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Roma, 5 luglio 2013
Le proposte del SICET sulla riforma fiscale dell’affitto
Articolo
Sicet pubblicato dal quotidiano "Avvenire" venerdì 5 luglio 2013
Il SICET ha presentato alla
Commissione Finanze e Tesoro del Senato alcune proposte di modifica all’attuale
sistema fiscale sulla casa e sulla locazione, nell’ambito dell’indagine
preliminare al riordino della tassazione previsto, entro fine agosto. In attesa
di questa rivoluzione, il Governo ha sospeso per l’anno in corso il pagamento
della prima rata dell’IMU per l’abitazione principale, le abitazioni delle
cooperative edilizie e quelle di edilizia residenziale pubblica. Il SICET
ritiene sicuramente utile una “buona manutenzione del fisco sulla casa” per
renderlo più equo e progressivo ma anche per raggiungere risultati di maggiore
socialità. Per questo è imprescindibile partire dalla riforma del catasto.
Quattro gli obiettivi strategici per il sindacato inquilini della CISL.
Salvaguardare il livello di reddito delle famiglie più deboli, incentivare una
progressiva riduzione dell’attuale livello degli affitti, spostare il peso della
tassazione sugli alti redditi e sui grandi patrimoni e recuperare risorse da
destinare al finanziamento delle politiche abitative, a partire dal fondo di
sostegno alla locazione, indispensabile per affrontare la gravissima emergenza
di cui gli sfratti per morosità sono il segnale più allarmante. Per il SICET è
necessario rivedere la cedolare secca dopo i deludenti risultati sull’emersione
dei “contratti in nero” ma anche per la perdita di gettito che l’imposta
rappresenta per i conti pubblici. La differenza tra i due regimi: irpef e
cedolare è di oltre 614 milioni di euro in meno di entrate, nel primo anno di
applicazione. Le maggiori riduzioni di imposta vanno ai redditi oltre i 75mila
euro con il 50% della perdita di gettito (300 milioni di euro). La proposta è
quella di limitare l’opzione per questa forma di tassazione ai soli contratti
concordati ed agevolati con una aliquota del 19% e ripristinando la tassazione
Irpef per i contratti liberi. Inoltre, per aiutare le tantissime famiglie in
difficoltà nel pagamento dell’affitto, dopo l’azzeramento degli aiuti con il
Fondo Locazioni, il SICET propone di utilizzare le risorse della cedolare per
questo intervento. Con queste risorse si potrebbe erogare a 350mila famiglie un
contributo di 1.641 euro. Sulle detrazioni fiscali. Queste vanno riviste ed
unificate per tutti gli inquilini, equiparandole alla detrazione già prevista
per gli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa e cioè, il 19% sino
ad un tetto di tremila euro. Tale misura va riconosciuta anche alle famiglie
incapienti. Sull’IMU per la prima casa si ritiene utile un aumento della
franchigia allargandola anche all’immobile concesso ai figli ed ai genitori,
procedendo nel contempo ad una articolata rimodulazione del peso impositivo
sugli altri contribuenti possessori di più immobili.
Per il SICET è necessario che i comuni possano deliberare aliquote IMU ridotte
per gli affitti concordati mentre vanno innalzate quelle per lo sfitto e gli
alloggi di edilizia pubblica assegnati devono essere equiparati all’abitazione
principale. Va tolta l’applicazione dell’IVA agli affitti di edilizia pubblica
ed housing sociale. Come vanno estese agli enti gestori di edilizia residenziale
pubblica (ex IACP) i benefici previsti dalle normative recentemente prorogate in
materia di detrazioni sugli interventi di ristrutturazione, manutenzione
straordinaria, recupero, risanamento e per l’efficientamento ed il risparmio
energetico. Norma che permetterebbe un aumento dell’offerta pubblica e della sua
qualità. Il SICET ha chiesto attenzione sull’ipotesi della service tax, che
sommerebbe l’IMU con la Tares, mantenendo distinte le componenti patrimoniali e
di servizio delle imposte. Sul contrasto all’evasione per il SICET serve una
semplificazione delle procedure di registrazione volontaria del “contratto in
nero” da parte dell’inquilino e la tracciabilità nei pagamenti degli affitti.