![]() |
COMUNICATO STAMPA |
Roma, 6 ottobre 2008
“La giornata internazionale degli inquilini ha visto diverse iniziative
di sensibilizzazione al grave problema abitativo in tutto il mondo: l’emergenza
abitativa non è solo un problema italiano, la mancanza di un alloggio adeguato
ed accessibile economicamente, rappresenta una difficoltà comune in tutto il
pianeta. Oltre 2/3 della popolazione ne è coinvolta” ha dichiarato Guido
Piran, nell’aprire la Conferenza Stampa indetta dal Sicet - Sindacato
Inquilini della Cisl – aderente allo IUT (Unione Internazionale degli
Inquilini), che ha organizzato per oggi la giornata, conclusasi con un Convegno
presso la Commissione europea a Bruxelles.
“In questo quadro acquisisce particolare valore la notizia che arriva da Parigi
dove il premier Sarkozy aumenterà le case popolari francesi, acquistando
direttamente dai costruttori in crisi, 30.000 alloggi da destinare ai poveri”.
“Indicatori inequivocabili di un continuo allarme nel nostro Paese” ha
continuato Piran, “restano le richieste di un alloggio pubblico, l’aumento degli
sfratti per morosità e 110 mila richieste di esecuzione, gli affitti in crescita
dell’8% nell’ultimo biennio, nonostante il calo del mercato immobiliare, la
diminuzione del 60%, tra il 2000 e il 2008, dei contributi all’affitto”.
“Sul Piano casa del governo” Piran precisa che il Sicet è fortemente
critico “in primo luogo perché questo rappresenta un controsenso
sul versante dell’edilizia pubblica, in quanto la domanda abitativa delle
fasce più vulnerabili è fortemente in crescita e nel contempo il Governo
risponde con un piano di vendita di tutto il patrimonio pubblico. Inoltre, ci si
affida alla costruzione di 20.000 alloggi in due anni puntando completamente sul
settore dell’impresa immobiliare privata, favorendo – ancora una volta - gli
interventi per l’acquisto e prevedendo solo un affitto leggermente più basso
dell’attuale mercato”.
“Il nocciolo della questione” a giudizio del Sicet, “rimane quello delle risorse
economiche perchè il ministro Tremonti nel suo rigore per raggiungere il
pareggio di bilancio, non ha lasciato alla politica della casa alcuna nuova
risorsa: le 650.000 famiglie con reddito inferiore ai 20.000 Euro, in lista per
una casa popolare, non avranno alcuna possibilità di risposta”.