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Roma, 5 dicembre 2011

Un primo bilancio degli effetti della cedolare secca
articolo Sicet pubblicato dal quotidiano "Avvenire"

La cedolare secca sugli affitti, ovvero la possibilità per i proprietari degli immobili affittati di pagare le tasse sui canoni percepiti con aliquota fissa invece che sommarli agli altri redditi, funziona oppure no? Dopo 8 mesi dalla sua introduzione fare un primo bilancio è molto difficile, perché l’Agenzia delle Entrate si guarda bene da fornire i dati in suo possesso, Quindi l’analisi si può basare solo su quanto si legge sulla stampa specializzata e sui dati empirici provenienti dall’attività del Sindacato degli inquilini. Due le certezze rilevate: la convenienza è limitata ai pluriproprietari e per l’erario si prospetta un costo e non un’opportunità. Andiamo con ordine. La nuova tassazione in misura fissa, con aliquota del 21% per gli affitti liberi e del 19% per quelli agevolati sostituisce e assorbe: l’IRPEF pagata nella percentuale dello scaglione determinato dal complesso dei redditi percepiti, le addizionali regionali e comunali, la tassa di registro e l’imposta di bollo. Dunque una bella occasione di risparmio fiscale, che avrebbe dovuto indurre i titolari di affitti in nero (circa mezzo milione di contratti stimati) a regolarizzare la propria posizione, ciò non è avvenuto e il bilancio dello Stato sarà aggravato del mancato introito pari a 1,5 Miliardi di euro. La riduzione delle imposte sui redditi d’affitto avrebbe dovuto generare un aumento dell’offerta di alloggi in affitto e una conseguente riduzione dei canoni, effetti non ancora rilevati, anzi si notano esattamente fenomeni inversi. Il decreto sul federalismo fiscale municipale che ha introdotto la nuova tassazione prevedeva l’opportunità del ravvedimento per gli evasori, non sono ancora disponibili i dati ufficiali e dobbiamo limitarci a valutazioni estimative sulla base delle informazioni ricavate dall’utenza delle sedi SICET. In attesa che il Ministero dell’Economia comunichi i dati, noi stimiamo che siano state sanate circa 2.500 posizioni. Dopo il 6 giugno anche l’inquilino in affitto con un contratto irregolare: o non registrato, o solo verbale, oppure un comodato gratuito che nasconde una locazione onerosa può procedere in maniera autonoma alla registrazione. In questo caso l’inquilino a partire dalla data di regolarizzazione otterrà delle nuove condizioni d’affitto. Una durata di otto anni e la rideterminazione del canone pagato ad una somma pari al triplo della rendita catastale dell’immobile affittato. Pur di fronte al vantaggio economico a alla maggior durata, sono stati ancora pochi gli inquilini che hanno approfittato della nuova norma. Quali sono i motivi del (definiamolo così) ritardo nell’applicazione della legge nonostante l’evidente convenienza? Principalmente la difficoltà dell’inquilino nell’avventurarsi in un procedimento complesso per dimostrare il rapporto di locazione a causa della mancanza del contratto e delle ricevute. e dell’intestazione dei servizi. Quindi con un livello di regolarizzazione limitato è evidente la perdita di gettito per il bilancio dello Stato.. Un rilevamento del SICET su un campione di agenzie immobiliari nel periodo aprile ottobre 2011, indica un leggerissimo scostamento del +0,2 dell’offerta di abitazioni in affitto mentre sul versante dei prezzi non si è prodotta nessuna riduzione. Anzi, nello stesso periodo di osservazione il mercato ha segnato una leggera crescita, data dall’aumento della domanda. Questa dinamica è stata anche determinata dall’effetto negativo indotto della cedolare secca, ci riferiamo alla scarsa differenziazione tra l’aliquota del 19% sugli affitti calmierati rispetto al 21% di quelli liberi. Spostando così l’interesse dei proprietari verso gli affitti liberi e conseguentemente facendo crescere i prezzi dei canoni. Cosa fare per la lotta all’evasione negli affitti. Serve un conflitto di interessi nelle locazioni con l'introduzione della deduzione dell'affitto pagato da parte dell'inquilino, che unito alla tracciabilità dei pagamenti potrebbe dare risultati importanti. Il governo Monti potrebbe far propria la proposta del SICET.


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