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Roma, 13 luglio 2011

CEDOLARE SECCA
Il Sicet denuncia
alcuni fenomeni “curiosi
 

È trascorso un mese dal 6 giugno, quando scadeva il periodo di 60 giorni concesso dal decreto legislativo 14 Marzo 2011, n. 23 (disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale) ai proprietari di immobili locati ad uso abitativo, per mettersi in regola con la registrazione dei contratti non regolari, e quindi avvalersi dalle favorevolissime condizioni fiscali introdotte dal decreto stesso a favore delle persone fisiche che danno case in affitto.
Infatti l’IRPEF progressiva, l’imposta di registro, l’imposta di bollo, le addizionali IRPEF comunali e regionali che gravano anche sulle rendite da locazione, potranno essere tassate separatamente dagli altri redditi con un’imposta sostitutiva ad aliquota fissa del 21% o del 19% a secondo del tipo di contratto.
Il governo si aspettava che tra il 7 aprile e il 6 giugno, i locatori non in regola, allettati da tanta benevolenza nei loro confronti, si sarebbero precipitati presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate a compiere il loro dovere.
Invece non è successo niente, da un’osservazione empirica fatta dal SICET i contratti regolarizzati sono stati pochissimi. Ci si potrebbe chiedere come facciamo ad essere così perentori su un dato che nemmeno il Ministro conosce e che non è ancora stato pubblicato. Per due semplici motivi:
uno proprio perché non è stato reso pubblico nessun dato nemmeno indicativo. Se fosse andata bene, radio e televisioni ci avrebbero rotto le orecchie fino durante le previsioni del tempo con la notizia del grande successo ottenuto dalla equazione: “tasse più basse uguale emersione del nero”;
due semplicemente perché l’onere dell’imposta di registro è equamente distribuito tra proprietario ed inquilino, di conseguenza se il proprietario si fosse avvalso della sanatoria e avesse pagato le tasse arretrate avrebbe richiesto la compartecipazione all’inquilino e i nostri iscritti sarebbero venuti nelle sedi a verificare la regolarità della richiesta.
Siccome solo in rarissimi casi ciò è avvenuto, a distanza di un mese possiamo affermare, che l’operazione si profila in grave perdita per l’erario, almeno per quest’anno.
Quando tutto sarà trasferito ai Comuni e l’onere della riscossione sarà a loro carico vedremo l’effetto che fa.

Dal fatidico 6 giugno, gli inquilini di una casa in affitto che non hanno un contratto registrato (quindi pagano tutto in nero), oppure il contratto di locazione registrato riporta una cifra inferiore a quella normalmente pagata, o abitano in forza di un comodato

gratuito, ma versano un corrispettivo per l’uso dell’abitazione; tutti costoro se in grado di dimostrare con delle prove documentali:
a) che abitano in affitto in quella casa;
b) che pagano tutto o in parte in nero;
hanno diritto a stabilizzare la propria condizione abitativa con un contratto della durata di quattro anni più altri quattro, pagando un canone di locazione pari a tre volte la rendita catastale, cioè circa il 20% dell’affitto di mercato di una città di medie dimensioni.
Il meccanismo inventato dal fantasioso ministro Calderoli, con l’intento di sanzionare i furbetti, sta producendo alcuni fenomeni per lo meno curiosi.
I giornali propugnatori di un liberalismo eticamente rigoroso, che da anni sostengono l’introduzione della flat-tax (tassa piatta) sulle rendite da locazione allo scopo di abbassare gli affitti e ridurre l’evasione fiscale, stanno pubblicando paginoni, supplementi, manuali per fornire consulenza ai proprietari sulla convenienza ad esprimere la scelta (opzione) della cedolare secca al posto dell’IRPEF, e questo fa parte del loro mestiere. Ma lo stesso impegno meticoloso lo stanno profondendo nel consigliare i locatori che affittano in nero, a tutelarsi dall’eventuale iniziativa di quei conduttori che dovessero chiedere l’applicazione dei contratti sanzionatori, arrivando a indicare l’azione legale di sfratto contro gli inquilini irresponsabili e delatori, con conseguente richiesta di danni per occupazione abusiva.
Comportamenti curiosi si stanno riscontrando anche presso alcuni sportelli periferici dell’Agenzia delle Entrate, in cui impiegati molto ligi, agli inquilini che si presentano per l’auto registrazione del contratto irregolare, richiedono formalità non previste dalle circolari esplicative della direzione generale, oppure si dichiarano incompetenti a fornire indicazioni circa gli adempimenti previsti dalle norme. Il colmo dello zelo lo ha raggiunto un funzionario di un’Agenzia delle Entrate del Nord, che ha addirittura ammonito l’inquilino di evitare dal fare una carognata nei confronti del povero proprietario.

Come diceva Agnese al Cardinale Borromeo:
“I poveri ci vuol poco a farli comparir birboni”.


Sito Internet: www.sicet.it e-mail: sicet@sicet.it

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