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Roma, 5 ottobre 2009
Giornata
internazionale degli Inquilini
Parlamento Europeo - Brussels 5 ottobre 2009
Conferenza: “Affrontare la crisi finanziaria
con un nuovo piano per l’affitto sostenibile”
Intervento di Massimo Petterlin -
Segretario Nazionale SICET CISL
Gentili Signore e Signori, Parlamentari, Autorità, sono felice di partecipare
oggi ai lavori di questa Conferenza, nell’occasione della giornata
internazionale degli inquilini e dell’ambiente, lavori che analizzeranno la
condizione e il disagio abitativo delle persone in tutto il mondo, aggravato
dalla crisi economica, ma soprattutto credo sia urgente e necessario definire a
promuovere delle soluzioni che possano trovare il consenso dei Governi
nazionali. Desidero anche ringraziare per l’ottima organizzazione della
conferenza tutti gli amici dello IUT.
Sembra dalle notizie dei media che le difficoltà economiche per i cittadini
siano iniziate solo due anni fa, con l’avvio della crisi. In Italia, ma credo
anche in tutti gli altri Paesi, non è così. La maggioranza delle persone che
vivono in affitto, o chi cerca una casa, erano già in difficoltà, prima della
crisi, a causa dei bassi redditi. Il 75% delle famiglie italiane che vivono in
affitto aveva nel 2006 un reddito annuo inferiore a 20 mila euro. L’OCSE nel
2008 ha rilevato il grande aumento delle disuguaglianze economiche e sociali
negli ultimi 20 anni nei Paesi più sviluppati. L’Italia è ai primi posti,
assieme ad altri Stati europei, che fino a qualche anno fa avevano un buon
welfare-state o oggi presentano un forte divario tra ricchi e poveri. Oggi in
Italia le case in affitto sono il 19% degli immobili in cui vivono quasi 4,5
milioni di famiglie. Sono quelle persone che erano troppo povere per poter
comprare l’alloggio pur in presenza di un ciclo edilizio espansivo negli ultimi
anni, in cui tantissimi inquilini hanno acquistato la loro casa (1,7 milioni)
visto il basso costo del denaro ma con mutui molto lunghi. Oggi in Italia vivono
in affitto le famiglie con i redditi più bassi.
Vorrei darvi qualche dato sul andamento del mercato immobiliare in Italia. Tra
gli anni 1997-2006 il numero degli acquisti di case è cresciuto molto, ad una
media del +8% all’anno. Con all’inizio del ciclo 525.000 vendite di alloggi,
sino alle 845.000 dell’2006. Dal 2007 è iniziata la discesa, con forti
diminuzioni numeriche (tra il 2007-2008 -15%) che dovrebbe portare a 630.000
case acquistate nel 2009. Oggi ci sono oltre 400 mila alloggi finiti di
costruire che non riescono ad essere venduti.
Sui prezzi immobiliari della vendita l’Italia ha un andamento diverso dagli
altri Paesi europei. Tra il 1997-2007 vi è stata una crescita di +92 % dei
valori. Con la crisi, negli ultimi due anni, in tutti Paesi i prezzi hanno avuto
una forte riduzione, in Italia questo non è avvenuto. Prima i prezzi sono
rimasti stabili e solo nell’ultimo anno sono scesi mediamente del -4/5%.
Proprio in conseguenza della crescita dei prezzi delle case in vendita, il
mercato degli affitti privati è aumentato molto, tra il 1999-2007 +148%. Questi
aumenti hanno portato dei prezzi altissimi, non sostenibili dalla maggioranza
degli inquilini. Un affitto medio nelle grandi città costa oltre 1.000 euro al
mese, in quelle più piccole 750 euro. Un appartamento di 70 metri quadri in
affitto a Milano costa 1300 euro/mese, a Roma 1200, a Firenze 1150. La crisi
immobiliare non ha fatto diminuire i prezzi degli affitti in Italia, che sono
rimasti stabili e molto alti. Questo succede perché la domanda di case in
affitto, negli ultimi due anni, è cresciuta. Tutte le persone con redditi bassi:
(giovani, anziani, disoccupati, immigrati) e le persone incerte che hanno
rimandato l’acquisto di una casa cercano l’affitto.
Con la crisi sono sempre di più le persone che non riescono a pagare l’affitto.
Allora perdono l’alloggio attraverso lo sfratto per morosità. Se non pagano
vengono mandati via. Nel 2008 le richieste di sfratto, fatte dai proprietari,
sono state quasi 140 mila, +26,5% dell’anno precedente.
Le persone in difficoltà abitativa possono chiedere di avere in affitto un
alloggio pubblico, dove si paga un affitto sociale parametrato sul reddito
posseduto. Le domande sono molte: 650 mila. Le città con più richieste sono Roma
con 30 mila e Milano 13 mila. In Italia questi alloggi sono pochissimi: solo 850
mila perché tanti sono stati venduti e oggi ne vengono costruiti pochi per la
mancanza di finanziamenti. Gli alloggi che vengono dati in nuovi affitti sono
solo circa 4.000 all’anno, in tutto il Paese.
In Italia è anche possibile chiedere un aiuto economico per pagare l’affitto.
Quasi per tutti gli inquilini l’affitto incide molto sul reddito: tra il 40 e il
70 %. Le richieste di contributo oggi sono 318 mila, cresciute di +165% dal
2000. Mentre le risorse si sono ridotte nello stesso periodo da 360 milioni di
euro a 181.
In questo periodo di crisi, in Italia, per gli inquilini non è stato fatto
nulla. Qualche piccolo aiuto è stato dato alle persone che avevano acquistato la
casa con un mutuo che non riescono a pagare. In questi ultimi mesi il Governo
italiano ha previsto due interventi sulla casa. Il primo: la possibilità da
parte delle Regioni di fare leggi che permettano di ampliare la superficie delle
case in proprietà. Questo per aiutare il settore dell’edilizia molto in crisi.
Il secondo: un piano nazionale di edilizia abitativa che dovrebbe dare una casa
in affitto e in proprietà alle persone deboli: anziani, giovani, sfrattati. Tra
questi anche gli immigrati che però nella legge sono discriminati, debbono
essere residenti in Italia da almeno 10 anni o 5 nella stessa regione. Nel piano
ci sono pochissime risorse e gli alloggi in affitto che forse si faranno (social-housing)
costeranno molto, con prezzi come quelli del mercato privato e dopo 25 anni di
affitto gli alloggi verranno venduti. Un buon affare per i costruttori ma non
per gli inquilini con bassi redditi. Tutte le tipologie di alloggi che verranno
costruiti con il Piano: (in affitto sociale, di mercato, in proprietà) rientrano
nella definizione di alloggio sociale ai fini dell’esenzione dall’obbligo di
notifica degli aiuti di stato, ai sensi del Trattato della Comunità Europea. Il
SICET non è d’accordo su questo, pensa che solo gli alloggi sociali e pubblici
dovrebbero rientrare nella definizione e per questo ha fatto ricorso. Le risorse
del Piano sono molto poche, attualmente 350 milioni di euro. Tutto il Piano è
basato sulla finanza e sull’intervento dei privati. Infatti 150 milioni saranno
usati per avviare strumenti finanziari che dovrebbero garantire le risorse per
costruire le abitazioni (fondi immobiliari nazionale e regionali). Al momento
non sono previsti finanziamenti per costruire alloggi in affitto sociale che con
la crisi sarebbero molto necessari come dice il titolo del convegno di oggi.
Anche in Italia oggi c’è un importante convegno per la giornata dell’inquilino,
organizzato dal SICET e dal sindacato dei lavoratori CISL a cui il SICET
aderisce. E’ a Napoli dove si discute del problema casa e la crisi nel sud
Italia, dove è più grave. Il SICET propone di rilanciare l’economia con un piano
di costruzione di case pubbliche e la riqualificazione dei quartieri degradati
usando materiali e tecnologie ecologiche che rispettino l’ambiente.
Il SICET ritiene necessario abbassare gli affitti privati e aumentare l’offerta
di case in affitto. Le nostre proposte principali sono la modifica della legge
sugli affitti privati che preveda la contrattazione del canone con accordi
sindacali e maggiori sgravi fiscali per gli inquilini e i proprietari. Costruire
più case pubbliche ad affitto sociale. Serve che il Governo italiano metta 500
milioni di euro/anno per i aiuti all’affitto. Serve per tutto questo un
importante ruolo dell’urbanistica anche con il recupero dei vecchi quartieri.
Ci vuole da parte di tutti noi un forte impegno per cambiare le condizioni degli
inquilini di tutto il mondo. Dobbiamo unire i nostri sforzi con proposte alla
Comunità Europea e ai Governi Nazionali perché ci sia più attenzione al problema
abitativo, facendo delle leggi a favore dell’affitto sociale e impegnando
risorse economiche per la costruzione di questi alloggi. In questo modo si
possono avere benefici per l’economia.
James K. Galbraith economista americano dice: “combattere la povertà è la forma
più efficace di combattere la crisi economica, molto più efficace della
strategia di dare soldi alle banche o alle grandi imprese. E’ così che si
riavviano i flussi di reddito, di capitale e la capacità di riattivare il
credito per la popolazione e del sistema nel suo insieme”.
Voglio concludere con uno slogan del SICET che è molto legato al tema che stiamo
discutendo e questo vi farà riflettere. Le città sono fatte di persone e dunque
nessuna casa senza persone e nessuna persona senza casa.
Grazie per la Vostra attenzione.