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COMUNICATO STAMPA |
Roma, 25 luglio 2013
Riforma Fisco
Immobiliare: spostare 300 mln. di euro dalla cedolare secca al Fondo sostegno
affitti. La proposta del SICET a Governo e Parlamento.
Durante i lavori del Convegno promosso dai
Sindacati inquilini SUNIA, SICET e UNIAT UIL su : “Una nuova fiscalità
immobiliare per un mercato dell’affitto sostenibile”tenuto oggi alla Camera dei
Deputati dove rappresentanti dei conduttori hanno presentato le proposte
sull’imminente riforma, il segretario nazionale del SICET Massimo Petterlin ha
chiesto ai rappresentanti del Governo e del Parlamento di intervenire
immediatamente per sostenere le famiglie in affitto che con la crisi non sono
più in grado di pagare i canoni.
“Il problema è grave”, ha ricordato il segretario del SICET “con oltre 250mila
sfratti per morosità e il 45% degli inquilini in difficoltà a pagare con
regolarità l’affitto e quindi non è possibile lasciare la gestione di questi
problemi ai soli Comuni o pensare che se ne debba far carico la proprietà
immobiliare”.
Nella difficoltà di trovare risorse statali, per Petterlin, l’unica soluzione è
quella di intervenire sul fisco immobiliare, vista l’assenza di risultati con
l’introduzione della cedolare secca sui redditi da locazione, che non ha portato
all’ emersione dei contratti in nero e tanto meno a qualche effetto di
calmierazione del mercato.
Il rappresentante del sindacato inquilini della CISL ha avanzato quindi la
proposta di spostare almeno la metà della differenza di gettito tra il regime
irpef e quella della tassa piatta - 300mln di euro - verso il Fondo sostegno
affitti che oggi non ha più risorse.
Questo intervento statale, assieme al cofinanziamento delle Regioni e dei
Comuni, permetterebbe di sostenere 350mila famiglie, evitando loro di rimanere
senza casa. La tassazione con la cedolare secca del 19% rimarrebbe solo per gli
affitti convenzionati (durata anni 3+2) mentre quelli liberi tornerebbero
all’irpef.
Durante il dibattito le altre proposte dei Sindacati vanno dalle detrazioni per
gli inquilini analoghe a quelle sui mutui, all’ IMU ridotta per le locazioni
concordate, alla tracciabilità dei canoni e il mantenimento della distinzione
tra patrimonio ed utilizzo nella discussione della Tares sulla possibile service
tax.