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COMUNICATO STAMPA |
Roma, 12 dicembre 2012
La povertà energetica, in
particolare quella legata al riscaldamento, in questi giorni in cui le
temperature sono particolarmente rigide è una vera e propria emergenza con fatti
anche tragici. Non si tratta per il SICET, il Sindacato inquilini della CISL,
solo di una privazione che tocca le persone senza fissa dimora. Ma come
descritto dall’ISTAT, nello studio: reddito e condizioni di vita, la difficoltà
di riuscire a riscaldare adeguatamente l’abitazione interessa quasi 5 milioni di
famiglie italiane. Nell’anno precedente erano 2.700.000. Il SICET ritiene questo
un dato grave e preoccupante, peraltro in aumento, a causa della crisi economica
e dei redditi. Le persone più a rischio sono gli anziani; quasi il 21% non si
riscalda o riduce i tempi di funzionamento e la temperatura dell’impianto. Gli
ultrasessantacinquenni sono il 24,3%. Ma anche un numero elevato delle famiglie
monoreddito, con figli minori, sono in povertà energetica per il 25%. Al nord
nel 2010 la difficoltà a riscaldarsi interessava il 4,8% della popolazione.
Salita nel 2011 al 10,2%. Al centro dal 7,7% si è passati al 13,3% e al sud dal
21,7% al 30,8%. La povertà energetica poi colpisce particolarmente gli
inquilini, già in difficoltà nel pagare l’affitto, le spese condominiali e anche
il riscaldamento, provocando 150 mila sfratti per morosità.
Cosa fare. Il problema deve entrare nelle agende politiche dei vari livelli di
governo. Il SICET chiede l’allargamento della possibilità di utilizzo delle
detrazioni per l’efficientamento energetico, oggi negata, agli enti gestori di
edilizia pubblica (ex IACP). Per l’emergenza sono utili le riduzioni delle
tariffe praticate alle famiglie in difficoltà e aiuti dei comuni. Oggi ridotti
dalla spending review. Mentre è necessario come misura strutturale spingere sul
piano di efficientamento energetico per un patrimonio immobiliare vecchio e con
impianti obsoleti come quello presente in Italia