COMUNICATO STAMPA

 

Roma, 13 marzo 2013

Emergenza abitativa. Il nuovo Parlamento assuma tra le priorità le politiche abitative.
Lo chiede il SICET, sindacato inquilini della CISL.

Le famiglie italiane maggiormente esposte alla vulnerabilità economica sono quelle che abitano in affitto e hanno capifamiglia sotto i trentacinque anni. Un terzo degli inquilini è sotto la soglia di povertà, con una variazione in aumento di 5 punti percentuali tra il 2008 e il 2010. L’emergenza si concretizza nell’impossibilità di pagare l’affitto tutti i mesi. Con un numero impressionate di sfratti per morosità. Negli ultimi due anni in Italia sono stati emessi 129mila provvedimenti, 240mila richieste e ne sono stati eseguiti 59mila. In testa le città di Milano (22mila) e Roma (14mila). Il rapporto tra sfratti e residenti nella provincia, vede al primo posto Livorno con 1/170, Lodi 1/190 e Novara 1/191. Seguono Roma con 1/257, Napoli 1/292, Firenze 1/315, Torino 1/332 e Milano 1/358. Circa 650.000 famiglie, quelle più povere e in difficoltà, chiedono da anni una casa pubblica al proprio comune, senza nessuna risposta. 10mila domande ciascuno a Torino, Bologna, Napoli, Palermo, Catania a quota 11mila, Milano 23mila e Roma 29mila. La casa pubblica, un settore del welfare, nel quale Stato e Regioni non investono più da anni. Nel frattempo centinaia di migliaia di famiglie sono costrette alla convivenza forzata, genitori che si trasferiscono presso i figli, figli che tornano alla casa d’origine con coniuge e prole al seguito. Un altro indicatore del profondo disagio abitativo è costituito dalle 350mila domande di Fondo Sostegno all’affitto, solo nel 2011, a fronte di neanche un euro di disponibilità nel bilancio dello stato.
Per Guido Piran, segretario generale del SICET, il sindacato inquilini della CISL: “L’emergenza abitativa è talmente grave da indurci a chiedere al nuovo Parlamento, che si insedierà venerdì prossimo, l’assunzione di questo problema tra le priorità su cui trovare immediate soluzioni”.Continua Piran: “e’ necessario un piano straordinario di edilizia pubblica accompagnato da una nuova legge sugli affitti privati che preveda un’unica modalità contrattuale, regolata da accordi locali, e incentivata da un fisco che favorisca la locazione”.Per il segretario del SICET: “si deve alimentare il fondo di aiuto agli inquilini con almeno 200milioni di euro annui. Le città debbono essere riqualificate e rigenerate dal punto di vista edilizio e urbanistico attraverso processi di efficientamento energetico, in questo modo si può alimentare l’offerta dell’affitto a canoni accessibili alle famiglie italiane.” Ad avviso del sindacato inquilini della CISL le risorse per queste misure debbono arrivare da un diverso sistema fiscale. Spiega Piran: “rivedere la cedolare secca che ha fallito il suo scopo, rappresentando oggi solo un costo per le casse dello Stato (1,5 milioni di euro annui). Il fisco deve diventare uno strumento di reale calmierazione del mercato”. Continua Piran, “l’altra linea di alimentazione deve arrivare da un piano di aggressione all’evasione nel comparto affitti, stimata dal SICET, in almeno 2 miliardi di euro annui. Questo con tracciabilità nei pagamenti e contrasto di interessi, introducendo consistenti detrazioni sui canoni pagati dagli inquilini”.


Sito Internet: www.sicet.it e-mail: sicet@sicet.it

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