttori anche come elemento di contrasto all’evasione. Altra misura fiscale viene introdotta sul “rent to buy”. Con la riduzione degli oneri fiscali connessi all’acquisto della casa consentendo all’inquilino di imputare fino al riscatto finale gli affitti in conto del prezzo di futuro acquisto dell’alloggio sociale. Per i redditi da locazione derivanti dai contratti concordati e per quelli degli studenti la tassazione fissa con la cedolare secca scende al 10%. Questo dal 1 gennaio e per ora sino a tutto il 2017. Una diminuzione importante che ha quasi dimezzato l’aliquota inizialmente prevista al 19%. Ora, oltre al taglio delle tasse ai proprietari è necessario che questa misura si tramuti anche in una riduzione degli affitti che rimangono ancora molto elevati per la maggioranza degli inquilini. Infine vengono dettate norme per favorire la diffusione dell’alloggio sociale attraverso azioni regionali che fissino comuni livelli essenziali di accesso alle prestazioni di welfare abitativo. Dovranno essere assicurati piani che contengano al massimo il consumo di suolo e favoriscano il risparmio energetico. Quindi interventi verso la ristrutturazione e la sostituzione edilizia.


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