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COMUNICATO STAMPA |
Roma, 30 dicembre 2008
Ormai l’anno si chiude, il Parlamento è in vacanza,
il Governo pure e per le famiglie in difficoltà abitativa non c’è speranza di
avere un po’ di pace.
Negli ultimi mesi, dopo l’esplosione di quella che viene definita come una delle
crisi finanziarie più importanti della storia moderna, tutti i protagonisti
della politica e dell’economia hanno lanciato proposte per salvaguardare dagli
effetti della recessione aziende, lavoratori e risparmiatori e, in qualche modo,
si stanno approntando misure di varia natura in tal senso. Gli unici ad essere
esclusi da ogni intervento che attenui le difficoltà cui vanno incontro sono gli
inquilini più poveri. Già le famiglie in affitto nel nostro Paese sono quella a
più basso reddito: ben il 66% delle famiglie in affitto, pari a 2.856.000 nuclei
ha un redito annuo inferiore a € 20.000, e si trova in difficoltà a pagare il
canone mensile, circa 750.000 nel 2008 hanno ritardato il pagamento del canone
per almeno un trimestre e 37.000 hanno avuto lo sfratto per morosità.
Di fronte a tale fenomeno la finanziaria per il 2009 riduce di 50 milioni di
euro rispetto al 2008 il Fondo di sostegno all’affitto, prevedendo entro il 2011
il dimezzamento del contributo in confronto all’anno che sta finendo.
Dal primo dell’anno per molte famiglie il fitto mensile aumenterà, adeguando il
valore agli indicatori dell’ISTAT, il canone di locazione è l’unico prezzo
indicizzato rimasto in vigore nel nostro Paese.
Il SICET chiede al Governo e al Parlamento, che tra le misure anticrisi vi siano
delle iniziative specifiche a favore delle famiglie in affitto. In particolare
sono necessari due interventi immediati:
Le misure indicate dovranno avere vigore fino all’approvazione di un Piano casa nazionale da concordare con le parti sociali, che adegua e sostituisce il provvedimento attualmente in preparazione dal Ministero delle Infrastrutture, provvedimento concettualmente sbagliato e inadeguato.