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COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione dei Segretari Generali
Sunia, Luigi Pallotta – Sicet, Guido Piran – Uniat, Roberto Scorpioni

 

Roma, 12 ottobre 2007 

Le famiglie sotto sfratto per le quali scade la proroga non possono e non debbono

uscire di casa senza una abitazione alternativa

 

 

Il 15 ottobre riprendono le esecuzioni degli sfratti delle famiglie sino ad oggi rimaste nelle loro abitazioni grazie alla proroga.

Il Governo ha stanziato 550 milioni di euro soltanto 15 giorni fa con le misure collegate alla finanziaria.

I comuni, almeno quelli che hanno preparato un piano per dare un alloggio alternativo alle famiglie sotto proroga, nei pochi giorni a disposizione non hanno potuto attuarli.

Le Prefetture in gran parte si sono guardate bene dal costituire le commissioni previste dalla legge per governare l’emergenza.

Purtroppo ad oggi si registra un preoccupante “flop” del sistema delle Commissioni di graduazione voluto dalla legge  e, in tutto il paese, da Bolzano a Ragusa, si registrano dati allarmanti di inefficienze, ritardi e inadempienze.

Moltissime sono le Prefetture di province dove la Commissione non risulta neppure costituita (ad esempio Torino e tutto il Piemonte, Genova, Parma, Ancona e tutte le altre province marchigiane, Palermo, Catania, e quasi tutta la Sicilia, Brindisi, Lecce, Taranto, Foggia, Verona).         

In altre province, pur formalmente istituita, la commissione non opera, non si è dotata di un regolamento e non si è riunita (Roma, Bologna, Modena, Napoli e tutta la Campania).

Solo a Milano, Firenze e Bari, le Commissioni sono in grado di funzionare avendo adottato un regolamento.

Di fronte a  questi fatti non si può pensare di riprendere le esecuzioni degli sfratti di famiglie di anziani, malati terminali, portatori di handicap, e con figli a carico.

 

E’ una questione di civiltà!

Il principio non può essere che quello di eseguire lo sfratto solo in presenza di un alloggio alternativo.

Gli strumenti per ottenere questo risultato sono: la proroga della sospensione che scadrà domani; la requisizione temporanea degli alloggi occupati dalle famiglie sotto sfratto come hanno fatto tre municipi di Roma; il governo delle esecuzioni attraverso le commissioni prefettizie.

Alle Istituzioni la scelta. Una cosa è certa: non possono far finta di niente di fronte a questo dramma. La stessa Corte di Cassazione, in una recente sentenza afferma che: "… danno grave alla persona" (sono) non solo la lesione della vita o dell'integrità fisica, ma anche quelle situazioni che attentano alla sfera dei diritti fondamentali della persona, secondo la previsione contenuta nell'art. 2 della Costituzione; e pertanto rientrano in tale previsione anche quelle situazioni che minacciano solo indirettamente l'integrità fisica del soggetto in quanto si riferiscono alla sfera dei beni primari collegati alla personalità, fra i quali deve essere ricompreso il diritto all'abitazione in quanto l'esigenza di un alloggio rientra fra i bisogni primari della persona”.

 


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