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COMUNICATO STAMPA |
Roma, 20 settembre 2013
500 milioni di euro è la perdita di gettito per
l’erario causata dalla cedolare secca nell’ultima annualità senza risultati di
emersione del nero e riduzione dei canoni. Così i segretari generali di SUNIA,
SICET e UNIAT, Daniele Barbieri, Guido Piran e Augusto Pascucci hanno illustrato
alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, nel corso dell’audizione sul
decreto IMU, la situazione determinata dall’imposta fissa sugli affitti.
Liberando anche una sola parte di queste risorse, attraverso il mantenimento
della flat tax solo per gli affitti concordati avremmo due risultati, hanno
dichiarato i sindacati inquilini: contenere i canoni e poter dare risorse
adeguate al sostegno per gli inquilini in difficoltà. Con 500.000 sfratti nei
prossimi cinque anni servono almeno 300 milioni per il fondo affitti e 100
milioni per quello relativo alla morosità incolpevole. Su questo dramma, che
lascia senza alloggio tantissime famiglie, Barbieri, Piran e Pascucci hanno
chiesto di allargare a questa tipologia di provvedimento la sospensione attuale
e rapidità negli interventi di protezione sociale accompagnata dalla graduazione
per il passaggio da casa a casa e procedure di ricontrattazione dei canoni
attraverso Agenzie cas e conciliazione paritetica sulla morosità.
Particolare attenzione hanno chiesto SUNIA, SICET e UNIAT per la lotta
all’evasione fiscale negli affitti. Con una semplificazione delle procedure
sanzionatorie tramite la registrazione volontaria dei contratti, la
tracciabilità dei canoni e la possibilità di detrarre l’affitto pagato dal
reddito dell’inquilino,
Sull’abolizione dell’IMU generalizzata per l’abitazione principale i sindacati
hanno espresso forte preoccupazione per la difficoltà legata alla copertura che
drena risorse importanti per crescita ed occupazione. Risorse che sarebbero
disponibili con una maggiore selettività nel provvedimento. Il pericolo di
questa operazione è la crescita delle imposte locali, a partire dalla service
tax, sulla quale i sindacati hanno chiesto garanzie sulla non applicazione agli
inquilini. Una imposta che colpirebbe i conduttori in maniera iniqua
alleggerendo la rendita immobiliare e penalizzando due volte chi vive in
affitto. Prima con gli attuali canoni che tengono conto dell’IMU e poi con la
tassa sull’utilizzo.